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Дата изменения: Fri Jul 28 13:59:42 2000 Дата индексирования: Sun Sep 12 16:49:56 2010 Кодировка: Поисковые слова: moon |
In Inghilterra, agli inizi del XVIII secolo, fiorirono alcune idee stravaganti per risolvere il problema delle longitudini. Si tratta di suggerimenti bislacchi, che danno la misura di quanto fosse sentito il problema.
Isaac Hawkins: ovvero come trovare la longitudine con un
barometro. Quando si deve risolvere un problema scientifico, ci sono
sempre individui che propongono le soluzioni più stravaganti,
senza avere idea, per ignoranza, delle stupidaggini che dicono. Il
signor Hawkins parte dal presupposto, corretto, che la marea sia legata
alla posizione della Luna. Propone di ricavare questa posizione
misurando il livello della marea, cosa questa possibile anche con il cielo
coperto.
Ma come fare per misurare il livello della marea in mare aperto? Hawkins
propone di portare in navigazione un barometro che, secondo lui, avrebbe
senz'altro indicato l'innalzamento del livello del mare. Il nostro stravagante
inglese non teneva conto del fatto che l'accuratezza della misura barometrica
non sarebbe mai stata sufficiente per evidenziare i piccoli cambiamenti
di livello del mare.
Inoltre, anche quando fosse riuscito a determinare
la posizione locale della Luna, non avrebbe affatto risolto il problema della
longitudine, perchè gli mancava di conoscere la posizione della Luna
sul meridiano di riferimento.
William Whinston e Humphry Ditton: ovvero il telegrafo ottico oceanico. Il metodo proposto da questi due geniali signori si basava sull'uso di "navi faro" da ancorare lungo le rotte oceaniche, alla distanza di circa 200 miglia, (poco meno di 400 km), l'una dall'altra. Esse avrebbero dovuto sparare in aria un fuoco d'artificio per segnalare la mezzanotte del meridiano di riferimento. In questo modo, da una sponda all'altra dell'oceano, si sarebbe propagato una sorta di segnale orario ottico, condizioni metereologiche e lunghezza delle catene delle ancore permettendo. L'idea di lanciare un segnale per trasmettere il tempo del meridiano di riferimento era buona, ma verrà realizzata solo nel XX secolo usando le onde radio. Allora il "telegrafo ottico transoceanico" risultò irrelizzabile per evidenti ragioni tecniche.
La polverina magica Abbiamo voluto lasciare per ultimo il suggerimento più stravagante. Si diceva che esistesse una polvere che, cosparsa sulle bende che avevano avvolto un cane ferito, sarebbe stata capace di procurare dolore all'animale, anche se si fosse trovato a migliaia di chilometri di distanza. Sarebbe bastato quindi che ogni nave, prima lasciare il porto, avesse imbarcato un cane ferito e avesse lasciato a terra dei bendaggi che erano serviti per curarlo. La capitaneria di porto avrebbe provveduto a cospargere le bende con questa polverina ogni mezzanotte, in modo che il cane sulla nave, col guaito di dolore, avrebbe potuto segnalare che in quel momento era mezzanotte nel porto di partenza, risolvendo quindi il problema fondamentale della longitudine. Ci asteniamo da qualsiasi commento.
Il problema delle longitudini fu l'assillo delle menti più eccelse, si
alternarono momenti di euforica ricerca a momenti di malinconica disillusione,
qualcuno giunse a considerare ogni ulteriore impegno un'autentica pazzia.
Possiamo comprendere come il problema delle longitudini fosse sentito
importante, ma forse insolubile, e come esso fosse conosciuto anche da i non
addetti ai lavori, dalla sua presenza nella letteratura e nell'arte.
L'esploratore Samuel Champlain (1567-1635), fondatore della città di
Montreal, ebbe a dire Dio non ha permesso all'uomo l'uso delle longitudini!
Nel 1726 lo scrittore inglese Jonatan Swift fa dire a Gulliver, protagonista
del suo romanzo, che sono solo tre le cose impossibili per l'uomo: il moto
perpetuo, la medicina universale e la soluzione del problema delle longitudini.
Ancora nel 1735 William Hogarth in una sua famosa tela satirica rappresenta una scena di manicomio con la presenza di vari ammalati di mente e, tra questi, uno che si sforza di risolvere il problema della longitudine.
Su tutti questi argomenti e, soprattutto, sull'atmosfera che accompagnò la secolare discussione, vi suggeriamo di leggere il romanzo di Umberto Eco L'isola del giorno prima (Milano, Bompiani 1994).
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