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Colombo
e la navigazione
oceanica per punti stimati
Colombo era di Genova, un porto del Mediterraneo, e quindi la sua tecnica di navigazione era quella per punti stimati, ampiamente utilizzata dai piloti genovesi. Ma dato che trascorse anche un certo periodo in Portogallo, si può supporre che fosse a conoscenza delle nuove tecniche di navigazione astronomica , anche se non ne era un esperto. Infatti, durante i suoi viaggi, fece numerosi tentativi per misurare la latitudine con metodi astronomici, con risultati sempre deludenti.
Nella navigazione per punti stimati il navigante determina la sua
posizione rilevando la rotta e misurando la distanza percorsa a partire da una
posizione nota. I marinai dovevano, ogni giorno,
riportare la direzione e la distanza percorsa su di una carta, marcando
la posizione raggiunta, punto di partenza per il giorno successivo.
Per la direzione della rotta si faceva
uso della bussola, che era nota in Europa dal 1183. Invece la misura della
distanza percorsa era più complessa, richiedendo la misura di un
intervallo di tempo e della velocità della nave; dopo di che si
moltiplicava la velocità della nave (in miglia per ora) per il tempo
trascorso dall'ultima osservazione.
Lo scorrere del tempo veniva misurato con la clessidra o con l'
arenario; si tratta di due strumenti simili costituiti da due camere
comunicanti attraverso uno stretto passaggio e contenenti il primo acqua ed
il secondo sabbia. Supponendo che il flusso da una camera all'altra sia
costante e non dipenda dalle condizioni esterne, la quantità di sabbia o
di acqua passata è proporzionale al tempo trascorso.
Comunque la clessidra o l'arenario non sono strumenti particolarmente
affidabili perchè il flusso dipende dalla stabilità dello
strumento, dalla temperatura e, per l'arenario, anche dall'umidità
dell'aria. Inoltre andavano tarati e verificati continuamente e, per fare
questo si ricorreva all'Astronomia usando il
notturnale, con
il quale si poteva stabilire il momento della mezzanotte di
Tempo Solare Locale.
Dalla mezzanotte si partiva
a misurare l'ora con la clessidra o con l'arenario, ed era compito preciso del
mozzo "girare" lo strumento ogni mezzora. Comunque si avevano a disposizione
altri tre istanti della giornata che potevano fornire un controllo orario: il
sorgere, il culminare e il tramontare del Sole la cui occorrenza, in Tempo
Solare Vero Locale, veniva ricavata da tabelle, per le diverse latitudini.
La velocità delle navi era misurata gettando in mare un galleggiante.
Lungo il bordo del parapetto vi erano due segni, uno verso prora l'altro
verso poppa, che indicavano una lunghezza nota, quando il galleggiante
passava in corrispondenza del primo segno, il pilota iniziava a cantare
una veloce cantilena e si interrompeva quando il galleggiante passava in
corrispondenza del secondo segno (le parole esatte di queste cantilena
facevano parte di una perduta tradizione orale risalente alla navigazione
medioevale). Il pilota prendeva nota di quale era l'ultima sillaba cantata
prima di interrompersi, ogni sillaba corrispondeva ad una determinata
velocità in miglia orarie. Ovviamente questo metodo non era applicabile
durante le tempeste, oppure durante le bonacce perchè con la
velocità troppo bassa la cantilena finiva prima che il galleggiante
arrivasse al secondo segno. L'ufficiale di guardia prendeva nota della
velocità e della direzione ogni ora su di una tavoletta portatile.
Questa era una tavoletta con fori che si irradiavano dal centro verso ogni
direzione, la registrazione avveniva inserendo un cavicchio lungo la direzione
della rotta in una posizione proporzionale alla distanza percorsa. Dopo quattro
ore, alla fine del turno di guardia, un altro cavicchio segnava la direzione
e la distanza complessiva percorsa. Alla fine della giornata la rotta risultante
e la distanza percorsa veniva riportate sulle carte.
Colombo fu il primo navigante, per quanto ne sappiamo, a tenere un accurato giornale di bordo dei suoi viaggi. In questo giornale registrava tutti i giorni la rotta e le distanze percorse. Dei diversi giornali di bordo che ha scritto a noi è pervenuto completo, anche se non in originale, solo quello del primo viaggio. Dall'esame del giornale possiamo affermare con sicurezza che Colombo seguiva la navigazione per punto stimato, infatti il giornale di bordo riporta con grande cura tutte le variazioni di rotta e le velocità tenute dalla nave in ciascuna rotta. Se Colombo avesse fatto uso di tecniche di navigazione astronomica, avremmo dovuto trovare annotazioni astronomiche sul giornale ma, dal momento che non esistono, possiamo concludere che non facesse uso di queste tecniche.
Il metodo per punto stimato era estremamente aleatorio quando ci si trovava
in mare aperto, perché qualsiasi fattore non facilmente valutabile,
come ad esempio le correnti marine o le deviazioni magnetiche, portava
a commettere errori, per non parlare del rischio di incontrare violente
tempeste che, impedendo di procedere al rilievo del tempo o della
velocità, faceva saltare tutta la catena di misure. Queste
difficoltà hanno convinto molti che Colombo non poteva aver affrontato
l'oceano senza l'aiuto dell'Astronomia e, per questo, suggeriscono che egli
usasse comunque la navigazione astronomica e che tenesse le sue osservazioni
nascoste per motivi sconosciuti (quest'ipotesi è fondamentale per alcune
teorie sull'esatta collocazione dell'isola del primo
sbarco). Ma questa ipotesi non può essere sostenuta, le navi di
Colombo erano pilotate da un timoniere alla barra che era collocata
sotto il cassero, quindi il timoniere non poteva vedere il cielo e l'unico modo
per seguire una rotta era la bussola.
Si potrebbe
supporre che Colombo facesse dei controlli astronomici sistematici sulla
latitudine, ma in questo caso si sarebbe accorto che il fenomeno della
declinazione magnetica
lo stava spingendo verso
Sud, rispetto all'esatta direzione Ovest e avrebbe corretto la rotta. In
altre parole se Colombo avesse fatto osservazioni astronomiche di controllo,
si noterebbe tutta una serie di piccole correzioni periodiche
di rotta, in modo da restare su di una precisa latitudine. Queste correzione
avrebbero dovuto essere fatte almeno ogni tre o quattro giorni, ma il giornale
di bordo non mostra nessuna di queste correzioni.
Colombo nel suo
primo viaggio seguì ostinatamente la rotta magnetica verso Ovest
anche per settimane. Solo tre volte abbandonò questa rotta, una volta a
causa di venti contrari e due volte per investigare su falsi segnali di
terre, in nessuno di questi casi mostrò interesse a ritornare alla
latitudine precedente.
Qualcuno ha suggerito che Colombo avesse corretto in precedenza la sua bussola, confrontandone le indicazioni con osservazioni astronomiche, questo sarebbe stato possibile in teoria, ma vi sono indizi che questo non è avvenuto. Nel suo viaggio di ritorno, nel 1493, Colombo partì dalla baia di Samana nel nord di Hispaniola e prese terra nell'isola di Santa Maria nelle Azzorre. Noi possiamo ricostruire la sua rotta dalle registrazioni riportate sul giornale di bordo e se Colombo avesse usato una bussola corretta per la declinazione magnetica, seguendo le indicazioni riportate si passerebbe a circa 200 miglia a sud delle Azzorre. Il solo modo per arrivare alle Azzorre, seguendo le indicazioni del giornale, è quello di usare una bussola non compensata.
Abbiamo tratto dati ed immagini da alcuni siti in rete a cui, pagina per pagina, vi rimandiamo:
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