Документ взят из кэша поисковой машины. Адрес оригинального документа : http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/TEMPO.HTM
Дата изменения: Fri Jul 28 13:59:42 2000
Дата индексирования: Sun Sep 12 16:37:44 2010
Кодировка:

Поисковые слова: m 31
Il Tempo e la sua misura

Il Tempo e la sua misura

C'è nella storia dell'Umanità un insopprimibile bisogno di misurare il tempo e questo bisogno è "senza tempo": nasce con l'uomo e lo accompagna, sempre presente e pur diverso, nell'evoluzione e nell'articolazione delle varie culture.
Non è possibile, in questo CD, parlare compiutamente del tempo; ci limiteremo alla sua misura in occidente e solo a quegli aspetti che ci servono per la Geografia e la Navigazione. Approfondite da voi questo argomento, magari partendo dagli indirizzi che vi forniamo alla fine della pagina, e gustatevi le seguenti rappresentazioni dei mesi del calendario che vogliono ricordarvi come, da migliaia di anni, l'uomo cerchi di allineare il calendario civile con quello astronomico. Le immagini provengono dal manoscritto "Trés Riches Heures conservato nel museo di Chantilly e furono realizzate tra il 1412 ed il 1416 da i fratelli Limbourg, Paul, Hermann e Jean. Se osservate attentamente, nell'epoca in cui le immagini furono dipinte, le stagioni non iniziavano nelle stesse date di oggi. Sapete dire perchè?

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

Un po' di teoria:

Qualunque sia il metodo o lo strumento usati, la misura del tempo consiste nel collocare uno o più avvenimenti in una scala ordinata di eventi; otteniamo così la data dell'avvenimento, riferita all'origine della scala, ovvero il tempo trascorso tra due avvenimenti. Non fatevi impressionare da queste definizioni astratte, facciamo subito un esempio: immaginiamo che da una scatola, ad intervalli regolari, fuoriescano delle palle da biliardo. Mentre cade la terza palla inizio a scrivere questa riga di testo e finisco poco dopo che è caduta la quarta. Ebbene la mia azione è databile in "palla tre" e dura poco più dell'intervallo che intercorre tra la caduta di una palla e l'altra. La regolare caduta delle palle è una scala ordinata di eventi.

Una scala ordinata di eventi, o scala temporale, è un'ordinata successione di valori assunti da una qualunque grandezza misurabile, in quanto non misuriamo il tempo, ma le variazioni delle grandezze, assumendo che queste rappresentino il suo fluire.
In linea di principio, qualunque fenomeno noto può essere utilizzato. Esistono così diverse scale temporali. La bontà di una scala può essere giudicata in base alle necessità soggettive del singolo utente o in base a caratteristiche oggettive che sono state individuate fin dal XVII secolo. Una scala temporale deve essere perenne, universale, affidabile, precisa ed uniforme. Le scale astronomiche sono indubbiamente perenni, universali ed affidabili, ma poco precise e non sappiamo se intrinsecamente uniformi.

L'astronomia moderna considera l'universo in continua evoluzione, cioè in continua trasformazione nel tempo. Possiamo allora utilizzare qualunque grandezza che lo descrive per costituire una scala temporale: la sua densità, la temperatura, la composizione chimica ecc.
Se però vogliamo misure precise, le scale astronomiche concretamente usate derivano tutte da misure di posizione di un corpo celeste. Alcuni dei fenomeni astronomici che sono stati maggiormente usati nel passato per misurare il tempo o che lo sono ancora oggi sono i seguenti:

Il moto apparente o reale dei corpi celesti non è uniforme, nè ci possiamo aspettare che lo sia in un universo dominato dalla gravità e dove non esistono corpi isolati. Ne segue che qualunque scala, corrispondente ad incrementi uguali di una qualunque coordinata spaziale od angolare, risulterà tanto meno uniforme quanto più precise saranno le misure. Con aggiustamenti teorici e considerando la variazione media di una grandezza, generalmente il moto medio, potremo costruire una scala che risulterà tanto più uniforme quanto più completa è la comprensione del fenomeno, cioè quanto più soddisfacente è la teoria usata per descriverlo. Non meravigliamoci allora che, fin dall'antichità, l'Astronomia propose tempi veri e medi e quantità equanti, cioè quantità che bisogna aggiungere a grandezze non uniformi per renderle tali.
Possiamo dividere in due gruppi le scale astronomiche: Negli anni 50 e 60 divennero disponibili gli orologi atomici e con essi fu possibile misurare il tempo con una precisione centinaia di migliaia di volte maggiore di quella ottenibile con metodi astronomici. Per migliaia di anni l'astronomo è stato il signore incontrastato del tempo, le sue misure servivano di base per tutte le altre misure di tempo, sia nella vita civile che nella ricerca scientifica, dal 1961 questo ruolo è passato al fisico atomico. Ma ciò non significa che non abbia più senso misurare la posizione dei corpi celesti. Prima di tutto, il tempo basato sulla posizione dei corpi celesti permette ancora oggi di trovare la propria posizione sulla Terra ed, inoltre, dal confronto tra il tempo dedotto dalle osservazioni astronomiche ed il tempo atomico, verranno nuovi dati per la comprensione del moto di rotazione e rivoluzione della Terra, per il miglioramento dei metodi di studio dei moti orbitali, per la determinazione delle componenti non gravitazionali nell'accelerazione dei corpi celesti, per lo studio della costante di gravità ecc....

Per approfondire questi argomenti, consultate in rete questi siti:

Per tornare alla pagina di provenienza usare il bottone back del browser

[indietro] [indice] [avanti]