Äîêóìåíò âçÿò èç êýøà ïîèñêîâîé ìàøèíû. Àäðåñ îðèãèíàëüíîãî äîêóìåíòà : http://www.arcetri.astro.it/~migliett/Appalti/LAB_OA_DOCS/3.OCS.DD.pdf
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I.N.A.F. ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA
RISTRUTTURAZIONE OFFICINA MECCANICA

OPERE CIVILI E STRUTTURALI
DISCIPLINARE DESCRITTIVO

INDICE
1. GENERALITþ .................................................................................................... 3

1.1 OGGETTO DEI LAVORI ......................................................................... 3 1.2 NORME DI RIFERIMENTO ..................................................................... 4
2. SPECIFICHE DEI MATERIALI ...................................................................... 6

2.1 GENERALITþ ....................................................................................... 6 2.2 CONDIZIONI GENERALI DI ACCETTAZIONE DEI MATERIALI ................. 6 2.3 CAMPIONATURE E PROVE SUI MATERIALI STRUTTURALI .................... 7 2.4 TOLLERANZE DIMENSIONALI ............................................................ 12 2.5 PROVE DEI MATERIALI ...................................................................... 12 2.6 MATERIALI NATURALI DI CAVA ........................................................ 14 2.7 CALCI,
POZZOLANE, LEGANTI IDRAULICI, IDRAULICI SPECIALI E LEGANTI SINTETICI ............ LEGANTI

............................. 1 7

2.8 LATERIZI ........................................................................................... 21 2.9 MATERIALI FERROSI E METALLI VARI ............................................... 21 2.10 LEGNAMI ........................................................................................... 25 2.11 ADDITIVI ........................................................................................... 26 2.12 MALTE. QUALITþ E COMPOSIZIONE .................................................. 27 2.13 CONGLOMERATI DI RESINA SINTETICA ............................................. 30 2 .1 4 I N T O N A C I .................................................. ........................................ 3 0 2.15 MALTE............................................................................................... 32 2.16 PAVIMENTAZIONI .............................................................................. 36 2.17 RIVESTIMENTI ................................................................................... 38 2.18 INFISSI ............................................................................................... 43 2.19 OPERE DI TINTEGGIATURA ................................................................ 45 2.20 OPERE IN ACCIAIO E ALTRI METALLI ................................................. 47 2.21 OPERE IN VETRO ............................................................................... 49 2.22 OPERE DA LATTONIERE ..................................................................... 51 2.23 ADESIVI ............................................................................................. 52 2.24 SIGILLATURE E GUARNIZIONI ............................................................ 53

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2.25 OPERE IN CARTONGESSO................................................................... 55
3. NORME DI ESECUZIONE ............................................................................. 57

3.1 INDAGINI PRELIMINARI ..................................................................... 57 3.2 OPERE PROVVISIONALI...................................................................... 59 3.3 SCAVI E MOVIMENTI TERRA .............................................................. 62 3.4 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI................................................................ 67 3.5 FONDAZIONI ...................................................................................... 70 3.6 MURATURE E STRUTTURE VERTICALI ­ LAVORI DI COSTRUZIONE .................................................................................... 71 3.7 OPERE DA CARPENTIERE ................................................................... 74 3.8 STRUTTURE IN ACCIAIO .................................................................... 75 3.9 CONGLOMERATI CEMENTIZI SEMPLICI E ARMATI ............................. 80 3.10 ALLESTIMENTO DEL CANTIERE ......................................................... 86 3.11 LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI ................................................... 87

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1. GENERALITþ
Il presente documento definisce i criteri progettuali adottati, i requisiti generali e le caratteristiche generali degli impianti meccanici relativi alla ristrutturazione officina meccanica e installazione nuovo impianto meccanizzato per il sollevamento materiali a servizio dell' Istituto Nazionale di Astrofisica (I.N.A.F.) situato in localitÞ Arcetri, largo Enrico Fermi nel comune di Firenze. Parte integrante di questo documento, soprattutto per la descrizione delle funzioni nei singoli locali del complesso, sono gli elaborati di progetto costituiti dagli schemi funzionali, dalle planimetrie con la rappresentazione delle reti principali di distribuzione e la disposizione delle apparecchiature. Completano la documentazione tecnica per il complesso di cui all'oggetto gli elaborati tecnico amministrativi che individuano quantitativamente l'intervento quali elenco prezzi unitari e computo metrico. Il presente documento si compone dei seguenti capitoli: Parte 1ª: generalitÞ Parte 2ª: specifiche dei materiali

1.1 OGGETTO DEI LAVORI
I lavori in oggetto comprendono le opere di demolizione di solette in c.a., massetti, tamponamenti interni, rivestimenti esterni in pietra e nuova costruzione di platea di fondazione a servizio esclusivo di un carro ponte (quest'ultimo escluso dal presente appalto), di tamponamenti interni, soppalco per vano tecnico, compresa la sostituzione di infissi interni ed esterni. In particolare saranno previsti i seguenti sottosistemi: - Demolizione della soletta in c.a. nella zona riservata allo spogliatoio e nella sezione montaggio e collaudo, compresa pavimentazione e relativa malta di allettamento; - Opere di scavo per il raggiungimento della quota di imposta della nuova fondazione all'interno dello spogliatoio e della sezione montaggio e collaudo; - Esecuzione di nuova platea di fondazione, cordoli e plinti per soppalco in carpenteria metallica e carro ponte (quest'ultimo escluso dal presente appalto); - Nuovo massetto o pavimentazione industriale con resistenza a compressione non inferiore a 600 kg/mq, con trattamento superficiale in resina (classe di scivolositÞ R9-11); - Demolizione di murature interne ed esterne in laterizio e rimozione degli infissi esistenti; - Realizzazione di nuovi tamponamenti interni in blocchi di calcestruzzo vibro compresso;

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- Soppalco in carpenteria metallica di nuova fornitura ed adeguamento di struttura metallica in aggetto esistente; - Installazione di nuovi infissi vetrati e tamburati interni ed esterni; - Intonaci civili per interni, preparazione delle superfici e tinteggiature; - Installazione nuovo carter di protezione per refrigeratore d'acqua esterno, in lamiera d'alluminio; - Adeguamento della rampa scala esterna in pietra forte con rastremazione dei gradini a partire dal pianerottolo intermedio e demolizione di corrimano in muratura; - Rettifica del sistema di smaltimento delle acque meteoriche in facciata e ripristino del copri-ferro sulla trave di bordo in facciata sud-est. - Adeguamento della rampa carrabile di accesso all'officina con rettifica della pendenza e nuovo manto stradale bituminoso.

1.2 NORME DI RIFERIMENTO
Qui di seguito a titolo esemplificativo e di memoria si riportano alcuni dei Decreti, Leggi, Circolari e Norme di riferimento relative a quanto oggetto del presente disciplinare: - Legge 05.11.1971 n. 1086 - Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio normale e precompresso ed a struttura metallica; - D.M. Min. LL.PP. 09.01.1996 - Norme Tecniche per l'esecuzione delle opere in conglomerato cementizio normale e precompresso ed a struttura metallica; - Legge 02.02.1974 n. 64 - Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche; - D.M. LL.PP. 16.01.1996 - Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche; - Ordinanza n. 3274 del 2003 ­ Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l'adeguamento sismico degli edifici; - Istruzioni CNR-UNI 10011/1988 - Costruzioni in acciaio. Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione. - D.M. 11.03.1988 - Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilitÞ dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. - D.M.16.01.1996 - Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi. - Circolare del 10.04.1997 n.65/AA.GG. - Istruzione per l'applicazione delle "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche" di cui al D.M. 16.01.1996. - D.M. Min. LL.PP. 20.11.1987 ­ Norme tecniche per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento;

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- Circolare Min. LL.PP. 04.01.1989 n.30787 ­ Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento; - Legge n. 615 contro l'inquinamento atmosferico e relativo regolamento per l'esecuzione di cui al D.P.R. 1228 del 20.10.1967; - D.M. 16.02.1982 relativo alle attivitÞ soggette alle norme di prevenzione incendi; - D.P.R. 20.07.1982 n.577 relativo al regolamento per l'espletamento dei servizi di prevenzione e vigilanza antincendi, Legge n. 818 del 07.12.1984 e successivi decreti; - D.M. 01.12.1975 Norme di Sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione e successiva normativa di cui la raccolta "R"; - Lettera circolare del Ministero degli Interni n.27030/4122/1 del 21.10.1974; - Norme per il contenimento del consumo energetico per gli usi termici negli edifici: Legge n. 9 e 10 del 09.01.1991, D.P.R. n. 412 del 23.08.1993, Norme UNI relative e decreti successivi; - D.Lgs. 9.04.2008 n. 81 - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. - D. Lgs 14.08.1996 n. 493 ­ Attuazione della Direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro.

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2. SPECIFICHE DEI MATERIALI
2.1

GENERALITþ

I materiali e le forniture in genere dovranno essere rispondenti alle prescrizioni di progetto, di capitolato o di contratto oltrechÈ a tutte le norme cui sono assoggettati, siano esse richiamate o meno negli stessi documenti. In mancanza di particolari prescrizioni i materiali dovranno essere della migliore qualitÞ esistente in commercio. Per la provvista di materiali in genere, si richiamano espressamente le prescrizioni del vigente Capitolato Generale dei Lavori Pubblici; i materiali e le forniture in genere dovranno essere rispondenti alle prescrizioni di progetto, di Capitolato o di contratto oltrechÈ a tutte le norme cui sono assoggettati, siano esse richiamate o meno negli stessi documenti. I materiali occorrenti per la realizzazione dei lavori di restauro e consolidamento dovranno essere compatibili con i materiali preesistenti in modo da non interferire negativamente con le proprietÞ fisiche, chimiche e meccaniche dei manufatti da risanare. A meno che non sia appositamente indicato nelle voci di Elenco Prezzi, l'Impresa potrÞ approvvigionare i materiali e le forniture ovunque lo ritenga opportuno, purchÈ nel rispetto delle normative e dei vincoli di contratto e fatta salva l'approvazione della Direzione Lavori alla quale vanno preventivamente consegnati i certificati comprovanti la rispondenza dei materiali approvvigionati ai requisiti richiesti. La posa in opera dovrÞ avvenire nel rispetto delle schede tecniche indicate dal fornitore dei materiali/opere. In caso di difformitÞ tra indicazioni delle schede tecniche e le prescrizioni di progetto l'Impresa dovrÞ tempestivamente avvisare la D.L. al fine di valutare il tipo di intervento piÛ idoneo. Le difficoltÞ che si dovessero presentare all'Impresa per l'approvvigionamento di materiali aventi i requisiti minimi da contratto sono sempre e comunque da ritenersi compensate dai prezzi offerti dall'Impresa per ogni materiale.

2.2

CONDIZIONI
M A TER I A LI

G EN ER A LI

DI

ACCETTAZIONE

D EI

Prima dell'inizio dei lavori e in ogni caso almeno 15 giorni prima della messa in opera dei materiali approvvigionati, l'Impresa dovrÞ fornire alla Direzione Lavori tutti gli elementi necessari all'identificazione del tipo di prodotto e delle sue proprietÞ; in particolare l'Impresa dovrÞ consegnare tutti i certificati relativi alle prove dalle normative vigenti; prescritte nei documenti contrattuali nonchÈ a tutte le prove comunque richieste dalla Direzione Lavori, fatto salvo il diritto della stessa di procedere in ogni momento al prelievo di campioni, nel numero e modalitÞ volute, da sottoporre a ulteriori prove.

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Tutte le prove sui materiali dovranno essere effettuale presso i laboratori dichiarati ufficiali ai sensi dell'Art. 20 della legge n° 1086 del 5/11/1971 e della Circ. Min. LL.PP. n° 1603 del 20/7/89 e, per materiali non previsti nelle citate norme, in Laboratori ritenuti idonei dalla Direzione Lavori. L'impresa dovrÞ curare l'esecuzione di tutte le indagini e controlli di accettazione previste dalle norme tecniche vigenti (NTC 2008 e successive integrazioni). Tutte le spese per il prelievo, l'invio dei campioni ai citati Laboratori, e la realizzazione delle prove saranno a carico dell'Impresa. Gli addetti al Laboratorio come quelli della Direzione Lavori, dovranno avere libero accesso e completa possibilitÞ di controllo in tutti i cantieri ove avviene l'approvvigionamento, la confezione e la posa in opera dei materiali previsti in appalto. Per i campioni asportati dall'opera in corso di esecuzione, l'Impresa Õ tenuta a provvedere a sua cura e spese, al ripristino della parte manomessa. Le prove sopraddette, se necessario, potranno essere ripetute anche per materiali e forniture della stessa specie e provenienza, con prelievo ed invio sempre a spese dell'Impresa. PotrÞ essere ordinata la conservazione dei campioni, munendoli di sigilli e firma del Direttore dei Lavori e del Responsabile del Cantiere per conto dell'Impresa, al fine di garantirne l'autenticitÞ. Per alcune forniture e/o materiali sarÞ possibile, a insindacabile giudizio della Direzione lavori, verificare la rispondenza dei prodotti alle prescrizioni di progetto tramite la presentazione di schede tecniche ovvero di certificati riferiti a prove eseguite presso lo stabilimento del produttore. La decisione della Direzione Lavori di omettere, in tutto o in parte, le prove su alcuni materiali, non esime in alcun modo l'Impresa dal fornire materiali pienamente rispondenti ai requisiti richiesti. SarÞ cura dell'Impresa verificare la costanza dei requisiti dei materiali approvvigionati, e comunicare tempestivamente alla Direzione Lavori ogni variazione di fornitore e/o di prodotto. L'esito favorevole delle prove e/o l'accettazione del materiale da parte della Direzione lavori non esonera in alcun modo l'Impresa da ogni responsabilitÞ qualora i materiali messi in opera non raggiungessero i requisiti richiesti; in tal caso, e fino a collaudo definitivo, Õ ancora diritto della Direzione Lavori di rifiutare i materiali, anche giÞ posti in opera, che non rispondessero ai requisiti minimi contrattuali. I materiali rifiutati dovranno essere immediatamente allontanati dalla sede di lavoro o dai cantieri a cura e spese dell'Impresa; Qualora l'Impresa non effettuasse la rimozione nel termine prescritto dal Direttore dei Lavori, vi provvederÞ direttamente la Direzione dei Lavori stessa a totale spesa dell'Impresa, a carico della quale resterÞ anche qualsiasi danno derivante dalla rimozione cosË eseguita;

2.3

CAMPIONATURE E PROVE SUI MATERIALI STRUTTURALI

Tutte le campionature e le prove sui materiali strutturali devono rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente.

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In particolare si fanno presenti le seguenti prescrizioni, che non sono da considerarsi esaustive ma imprescindibili per l'accettazione in cantiere dei materiali approvvigionati. Acciaio da carpenteria metallica Per soddisfare i controlli obbligatori di produzione dovrÞ esser fornita la seguente documentazione di accompagnamento di tutte le forniture di acciaio da carpenteria: - se l'acciaio risulta fornito da un Centro di trasformazione, documentazione attestante il possesso da parte del Centro di trasformazione stesso di tutti i requisiti previsti al punto 11.3.1.7 del D.M. 14.01.2008 e s.m.i.; - Dichiarazione di conformitÞ CE con data di spedizione e destinatario; - Documento di trasporto con data di spedizione, quantitÞ, tipo di acciaio e destinatario. In particolare ogni fornitura in cantiere di elementi presaldati, presagomati o preassemblati dovrÞ essere accompagnata: - da dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell'attestato di avvenuta dichiarazione di attivitÞ, rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione; - dall'attestazione inerente l'esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dal Direttore Tecnico del centro di trasformazione, con l'indicazione dei giorni nei quali la fornitura Õ stata lavorata. Qualora il Direttore dei Lavori lo richieda, all'attestazione di cui sopra potrÞ seguire copia dei certificati relativi alle prove effettuate nei giorni in cui la lavorazione Õ stata effettuata. Per il soddisfacimento dei controlli obbligatori in cantiere per l'acciaio da carpenteria metallica si segnala l'obbligo di prelievo di almeno 3 saggi per ogni lotto di spedizione di massimo 30ton. Il controllo di cui sopra dovrÞ essere effettuato prelevando direttamente i campioni dai profilati consegnati in cantiere prima della loro posa in opera e secondo le indicazioni della sottoscritta Direzione Lavori; qualora il materiale venisse fornito da un Centro di trasformazione i campionamenti di cui sopra potranno essere effettuati dalla Direzione Lavori presso il Centro di trasformazione stesso. L'Appaltatore dovrÞ pertanto fornire preventiva indicazione sulle modalitÞ organizzative della fornitura dell'acciaio, in modo da poter procedere con i necessari campionamenti. Qualora il materiale venisse fornito da un Centro di trasformazione i campionamenti di cui sopra potranno essere effettuati dalla sottoscritta Direzione Lavori presso il Centro di trasformazione stesso. Per ciascun elemento strutturale in carpenteria metallica dovrÞ essere fornita la seguente documentazione, raccolta in un fascicolo identificativo del singolo elemento strutturale: - Dichiarazione di conformitÞ CE con data di spedizione e destinatario;

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- Documento di trasporto con data di spedizione, quantitÞ tipo di acciaio e destinatario. - Copia del patentino del saldatore qualificato che ha effettuato le saldature sull'elemento strutturale in questione. Tutti i dati sperimentali ottenuti dovranno soddisfare le prescrizioni di cui ai capitolo 11.3.4 del D.M. 14.01.2008 e s.m.i., nonchÈ delle norme UNI EN 10025:2005, UNI EN 10219-1:2006 e UNI EN 10210-1:2006 per le ulteriori caratteristiche chimiche. In caso contrario la DL ha il diritto di rifiutare e chiedere la sostituzione di qualsiasi parte della fornitura, anche se giÞ messa in opera, che presentasse difetti per cattiva qualitÞ dei materiali e/o per cattiva lavorazione. Cemento armato I controlli sul cemento armato dovranno essere conformi a quanto prescritto dal par. 11.2 del DM 14.01.2008. In particolare si segnalano i seguenti aspetti, da non considerarsi esaustivi ma essenziali per l'accettazione del materiale. CALCESTRUZZO Nel caso di fornitura in opera di calcestruzzo preconfezionato, i documenti di trasporto che accompagnano ogni fornitura dovranno indicare gli estremi della certificazione che il produttore del calcestruzzo deve possedere in conformitÞ a quanto indicato al par. 11.2.8 del DM 14.01.2008. Trattandosi di un'opera con quantitativo di calcestruzzo inferiore a 1500m¨, il controllo di accettazione sul calcestruzzo sarÞ di tipo A (v. par. 11.2.5.1 del DM 14.01.2008). Il controllo di tipo A Õ riferito ad un quantitativo di miscela omogenea non maggiore di 300 m¨. Ogni controllo di accettazione Õ rappresentato da tre prelievi, ciascuno dei quali eseguito su un massimo di 100m¨ di getto di miscela omogenea. Ciascun prelievo sarÞ costituito da due provini (cubetti). In ogni caso per ogni giorno di getto va comunque effettuato almeno un prelievo. Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione deve essere effettuato obbligatoriamente alla presenza del Direttore dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia che sarÞ eventualmente indicato all'Appaltatore; qualsiasi provino che non sia stato prelevato in presenza del Direttore dei Lavori non sarÞ considerato accettabile, e di conseguenza non sarÞ accettabile il calcestruzzo posto in opera riferito a tali provini. La domanda di prove al laboratorio dovrÞ essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori. Alla luce di quanto sopra l'Appaltatore dovrÞ trasmettere al Direttore dei Lavori il programma dei getti con almeno 48 ore di anticipo. La consegna dei provini al laboratorio prove dovrÞ avvenire poco di maturazione. Qualora la consegna avvenga prima del 28° giorn provvedere alla corretta conservazione dei campioni. Lo schiacciamento dei provini dovrÞ avvenire esattamente maturazione. L'Appaltatore dovrÞ in tale occasione inviare al prima del 28° giorno o il laboratorio dovrÞ al 28° giorno di Direttore dei Lavori

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opportuna documentazione in grado di dimostrare l'avvenuto schiacciamento. Qualora per motivi di natura organizzativa del laboratorio prove non fosse possibile schiacciare i provini esattamente al 28° giorno di maturazione, Õ consentito ritardare lo schiacciamento fino ai 14 giorni successivi al 28° giorno, previa autorizzazione da parte del Direttore dei Lavori. Qualsiasi schiacciamento avvenuto oltre il 42° giorno di maturazione non sarÞ considerato accettabile e pertanto non sarÞ considerata accettabile la fornitura del calcestruzzo posto in opera che si riferisce ai provini in questione. ACCIAIO La documentazione di accompagnamento di ogni fornitura dovrÞ contenere la bolla di accompagnamento, l'Attestato di qualificazione dell'acciaieria e (opportuno che ci siano) Certificati di collaudo delle colate. La bolla di spedizione dovrÞ contenere: - Nome e indirizzo dell'acciaieria; - Indirizzo dello stabilimento di produzione; - Numero e data della bolla di spedizione; - Nome e indirizzo del trasportatore; - Targa del mezzo e nome del conducente; - Nome e indirizzo del destinatario; - Nome e indirizzo del luogo di destinazione; - Descrizione dei beni (tipo di acciaio, diametro, lunghezza barre, n.colata, quantitÞ); - Numero e data dell'Attestato di qualificazione allegato alla bolla. Nel caso in cui l'acciaio venga acquistato presso un centro di trasformazione sulla bolla di spedizione del centro di trasformazione deve comparire il riferimento all'Attestato di Qualificazione dell'acciaieria di origine del materiale (che deve comunque essere allegato). Nel caso in cui le acciaierie fossero piÛ di una dovranno comparire gli attestati di tutte le acciaierie. L'Attestato di Qualificazione deve riportare un timbro dell'acciaieria su cui vengono riportati gli estremi della relativa bolla di spedizione del materiale. Sempre nel caso in cui l'acciaio sia approvvigionato da un centro di trasformazione sull'Attestato di qualificazione, oltre ad apparire il timbro con gli estremi del Documento di trasposto dall'acciaieria al Centro di trasformazione, deve essere riportato un timbro con gli estremi del DDT del materiale dal Centro di trasformazione al cantiere. Deve essere effettuato un prelievo di campioni per ogni lotto di spedizione (ovvero lotti formati da massimo 30 t, spediti in un'unica volta, per ogni acciaieria di provenienza del materiale). Ogni prelievo Õ costituito da tre spezzoni di lunghezza 120-150 cm in cui si possa leggere la marchiatura. Il campionamento dovrÞ essere effettuato su tre diversi diametri opportunamente differenziati nell'ambito di ciascun lotto di spedizione, in numero di 3 spezzoni, marchiati, per ciascuno dei diametri selezionati (sempre che il marchio e la documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno

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stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere estesi ai lotti provenienti da altri stabilimenti). I diametri da prendere in considerazione saranno indicati dal Direttore dei Lavori. Legno Massiccio I produttori devono essere qualificati, quindi, tutte le forniture di elementi in legno massiccio per uso strutturale devono essere marchiate e accompagnate da una documentazione relativa alle caratteristiche tecniche del prodotto. Qualora, sia presso gli utilizzatori, sia presso i commercianti, l'unitÞ marcata (pezzo singolo o lotto) venga scorporata, per cui una parte, o il tutto, perde l'originale marcatura del prodotto, Õ responsabilitÞ sia degli utilizzatori che dei commercianti documentarne la provenienza mediante i documenti di accompagnamento del materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il Servizio tecnico centrale. I produttori, i successivi intermediari e gli utilizzatori finali devono garantire una corretta archiviazione della documentazione di accompagnamento dei materiali, garantendone la disponibilitÞ per almeno 10 anni. Quindi, tutte le forniture in legno strutturale massiccio devono essere accompagnate dall'attestato di qualificazione del Servizio tecnico Centrale sul quale deve essere riportato il riferimento del documento di trasporto. Nel caso di forniture effettuate da commercianti o trasformatori, oltre ad una copia del documento di cui sopra, dovrÞ essere fornito il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso o del trasformatore intermedio (identificazione e rintracciabilitÞ del prodotto. All'atto della posa in opera il Direttore dei lavori deve verificare, acquisendone copia, che il legno massiccio strutturale sia oggetto di attestato di qualificazione e che le procedure di posa in opera siano conformi alle specifiche tecniche del produttore. Il Direttore dei lavori deve quindi eseguire i controlli di accettazione dei materiali in legno strutturale acquisendo, per ogni fornitura, l'attestato di qualificazione del produttore (ovvero una sua copia con l'indicazione dei documenti di trasporto se il materiale proviene da un trasformatore/commerciante), accompagnato dalla documentazione relativa alle caratteristiche tecniche del prodotto e verificando che le procedure di posa in opera siano conformi alle specifiche tecniche del produttore. Il materiale in cantiere potrÞ essere oggetto di ulteriori prove di accettazione sul materiale e sui collegamenti da parte del Direttore dei Lavori. Ulteriori controlli sulla produzione e sull'esecuzione sono poi previsti ai fini del collaudo dell'opera: Esame Contro Contro Contro Contro Contro Contro ris llo llo llo llo llo llo ultati prove preliminari modalitÞ produttive sui materiali ed identificazione degli stessi geometria e dimensione degli elementi uni oni difetti finale sulle strutture completate in opera

I controlli andranno certificati mediante documenti di accettazione.

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2.4

TOLLERANZE DIMENSIONALI

Le tolleranze di tutti gli elementi costruttivi costituenti le opere oggetto dell'Appalto dovranno in generale rispettare quanto prescritto nella norma UNI 10462:1995 Elementi edilizi. Tolleranze dimensionali. Definizione e classificazione. che "...definisce le differenti forme di tolleranza applicabili quando si tratta di presentare la qualitÞ geometrico- dimensionale propria e di elementi ed opere, nonchÈ quando si tratti di specificare i livelli di accuratezza geometrico - dimensionale per la realizzazione dei componenti e delle opere in genere. In particolare la progettazione definisce le specificazioni riguardanti operazioni di fabbricazione degli elementi, di tracciamento in cantiere e di montaggio. Si applica agli elementi edilizi sia prefabbricati in situ, e conseguentemente a tutte le opere e a tutti gli spazi che si configurano nelle costruzioni...". L'Appaltatore Õ inoltre tenuto a informarsi sempre, prima dell'inizio dei lavori, delle tolleranze richieste dai costruttori, fornitori, per gli elementi non strutturali quali serramenti e rivestimenti ed altre opere di finitura. Per le tolleranze dimensionali dei differenti tipi di elementi strutturali si rimanda ai relativi paragrafi.

2.5
2 .5 .1

PROVE DEI MATERIALI
CE
RTIFICATO DI QUALITþ

L'Appaltatore, per poter essere autorizzato ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, conglomerati bituminosi, conglomerati cementizi, terre, cementi, acciai, ecc.) prescritti dalle presenti Norme Tecniche, dovrÞ esibire, prima dell'impiego, alla Direzione dei Lavori, per ogni categoria di lavoro, i relativi "Certificati di qualitÞ" rilasciati da un Laboratorio ufficiale e comunque secondo quanto prescritto dalle norme vigenti. Tutti i materiali previsti nel presente capitolato devono essere forniti con marcatura CE qualora previsto dalle normative vigenti anche in assenza di specifica richiesta nei paragrafi seguenti. Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonchÈ i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte. I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validitÞ biennale. I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di produzione. Ai sensi della Circolare del Ministero dei LL.PP. 16 maggio 1996 n° 2357 e s.m.i., i seguenti prodotti: a. apparecchi, giunti, appoggi e sistemi antisismici per ponti e viadotti;

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b. barriere di sicurezza; c. barriere fonoassorbenti; d. impianti elettrici; e. impianti di illuminazione; f. impianti di ventilazione; g. impianti tecnologici per l'edilizia civile ed industriale; h. impianti di telecomunicazioni; i. segnaletica verticale; dovranno aver conseguito la certificazione di qualitÞ rilasciata da Enti certificatori accreditati ai sensi delle norme della serie EN 45000. 2 .5 .2 ACCE
RTAMENTI PREVENTIVI

Prima dell'inizio dei lavori la Direzione dei Lavori, presa visione dei certificati di qualitÞ presentati dall'Appaltatore, disporrÞ, se necessario (e a suo insindacabile giudizio) ulteriori prove di controllo di laboratorio a spese dell'Appaltatore. Se i risultati di tali accertamenti fossero difformi rispetto a quelli dei certificati, si darÞ luogo alle necessarie variazioni qualitative e quantitative dei singoli componenti, ed all'emissione di un nuovo certificato di qualitÞ. Per tutti i ritardi nell'inizio dei lavori derivanti dalle difformitÞ sopra accennate e che comportino una protrazione del tempo utile contrattuale sarÞ applicata la penale prevista nello specifico articolo delle Norme Generali.

2 .5 .3

PROV

E DI CONTROLLO IN FASE ESECUTIVA

L'Appaltatore sarÞ obbligata a prestarsi in ogni tempo, e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, sottostando a tutte le spese di prelevamento, di formazione e di invio dei campioni ai Laboratori ufficiali indicati dalla Direzione dei Lavori. Tutte le prove ed analisi dei materiali saranno eseguite a spese dell'Appaltatore. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrÞ essere ordinata la conservazione in appositi locali, indicati dalla Direzione dei Lavori, previa apposizione di sigilli e firme della Direzione dei Lavori e dell'Appaltatore e nei modi piÛ adatti a garantire l'autenticitÞ e la conservazione. I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti; ad essi si farÞ esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche. 2 .5 .4 PRE
SCRIZIONI PARTICOLARI

Altre prescrizioni particolari relative contenute negli articoli che seguono, lavoro. Tutte le prove sui materiali e sul materiali ed al collaudo delle dell'Appaltatore.

alle operazioni di cui ai precedenti commi, sono riferite specificatamente alle singole categorie di le strutture realizzate utili all'accettazione dei opere compiute saranno eseguite a spese

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2.6
2 .6 .1

M A TER I A LI N A TU R A LI D I C A V A
ACQUA

Oltre ad essere dolce e limpida, dovrÞ, anche avere, un PH neutro ed una torbidezza non superiore al 2%. In ogni caso non dovrÞ presentare tracce di sali (in particolare solfati di magnesio o di calcio, cloruri, nitrati in concentrazione superiore allo 0,5%), di aggressivi chimici e di inquinamenti organici o inorganici. Tutte le acque naturali limpide (ad esclusione della sola acqua di mare) potranno essere usate per le lavorazioni. Le acque, invece, che provengono dagli scarichi industriali o civili poichÈ, contengono sostanze (zuccheri, oli grassi, acidi, basi) capaci d'influenzare negativamente la durabilitÞ dei lavori, dovranno essere vietate per qualsiasi tipo di utilizzo. P er q u an t o r i gu ar d a l e acq u e t o r b i d e, l e s o s t an z e i n s o s p en s i o n e n o n d o v r an n o s u p e r a r e i l l i m i t e d i 2 g r / It . Acqua per puliture Dovranno essere utilizzate acque assolutamente pure, prive di sali e calcari. Per la pulitura di manufatti a pasta porosa si dovranno utilizzare acque deionizzate ottenute tramite l'utilizzo di appositi filtri contenenti resine scambiatrici di ioni acide (RSO3H) e basiche (RNH3OH) rispettivamente. Il processo di deionizzazione non rende le acque sterili, nel caso in cui sia richiesta sterilitÞ, si potranno ottenere acque di quel tipo operando preferibilmente per via fisica. 2 .6 .2 S
ABBIA

La sabbia naturale o artificiale da miscelare alle malte (minerali o sintetiche) sia essa silicea, quarzosa, granitica o calcarea, non solo dovrÞ essere priva di sostanze inquinanti ma anche possedere una granulometria omogenea (setaccio 2 UNI 2332) e provenire da rocce con alte resistenze meccaniche. a sabbia, all'occorrenza, dovrÞ essere lavata onde eliminare qualsiasi sostanza nociva. Per applicazioni a vista l'origine, la granulometria e le caratteristiche cromatiche degli inerti dovranno essere concordati con la DL ed eventualmente con la Soprintendenza. Sabbia per murature ed intonaci DovrÞ essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso un setaccio con maglie circolari dal diametro di mm. 2 per murature in genere e dal diametro di mm. 1 per intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio (setaccio 2-1 UNI 2332). Sabbie per conglomerati Dovranno corrispondere a requisiti delle UNI EN 12620 e UNI EN 13043. I grani dovranno avere uno spessore compreso tra 0, 1 e 5 mm. (UNI 2332 ed essere adeguati alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera (UNI 85230). Per il confezionamento di calcestruzzi e di malte potranno essere usati sia materiali lapidei con massa volumica compresa fra i valori di 2.100 e 2.990 kg/mc sia aggregati leggeri aventi massa volumica inferiore a 1.700 kg/mc. SarÞ assolutamente vietato l'uso di sabbie marine.

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2 .6 .3

RI

NFORZANTI/CARICHE INERTI PER RESINE

Dovranno possedere i requisiti richiesti dai produttori di resine o dalla D.L. la granulometria dovrÞ essere adeguata alla destinazione e al tipo di lavorazione. SarÞ assolutamente vietato l'utilizzo di sabbie marine o di cava che presentino apprezzabili tracce di sostanze chimiche attive. I rinforzanti da impiegare per la formazione di betoncini di resina dovranno avere, un tasso di umiditÞ in peso non superiore allo 0, 09% ed un contenuto nullo d'impuritÞ o di sostanze inquinanti; in particolare, salvo diverse istruzioni impartite dalla D.L., le miscele secche di sabbie silicee o di quarzo dovranno essere costituite da granuli puri del diametro di circa 0, 10-0, 30 mm. per un 25%, di 0, 50-1, 00 mm. per un 30% e di 1, 00-2, 00 mm. per il restante 45%. Le polveri (silice ventilata - silice micronizzata) dovranno possedere grani del diametro di circa 50-80 micron e saranno aggiunte, ove prescritto alla miscela secca di sabbie in un quantitativo di circa il 10-15% in peso. In alcune applicazioni potranno essere usate fibre di vetro sia del tipo tessuto che non tessuto, e fiocchi di nylon. In particolare la D.L. e gli organi preposti dovranno stabilire le caratteristiche tecniche dei rinforzanti, dei riempitivi, degli addensanti e di tutti gli altri agenti modificatori per resine in base all'impiego ed alla destinazione. 2 .6 .4 GHI
AIA E PIETRISCO

Le ghiaie, prodotte dalla frantumazione naturale delle rocce o di materiali analoghi ottenuti per frantumazione artificiale di ciottoli o blocchi di roccia, dovranno avere i seguenti requisiti: - buona resistenza alla compressione; - bassa porositÞ in modo che sia assicurato un basso coefficiente di imbibizione; - assenza dei composti idrosolubili (es. gesso); - assenza di sostanze polverose, argillose o di terreno organico in quanto tali materiali impediscono agli impasti di calce e cemento di aderire alla superficie degli aggregati inerti. Per il controllo granulometrico sarÞ obbligo dell'Appaltatore approvvigionare emettere a disposizione della D.L. i crivelli UNI 2334. Ghiaia e pietrisco per conglomerati cementizi La dimensione dei granuli degli aggregati dovrÞ essere prescritta dalla D.L. in base alla destinazione d'uso e alle modalitÞ d'applicazione. Le loro caratteristiche tecniche dovranno essere quelle stabilite dal D.M. 27.07.1985, All. 1, punto 2 e dalla norma UNI 7466-1-2-3/75. Per i materiali necessariamente forniti con marcatura CE dovranno essere rispettate le norme armonizzate UNI EN 12620. Dovranno essere costituiti da elementi non gelivi privi di parti friabili e polverulente o scistose, argilla e sostanze organiche; non dovranno contenere i minerali pericolosi: pirite, marcasite, pirrotina, quarzo ad estensione ondulata, gesso e solfati solubili. La dimensione massima (Dmax) dell'aggregato deve essere tale da permettere che il conglomerato possa riempire ogni parte del manufatto; dovrÞ pertanto risultare: - minore di 0,25 volte la dimensione minima delle strutture; - minore della spaziatura minima tra le barre di armatura, diminuita di 5 mm;

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- minore di 1,3 volte lo spessore del copriferro tranne che per interni di edifici (norma UNI 8981/5). 2 .6 .5 POM
ICE, ARGILLA ESPANSA ED ALTRI INERTI LEGGERI

Dovranno possedere la granulometria prescritta dagli elaborati di progetto, essere asciutti ed esenti da alterazioni, polveri, sostanze organiche e materiali estranei (UNI 7549/1-12/76). Se utilizzati per miscele strutturali dovranno possedere resistenza meccanica indicata negli elaborati di progetto e comunque non inferiore ai 15 N/mmq. Non dovranno essere attaccabili da acidi e dovranno conservare le loro qualitÞ in un largo intervallo di temperatura. In genere le argille espanse dovranno essere in grado di galleggiare sull'acqua senza assorbirla. SarÞ comunque possibile utilizzare argille espanse pre - trattate con resine a base siliconica in grado di conferire all'inerte la massima impermeabilitÞ evitando fenomeni di assorbimento di acque anche in minime quantitÞ. 2 .6 .6 PI
ETRE NATURALI E MARMI

Le pietre naturali da impiegare per la muratura o per qualsiasi altro lavoro, dovranno essere di grana compatta ed esenti da piani di sfaldamento, screpolature, venature ed inclusioni di sostanze estranee; inoltre, dovranno avere dimensioni adatte al particolare tipo di impiego, offrire una resistenza proporzionata all'entitÞ delle sollecitazioni cui dovranno essere sottoposte e possedere un'efficace capacitÞ di adesione alle malte. Il carico di sicurezza a compressione non dovrÞ mai superare il 20% del rispettivo carico di rottura. Saranno escluse, salvo specifiche prescrizioni, le pietre gessose ed in generale tutte quelle che potrebbero subire alterazioni per l'azione degli agenti atmosferici o dell'acqua corrente. I materiali dovranno riportare la marcatura CE e rispettare le vigenti norme UNI specifiche per ciascun settore di impiego Es: UNI EN 1341 per lastre in pietra naturale per pavimentazioni esterne, UNI EN 1342 per cubetti in pietra naturale per pavimentazioni esterne, UNI EN 1467 per blocchi grezzi, UNI EN 1468 per lastre grezze. Si intendono compensate tutte le lavorazioni superficiali (fiammatura, sabbiatura, bocciardatura, burrattatura, graffiatura ecc.) che verranno concordate in corso d'opera con la D.L. ed eventualmente la Soprintendenza sulla base di campionature. Nelle applicazioni di restauro in genere verrÞ prevista l'antichizzazione delle lastre ottenuta mediante spazzolatura (al fine di riprodurre l'effetto di usura nel tempo accentuando le venature del materiale) escludendo i trattamenti effettuati con acidi. Le lastre per integrazioni e/o tasselli in interventi di restauro/risanamento dovranno essere dello stesso tipo di quelle esistenti preferibilmente di recupero, in particolare dovranno avere caratteristiche rispondenti a quelle specificate dalla Soprintendenza e dalla D.L., quali ad esempio colore, venatura, spessore, dimensioni, finitura dei bordi, finitura superficiale, finitura dei giunti. Pietre da taglio Oltre a possedere i requisiti delle pietre naturali, dovranno essere sonore alla percussione, prive di fenditure e litoclasi e possedere una perfetta lavorabilitÞ. SarÞ vietato l'impiego di materiali con venature disomogenee o, in genere, di brecce.

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Inoltre dovranno avere idonea resistenza a compressione, resistenza a flessione, tenacitÞ (resistenza agli urti), capacitÞ di resistenza agli agenti atmosferici e alle sostanze inquinanti, lavorabilitÞ (attitudine ad essere trasformate in blocchi squadrati, in lastre, colonne, capitelli, comici) e lucidabilitÞ (nel caso di elementi "a vista"). L'impresa dovrÞ verificare che gli elementi vengano lavorati e posati in opera in modo tale che i piani di venatura vengano orientati secondo le corrette giaciture in funzione delle singole applicazioni. Quando anche si tratti di facce semplicemente abbozzate, esse dovranno venire lavorate sotto regolo in modo da non presentare incavi o sporgenze maggiori di 2 cm rispetto al piano medio; le pietre lavorate a punta grossa non presenteranno irregolaritÞ maggiori di 1 cm. Per le pietre lavorate a punta mezzana od a punta fina, i letti di posa saranno lavorati a perfetto piano, e le facce dovranno avere gli spigoli vivi e ben rifilati in modo che le connessure non eccedano i 5 mm. Dove sia prescritta la lavorazione a martellina, le superfici e gli spigoli dovranno essere lavorati in modo che le commessure non eccedano i 3 mm. Non saranno tollerate nÈ smussature negli spigoli, nÈ cavitÞ nelle facce, nÈ masticature o rattoppi. Lastre per tetti, per cornicioni e simili Saranno preferibilmente costituite da rocce impermeabili (poco porose), durevoli ed inattaccabili al gelo, che si possano facilmente trasformare in lastre sottili (scisti, lavagne). Il materiale dovrÞ presentare marcatura. lastre per interni Dovranno essere costituite preferibilmente da pietre perfette, lavorabili, trasformabili in lastre lucidabili, tenaci e resistenti all'usura. Per il pezzame "a bollettonato " si dovrÞ valutare il coefficiente di usura secondo l'Art. 5 del R.D. 2234 del 16.11.1939. Il materiale dovrÞ presentare marcatura CE. Tufi Dovranno possedere una struttura litoide, solida ed omogenea. La loro massa non dovrÞ essere inferiore a 1600 Kg/m3. e la resistenza a compressione a 35 Kg/cm2 (a secco) e a 25 Kg/cm2 (bagnato). SarÞ vietato l'utilizzo di tufi friabili o a base di pomice. Marmi Dovranno essere della migliore qualitÞ, privi di scaglie, brecce, vene, spaccature, nodi o altri difetti che li renderebbero fragili e poco omogenei. Non saranno tollerate stuccature, tasselli, rotture e scheggiature. Il materiale dovrÞ presentare marcatura CE.

2.7

CALCI, POZZOLANE, LEGANTI IDRAULICI, LEGANTI
IDRAULICI SPECIALI E LEGANTI SINTETICI

ModalitÞ di fornitura e conservazione effettuato sia ricorrendo al prodotto sfu su cui dovranno essere chiaramente stabilimento di produzione, la quantitÞ

L'approvvigionamento dei leganti potrÞ essere so che a quello confezionato in sacchi sigillati indicati il peso, la qualitÞ del legante, lo di acqua occorrente per il confezionamento di

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una malta normale e le resistenze minime a trazione ed a compressione dopo 28 gg. di stagionatura dei provini. L'introduzione in cantiere di ogni partita di legante dovrÞ essere annotata sul giornale dei lavori o sul registro dei getti; la conservazione dei leganti dovrÞ essere effettuata in locali asciutti e su tavolati in legname approntati a cura dell'Appaltatore. Tutti i cementi/leganti che all'atto dell'utilizzo dovessero risultare alterati verranno rifiutati ed allontanati. Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento dell'esecuzione dei lavori, dovranno pertanto essere conformi al DM 14 gennaio 2008, norme tecniche per le costruzioni, ed alla UNI EN 998-2, UNI EN 1015-11:2007. 2 .7 .1 L
EGANTI IDRAULICI

I cementi e le calci idrauliche dovranno possedere le caratteristiche d'impiego stabilite dal DM 14 gennaio 2008; invece, le norme relative all'accettazione e le modalitÞ d'esecuzione delle prove d'idoneitÞ e collaudo saranno regolate dal decreto precedentemente citato e dalla UNI EN 1015-11: 2007. Nelle applicazioni di restauro/consolidamento di strutture esistenti dovranno essere utilizzare esclusivamente calci idrauliche naturali classificate come NHL secondo secondo EN 459-1 con resistenza non inferiore a M2.5 (secondo UNI EN 998-2 ­ 2004). Nelle applicazioni strutturali, salvo diversa indicazione degli elaborati progettuali la resistenza non dovrÞ essere inferiore a M5 (secondo UNI EN 998-2 ­ 2004) ovvero dovrÞ essere previsto l'utilizzo di calce NHL5. Solo su autorizzazione della D.L. potranno essere utilizzate calci idrauliche naturali con materiali aggiunti (NHL-Z secondo EN 459-1) o altre calci purchÈ venga garantita l'assenza di sali solubili e la compatibilitÞ chimico fisica con i materiali esistenti. 2 .7 .2 L
EGANTI IDRAULICI SPECIALI

Cementi privi di ritiro - Costituiti da cemento Portland, agenti espansivi (solfoalluminati di calcio) ed agenti stabilizzanti avranno le seguenti caratteristiche: - assenza di ritiro sia in fase plastica che in fase d'indurimento (UNI 6555- 73); - consistenza (slump) compresa fra i valori di 14-20 cm.; - assenza di acqua essudata (bleeding) UNI 7122; - buona lavorabilitÞ e lungo mantenimento della stessa (UNI 7123/72); - ottima capacitÞ di adesione su diversi tipi di supporti (UNI 10020/72); - resistenze meccaniche adeguate alla specifica applicazione (UNI 6132/72, 6235/ 72, 6556) Verranno impiegati miscelandoli con l'esatto quantitativo d'acqua consigliato dal produttore e gli sfridi, una volta rappresi, dovranno essere trasportati a rifiuto. L'Appaltatore dovrÞ prestare particolare attenzione alla loro stagionatura umida ricorrendo alle modalitÞ consigliate dal produttore. 2 .7 .3 Resine L
EGANTI SINTETICI

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L'utilizzo di detti materiali, la provenienza, la preparazione, il peso dei singoli componenti e le modalitÞ d'applicazione saranno concordati con la D.L. dietro la sorveglianza e l'autorizzazione degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto. Trovandosi in presenza di manufatto di particolare valore storico - artistico sarÞ vietato, salvo specifica disposizione degli elaborati di progetto, in assenza di analisi di laboratorio, di prove applicative o di specifiche garanzie da parte della ditta produttrice sull'effettiva irreversibilitÞ dell'indurimento ed in mancanza di una comprovata compatibilitÞ chimica, fisica e meccanica con i materiali edili preesistenti, utilizzare prodotti di sintesi chimica. Le caratteristiche dei suddetti prodotti saranno conformi alle norme UNICHIM, mentre le analisi di laboratorio relative alle indagini preliminari per la scelta dei materiali saranno quelle stabilite dalle raccomandazioni NORMAL. In particolare le caratteristiche qualitative dei legami organici in base alloro impiego saranno le seguenti: - perfetta adesione ai comuni materiali da costruzione ottenuta mediante la formazione di un sufficiente numero di gruppi polari capaci di stabilire legami fisici d'affinitÞ con i costituenti sia minerali che organici dei materiali trattati; - buona stabilitÞ alla depolimerizzazione ed all'invecchiamento; - elevata resistenza all'attacco chimico operato da acque, sostanze alcaline o da altri tipi di aggressivi chimici; - limitatissimo ritiro in fase d'indurimento. Ove necessario per garantire un ottimale esecuzione dell'incollaggio (es. inghisaggi in fori inclinati verso l'alto e/o in materiale fratturato ecc.) le resine dovranno essere caratterizzate da una tixotropia elevata. Tutte le resine utilizzate dovranno possedere marcatura CE ed essere accompagnate da schede tecniche che ne certifichino le caratteristiche fisico - meccaniche sulla base di prove di laboratorio. In tutti gli incollaggi, particolare cura dovrÞ essere adottata per una adeguata preparazione del supporto che dovrÞ essere liberato delle parti decoese, perfettamente pulito ed preliminarmente trattato con primer al fine di assicurare una ottimale adesione. In particolare l'incollaggio dovrÞ assicurare un'adesione al supporto superiore alla resistenza a trazione del materiale base (nelle prove di adesione la superficie di frattura dovrÞ risultare generalmente all'interno dell'aderendo, "frattura coesiva"). Resine epossidiche Derivate dalla condensazione del bisfenolo A conepicloridrina, potranno essere del tipo solido o liquido. In combinazione con appositi indurenti amminici che ne caratterizzano il comportamento, potranno essere utilizzate anche miscele con cariche minerali, riempitivi, solventi ed addensanti, solo dietro approvazione del D.L., per lavori in cui sarÞ necessario sfruttare le loro elevatissime capacitÞ adesive. Saranno vietati tutti i trattamenti superficiali che potrebbero sostanzialmente modificare l'originario effetto cromatico dei manufatti (UNI 7097-72). Le caratteristiche meccaniche, le modalitÞ applicative e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM. I prodotti utilizzati non dovranno presentare nessun ritiro in fase di polimerizzazione.

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In genere in presenza di fori lisci (es. fori carotati), per assicurare una corretta adesione, salvo diversa indicazione della D.L. dovranno essere utilizzati opportuni formulati epossidici. Le caratteristiche richieste in relazione allo specifico utilizzo (+ 20C) sono le seguenti: Formulati epossidici ad iniezione per ancoraggi ed inghisaggi: resistenza a flessione (DIN EN 196-1) 40 M P a m i nut i resistenza a compressione (DIN EN 196-1) 100 Mpa resistenza a trazione (ISO 527) 18 M P a ore allungamento a rottura (ISO 527) 1 .2 1 % modulo elastico (ISO 527) 3,60 Gpa densitÞ 1,50 g/cm3 Formulati epossidici fluidi per colata: densitÞ 1,40 g/cm3 resistenza a compressione (DIN EN ISO 604) 90 M P a resistenza a flessione (UNI 7219) 47 M P a resistenza a trazione (UNI 5819) 19 M P a modulo elastico a trazione (UNI 5819) 5808 M P a adesione Fe/Fe (ASTM D 1002) 7 MP a adesione al cls (UNI 8298) 4 ,9 M P a vita utile (gel time) (ASTM C 881) 1 h 30 m i n ritiro lineare (ASTM D2566) 0,0012 cm/cm Note:potranno in generale essere utilizzate resine tipo hilti HIT-RE-500 Resine poliesteri e vinilesteri Derivate dalla reazione di policondensazione dei glicoli con gli acidi polibasici e le loro anidridi, potranno essere usate sia come semplici polimeri liquidi sia in combinazione con fibre di vetro, di cotone o sintetiche o con calcari, gesso, cementi e sabbie. Anche per le resine poliesteri valgono le stesse precauzioni, divieti e modalitÞ d'uso enunciati a proposito delle resine epossidiche. Le loro caratteristiche meccaniche, le modalitÞ d'applicazione e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM. Ancorante chimico in vinilestere: resistenza a flessione (DIN EN 196-1) resistenza a compressione (DIN EN 196-1) resistenza a trazione (ISO 527) allungamento a rottura (ISO 527) modulo elastico (ISO 527) densitÞ 1,70 g/ 15 M P a 60 M P a 10 M P a 0 ,4 7 % 4,3 Gpa cm3

dopo

45

dopo 45 m i nut i dopo 24 dopo 24 ore dopo 24 ore

d d d d d

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p p p p p

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4 4 2 2 2

5 5 4 4 4

m i nut i m i nut i ore ore ore

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OPERE CIVILI E STRUTTURALI
DISCIPLINARE DESCRITTIVO

Il prodotto dovrÞ essere atossico (senza stirene) Resine acriliche Polimeri di addizione dell'estere acrilico o di suoi derivati. Termoplastiche, resistenti agli acidi, alle basi, agli alcoli in concentrazione sin al 40%, alla benzina, alla trementina. Resine di massima trasparenza, dovranno presentare buona durezza e stabilitÞ dimensionale, buona idrorepellenza e resistenza alle intemperie. A basso peso molecolare presentano bassa viscositÞ e possono essere lavorate ad iniezione. Potranno essere utilizzate quali consolidanti ed adesivi, eventualmente miscelati con siliconi, con siliconato di potassio ed acqua di calce. Anche come additivi per aumentare l'adesivitÞ (stucchi, malte fluide).

2.8

LATERIZI

I laterizi da impiegare per i lavori di qualsiasi genere, dovranno corrispondere alle norme tecniche per le costruzioni D.M. 14 gennaio 2008, ed alle norme UNI vigenti. I mattoni pieni per uso corrente dovranno essere parallelepipedi, di lunghezza doppia della larghezza (salvo diverse proporzioni dipendenti dall'uso locale), di modello costante, presentare, sia all'asciutto che dopo prolungata immersione nell'acqua, una resistenza alla compressione non inferiore a quella indicata dalla normativa UNI vigente. Nelle lavorazioni inerenti restauro e consolidamento di murature storiche dovranno essere utilizzati laterizi aventi caratteristiche fisico-meccaniche, cromatiche e dimensionali compatibili con l'esistente. Si dovranno utilizzare preferibilmente mattoni pieni di recupero possibilmente coevi a quelli della struttura da consolidare o in alternativa elementi realizzati "a mano" con la tecnologia produttiva tradizionale "a pasta molle" (non trafilati) conformi alle norme UNI 8394/83. I mattoni forati, le volterrane ed i tavelloni dovranno pure presentare una resistenza alla compressione di almeno Kg. 16 per centimetro quadrato di superficie totale premuta (UNI 5631-65; 2105-07). Le tegole piane o curve, di qualunque tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une sulle altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme; appoggiate su due regoli posti a mm. 20 dai bordi estremi dei due lati piÛ corti, dovranno sopportare, sia un carico concentrato nel mezzo gradualmente crescente fino a Kg. 120, sia l'urto di una palla di ghisa del peso di Kg. 1 cadente dall'altezza di cm. 20. Sotto un carico di mm. 50 d'acqua mantenuta per 24 ore le tegole devono risultare impermeabili (UNI 2619-20- 21-22). Le tegole piane infine non devono presentare difetto alcuno nel nasello.

2.9

MATERIALI FERROSI E METALLI VARI

Le prove sui materiali si svolgeranno presso i Laboratori Ufficiali indicati dalla Direzione Lavori.

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la Direzione Lavori potrÞ, a suo insindacabile giudizio, autorizzare l'effettuazione delle prove presso i laboratori degli stabilimenti di produzione, purchÈ questi siano forniti dei mezzi e delle attrezzature necessarie, tarate e controllate da un laboratorio ufficiale, ai sensi dell'Art. 20 della legge 5/11/1971, n° 1086 e successive modificazioni. L'entitÞ dei lotti da sottoporre a collaudo, il numero e le modalitÞ di prelievo dei campioni, saranno di regola conformi al DM 14 gennaio 2008, norme tecniche per le costruzioni e alle norme UNI vigenti per i singoli materiali. La Direzione Lavori ha comunque la facoltÞ di prelevare in qualunque momento della lavorazione campioni di materiale da sottoporre a prova presso Laboratori di sua scelta per verificarne la rispondenza alle Norme di accettazione ed ai requisiti di progetto, le spese di esecuzione di tutte le prove sono a carico dell'Impresa. Per ogni operazione di collaudo sarÞ redatto, a cura e spese dell'Impresa, apposito verbale, che sarÞ firmato dalla Direzione Lavori e dall'Impresa. Di questo verbale verrÞ consegnata copia alla Direzione Lavori. Un'altra copia verrÞ conservata dall'Impresa che avrÞ obbligo di esibirla a richiesta della Direzione Lavori. 2 .9 .1 MAT
ERIALI FERROSI

I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto di fusione, laminazione, trafilature, fucinatura e simili. Essi dovranno avere tutte le caratteristiche previste nelle Norme Tecniche per la costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 e relativa Circolare 2 febbraio 2009 (n° 617) e da tutte le norme UNI vigenti e presentare inoltre, seconda della loro quantitÞ, i requisiti indicati ai paragrafi seguenti. Ferro Il ferro comune dovrÞ essere di prima qualitÞ, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrÞ essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di continuitÞ. Acciaio da carpenteria L'Impresa sarÞ tenuta all'osservanza delle Norme Tecniche per la costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 e relativa CIRCOLARE 2 febbraio 2009 (n° 617) e di tutte le norme UNI vigenti, applicabili. Per quanto applicabili e non in contrasto con le suddette Norme, si richiamano qui espressamente anche le seguenti Norme UNI: - UNI 7070/82 relativa ai prodotti laminati a caldo di acciaio non legato di base e di qualitÞ; - UNI 10011/88 relativa alle costruzioni in acciaio, recante istruzioni per il calcolo, l'esecuzione e la manutenzione. - CNR 10016-85 relativa alle strutture miste in acciaio-calcestruzzo I materiali impiegati nella costruzione di strutture in acciaio dovranno essere "qualificati", la marcatura dovrÞ risultare leggibile ed il produttore dovrÞ

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accompagnare la fornitura con l'attestato di controllo e la dichiarazione che il prodotto Õ qualificato. Prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare l'Impresa dovrÞ presentare alla Direzione Lavori, in copia riproducibile i disegni costruttivi di officina delle strutture, nei quali dovranno essere completamente definiti tutti i dettagli di lavorazione, ed in particolare: - i diametri e la disposizione dei bulloni, nonchÈ dei fori relativi; - le coppie di serraggio dei bulloni ad alta resistenza; - le classi di qualitÞ delle saldature; - il progetto e le tecnologie di esecuzione delle saldature, e specificatamente: le dimensioni dei cordoli, le caratteristiche dei procedimenti, le qualitÞ degli elettrodi; - gli schemi di montaggio e controfrecce di officina Sui disegni costruttivi di officina dovranno essere inoltre riportate le distinte dei materiali, nelle quali sarÞ specificato numero, qualitÞ, tipo di lavorazione, grado di finitura, dimensioni e peso teorico di ciascun elemento costituente la struttura. L'Impresa dovrÞ inoltre far conoscere per iscritto, prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare, la loro provenienza con riferimento alle distinte di cui sopra. õ facoltÞ della Direzione dei Lavori di sottoporre il progetto, le tecnologie di esecuzione delle saldature, alla consulenza dell'Istituto Italiano della Saldatura, o di altro Ente di sua fiducia. La Direzione Lavori stabilirÞ il tipo e l'estensione dei controlli da eseguire sulle saldature, sia in corso d'opera che ad opera finita, in conformitÞ a quanto stabilito dal D.M. 27/7/1985 e successivi aggiornamenti, e tenendo conto delle eventuali raccomandazioni dell'Ente di consulenza. Consulenza e controlli saranno eseguiti dagli Istituti indicati dalla Direzione Lavori. Si precisa che tutti gli acciai dei gradi B, C e D, da impiegare nelle costruzioni, saranno da sottoporre, in sede di collaudo tecnologico, al controllo della resilienza. La fornitura dovrÞ essere accompagnata della seguente documentazione: - certificato di collaudo secondo UNI EN 10204 (dicembre 1992); - dichiarazione che il prodotto Õ qualificato ai sensi delle norme tecniche vigenti (D.M. 09/01/96), e di aver soddisfatto tutte le relative prescrizioni, riportando gli estremi del marchio e unendo copia del relativo certificato del laboratorio ufficiale. Collegamenti bullonati L'Impresa sarÞ tenuta all'osservanza delle Norme Tecniche per la costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 e di tutte le norme UNI vigenti. I collegamenti bullonati dovranno essere eseguiti con bulloni ad alta resistenza di classe indicata negli elaborati di progetto e/o indicata dalla D.L.. Rosette e piastrine dovranno essere realizzate con acciaio di tipo e classe prescritti negli elaborati di progetto e/o indicati dalla D.L.. Collegamenti saldati Saldature a cordone d'angolo e/o a completa penetrazione di prima classe secondo quanto previsto dal delle Norme Tecniche per la costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 e da tutte le norme UNI vigenti.

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Quando richiesto dalla D.L., la fornitura dovrÞ essere accompagnata dai certificati relativi all'esame radiografico eseguito in officina. Il Direttore dei lavori potrÞ a cura e spese dell'impresa ordinare in cantiere ulteriori controlli radiografici e ultrasonori per verificare la classe di appartenenza delle saldature eseguite. In numero e l'estensione dei controlli magnetici da eseguire sui cordoni ad angolo verrÞ stabilita dal Direttore dei Lavori, e dovranno essere eseguiti a cura dell'impresa. Le saldature speciali di elementi quali i connettori a taglio devono essere realizzate secondo le specifiche norme di prodotto e istruzioni del produttore. Acciai in barre ad aderenza migliorata B450 C (Feb 44k) Gli acciai per armature di c.a. debbono corrispondere ai tipi ed alle caratteristiche stabilite dalle Norme Tecniche per la costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 e da tutte le norme UNI vigenti. Le modalitÞ di prelievo dei campioni da sottoporre a prova sono quelle previste dallo stesso D.M. sopraccitato. DovrÞ essere privo di difetti ed inquinamenti che ne pregiudichino l'impiego. La D.L. dovrÞ, sottoporre a controllo in cantiere le barre ad aderenza migliorata FeB38K e FeB44K in conformitÞ a quanto citato dal succitato decreto. Anche in questo caso i campioni verranno prelevati in contraddittorio con l'impresa ed inviati a cura della D.L. ed a spese dell'impresa ad un Laboratorio Ufficiale. La D.L. darÞ benestare per la posa in opera delle partite sottoposte all'ulteriore controllo in cantiere soltanto dopo che avrÞ ricevuto il relativo certificato di prova e ne avrÞ constatato l'esito positivo. Nel caso di esito negativo si procederÞ come indicato nel D.M. 14 gennaio 2008 sopraccitato. Qualora l'Appaltatore intenda effettuare la sagomatura e/o l'assemblaggio delle barre al di fuori del cantiere dovrÞ rivolgersi ad un centro di trasformazione di cui al punto 11.3.1.7 del DM 14/01/2008. In tal caso ogni fornitura dovrÞ essere accompagnata, oltre che dalla documentazione sopraccitata anche dalla seguente: - da dichiarazione, su documento di trasporto, degli estremi dell'attestato di avvenuta dichiarazione di attivitÞ, rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale, recante il logo o il marchio del centro di trasformazione; - dall'attestazione inerente l'esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dalla Direzione Tecnico del centro di trasformazione, con l'indicazione dei giorni nei quali la fornitura Õ stata lavorata. Qualora la Direzione dei Lavori lo richieda, all'attestazione di cui sopra potrÞ seguire copia dei certificati relativi alle prove effettuate nei giorni in cui la lavorazione Õ stata effettuata. Reti in acciaio elettro-saldato Le reti di tipo normale dovranno avere diametri compresi fra 4 e 12 mm e, se previsto, essere zincate in opera; le reti di tipo inossidabile dovranno essere ricoperte da pistrati di zinco (circa 250 gr/mq) perfettamente aderenti alla rete; le reti laminate normali o zincate avranno un carico allo sfilamento non inferiore a 30-35 kg/mmq. Tutte le reti elettro saldate da utilizzare in strutture di cemento armato avranno le

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caratteristiche richieste dal citato Norme Tecniche per le costruzioni, D.M. 14 gennaio 2008. Connettori a taglio saldati per travi acciaio calcestruzzo. I connettori a taglio devono essere conformi alla norma UNI EN ISO 13918 in acciaio S275J2 e presentare a rottura un allungamento maggiore del 15% e una strizzone maggiore del 50% I connettori devono essere forniti con le apposite ferule o capsule per la saldatura, la relativa certificazione e le istruzioni di installazione. 2 .9 .2 ME
TALLI VARI

Il piombo (UNI 3165, 6450, 7043), lo zinco (UNI 2013 e 2014/74), lo stagno (UNI 3271 e 5539), il rame (UNI 5649) l'alluminio (UNI C.D.U. 669/71) l'alluminio anodizzato (UNI 4222/66) e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare nelle costruzioni devono essere delle migliori qualitÞ, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori a cui sono destinati, e scevri da ogni impuritÞ o difetto che ne vizi la forma, o ne alteri la resistenza o la durata.

2.10 LEGNAMI
La produzione di elementi strutturali di legno massiccio a sezione rettangolare dovrÞ risultare conforme alla norma europea armonizzata UNI EN 14081 e recare la marcatura CE. Qualora non sia applicabile la marcatura CE, i produttori di elementi di legno massiccio per uso strutturale devono essere qualificati. Il legno massiccio per uso strutturale Õ un prodotto naturale, selezionato e classificato in dimensioni d'uso secondo la resistenza, elemento per elemento, sulla base delle normative applicabili. I criteri di classificazione garantiscono all'elemento prestazioni meccaniche minime statisticamente determinate, definendone il profilo resistente, che raggruppa le proprietÞ fisico-meccaniche necessarie per la progettazione strutturale. In generale, salvo diversa indicazione, si prevede la piallatura degli elementi "a vista". Le dimensioni indicate negli elaborati progettuali si intendono riferite agli elementi giÞ piallati. Il legname dovrÞ essere adeguatamente stagionato in funzione della specifica applicazione con umiditÞ comunque non maggiore del 15%, misurata secondo le norme UNI 8829 e 8939. Il legname dovrÞ generalmente provenire da gestione forestale sostenibile certificata. Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di un sesto del lato della sezione trasversale. Tutte le parti dei legnami che rimangono incassate nella muratura devono, prima della posa in opera, essere convenientemente spalmate di catrame vegetale o di carbolineum e tenute, almeno lateralmente e posteriormente, isolate in modo da permettere la permanenza di uno strato di aria possibilmente ricambiabile.

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Il DL potrÞ far eseguire ulteriori prove di accettazione sul materiale pervenuto in cantiere e sui collegamenti Tutto il legname dovrÞ essere inoltre soggetto a trattamento superficiale con sostanze penetranti in grado si creare un' ambiente non adatto alla proliferazioni funghi o insetti silofagi, il trattamento non dovrÞ creare pellicole superficiali e dovrÞ garantire un basso tasso di tossicitÞ. L'applicazione del prodotto, potrÞ essere fatta a pennello o a spruzzo (in questo caso l'operatore dovrÞ ricorrere alle opportune protezioni per gli occhi e per le vie respiratorie) in modo da garantire una copertura uniforme della superficie; a tale riguardo potranno essere applicate piÛ mani relazionandosi allo specifico prodotto utilizzato. Ad essiccazione del prodotto avvenuta (in media 4-6 ore) la parte trattata dovrÞ essere carteggiata (nel senso della venatura del legno ricorrendo all'uso di carta abrasiva di grana 100, 120, o rasiera) al fine di eliminare le eventuali, fibre legnose rialzate durante l'applicazione del prodotto. Per tutti gli elementi per cui sarÞ possibile farlo, i trattamenti di protezione saranno preferibilmente effettuati in stabilimento, onde ottenere una piÛ uniforme e precisa lavorazione. In alternativa se le dimensioni lo consentono i trattamenti possono essere applicati anche per immersione.

2.11 ADDITIVI
Gli additivi per calcestruzzi e malte sono sostanze chimiche che, aggiunte in piccole dosi agli impasti, hanno la capacitÞ di modificarne le proprietÞ. L'Appaltatore dovrÞ fornirli nei contenitori originali sigillati su cui dovranno essere indicate le quantitÞ, la data di scadenza e le modalitÞ d'uso ed avrÞ l'obbligo di miscelarli alle malte, nei rapporti prescritti, in presenza della D.L.. Sono classificati dalla norma UNI 934 ­ 2, 2002 in fluidificanti, areanti, acceleranti, ritardanti, antigelo, ecc.. In relazione al tipo dovranno possedere caratteristiche conformi a quelle prescritte dalle rispettive norme UNI indicate e successive integrazioni e modificazioni (Fluidificanti 7102, superfluidificanti 8145, agenti espansivi non metallici 8146 ) e dal D.M. 26.03.1980. Nel caso di uso contemporaneo di piÛ additivi l'Impresa dovrÞ fornire alla Direzione Lavori la prova della loro compatibilitÞ. Ad ogni carico di additivo giunto in cantiere, l'Impresa dovrÞ consegnare alla Direzione lavori, copia fotostatica del documento di trasporto ed il certificato d'origine fornito dal produttore, che attesti la ConformitÞ, a quanto preliminarmente approvato, circa le caratteristiche dell'additivo. 2.11.1 ADDI
TIVI FLUIDIFICANTI, SUPERFLUIDIFICANTI E IPERFLUIDIFICANTI

Allo scopo di realizzare conglomerati cementizi impermeabi rapporto a/c ed elevata lavorabilitÞ (vedi tab. 15 C) si farÞ additivi fluidificanti e superfluidificanti del tipo approvato dalla A seconda delle condizioni ambientali e dei tempi di trasporto e essere impiegati anche additivi del tipo ad azione mista fluidificante-ritardante e fluidificante-accelerante.

li e durevoli a basso costantemente uso di Direzione Lavori. lavorazione, potranno fluidificante-aerante,

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Non dovranno essere impiegati additivi a base di cloruri o contenenti cloruri di calcio. Il loro dosaggio dovrÞ essere definito in fase di qualifica dei conglomerati cementizi sulla base delle indicazioni del fornitore. Per conglomerati cementizi che debbono avere particolari requisiti di resistenza e durabilitÞ, se previsti in progetto, dovranno essere impiegati additivi iperfluidificanti a base acrilica (caratterizzati da una riduzione d'acqua di almeno il 30%).

2.12 MALTE. QUALITþ E COMPOSIZIONE
Le malte, per quanto possibile, devono essere confezionate con materiali analoghi a quelli utilizzati durante la costruzione del bene oggetto del restauro. In ogni modo, la composizione delle malte, l'uso specifico di ognuna di esse nelle varie fasi dei lavori, l'eventuale integrazione con additivi, resine o con altri prodotti di sintesi chimica, ecc., saranno specificati dalla D.L. dietro autorizzazione degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto. Nella preparazione delle malte si dovranno usare sabbie di granulometria e natura chimica appropriata. Saranno, in ogni caso, preferite le sabbie di tipo siliceo o calcareo, mentre andranno escluse quelle provenienti da rocce friabili o gessose; non dovranno contenere alcuna traccia di cloruri, solfati, materie argillose, terrose, limacciose e polverose. L'impasto delle malte, effettuato con appositi mezzi meccanici o, manualmente, dovrÞ risultare omogeneo e di tinta uniforme. I vari componenti, con l'esclusione di quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati preferibilmente sia a peso che a volume. La calce spenta in pasta dovrÞ essere accuratamente rimescolata in modo che la sua misurazione, a mezzo di cassa parallelepipeda, riesca semplice e di sicura esattezza. Gli impasti dovranno essere preparati nella quantitÞ necessaria per l'impiego immediato e, per quanto possibile, in prossimitÞ del lavoro. I residui d'impasto che non avessero per qualsiasi ragione immediato impiego, dovranno essere gettati a rifiuto, ad eccezione di quelli formati con calce comune che, il giorno stesso della loro miscelazione, potranno essere riutilizzati. I componenti di tutti i tipi di malte dovranno essere mescolati a secco. Le prescrizioni relative alle malte sono contenute nel D.M. 14 gennaio 2008 e nelle norme UNI vigenti specifiche per ogni applicazione ( UNI EN 998 -1-2, 2004; UNI EN 1015). Ove l'approvvigionamento delle malte dovesse essere effettuato ricorrendo a prodotti confezionati in sacchi o in fusti, questi oltre ad essere perfettamente sigillati dovranno avere la chiara indicazione relativa al produttore, al peso, alla classe di appartenenza, allo stabilimento di produzione, alla quantitÞ d'acqua occorrente per il confezionamento, alle modalitÞ di confezionamento e alle resistenze minime dopo i 28 giorni di stagionatura. Il materiale dovrÞ presentare marcatura CE. 2.12.1 MAL
TE ADDITIVE

Per tali s'intendono quelle malte alle quali vengono aggiunti, in piccole quantitÞ, degli agenti chimici che hanno la proprietÞ di migliorare le caratteristiche meccaniche.

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Malte additive con agenti antiritiro e riduttori d'acqua Trattasi di malte addittivate con agenti chimici capaci di ridurre il quantitativo d'acqua normalmente occorrente per il confezionamento di un impasto facilmente lavorabile, la cui minore disidratazione ed il conseguente ritiro, permettono di evitare le pericolose screpolature che, spesso, favoriscono l'assorbimento degli agenti inquinanti. I riduttori d'acqua che generalmente sono dei polimeri in dispersione acquosa composti da finissime particelle altamente stabili agli alcali modificate mediante l'azione di specifiche sostanze stabilizzatrici (sostanze tensioattive e regolatori di presa). Il tipo e la quantitÞ dei riduttori saranno stabiliti dalla D.L.. In ogni caso essi dovranno assicurare le seguenti caratteristiche: - basso rapporto acqua cemento; - proprietÞ meccaniche conformi alla specifica applicazione; - elevata flessibilitÞ e plasticitÞ della malta; - basse tensioni di ritiro; - ottima resistenza all'usura; - elevata lavorabilitÞ; - ottima adesione ai supporti; - elevata resistenza agli agenti inquinanti. La quantitÞ di additivo da aggiungere agli impasti sarÞ calcolata considerando ove occorre anche l'umiditÞ degli inerti (Õ buona norma, infatti, separare gli inerti in base alla granulometria e lavarli per eliminare sali o altre sostanze inquinanti). La quantitÞ ottimale che varierÞ in relazione al particolare tipo d'applicazione potrÞ oscillare, in genere, dal 5 ai 10% in peso sul quantitativo di cemento. Per il confezionamento di miscele cemento/additivo o cemento/inerti/additivo si dovrÞ eseguire un lavoro d'impasto opportunamente prolungato facendo ricorso, preferibilmente, a mezzi meccanici come betoniere e mescolatori elicoidali per trapano. Una volta pronta, la malta verrÞ immediatamente utilizzata e sarÞ vietato rinvenirla con altra acqua al fine di riutilizzarla in tempi successivi. L'Appaltatore sarÞ obbligato a provvedere alla miscelazione in acqua dei quantitativi occorrenti di additivo in un recipiente che sarÞ tenuto a disposizione della D.L. per eventuali controlli e campionature di prodotto. La superficie su sui la malta sarÞ applicata dovrÞ presentarsi solida, priva di polveri e residui grassi. Se richiesto dalla D.L. l'Appaltatore dovrÞ utilizzare come imprimitore un'identica miscela di acqua, additivo e cemento molto piÛ fluida. Le malte modificate con riduttori di acqua poichÈ, induriscono lentamente dovranno essere protette da una rapida disidratazione (stagionatura umida). Malte espansive Si tratta di malte in cui l'additivo provoca un aumento di volume dell'impasto. Questi prodotti dovranno essere utilizzati in tutte quelle lavorazioni che prevedono collaggi o iniezioni di malte fluide: sottofondazioni e sottomurazioni, volte e cupole, coperture, rifacimenti di strutture e consolidamenti. La malta dovrÞ essere preparata mescolando in betoniera una miscela secca di legante, inerte ed agenti espansivi in polvere nella quantitÞ media, salvo diverse prescrizioni della D.L., di circa 10-40 Kg/mc. di malta; solo successivamente si potrÞ aggiungere il quantitativo misurato d'acqua. Nei casi in cui l'agente espansivo dovesse essere il tipo liquido, esso sarÞ aggiunto alla miscela

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secca inerti/legante solo dopo una prolungata miscelazione in acqua. L'Appaltatore sarÞ tenuto a provvedere alla miscelazione in acqua dei quantitativi occorrenti di additivo dentro un recipiente tenuto a disposizione della D.L. per eventuali controlli e campionature di prodotto. Sebbene gli agenti espansivi siano compatibili con un gran numero di additivi, tuttavia sarÞ sempre opportuno: - mescolare gli additivi di una sola ditta produttrice; - ricorrere alla consulenza tecnica del produttore; - richiedere l'autorizzazione della D.L. La stagionatura delle miscele espansive si otterrÞ mantenendo le malte in ambiente um i do. 2.12.2 MAL
TE E CALCESTRUZZI PRECONFEZIONATI

Su autorizzazione della DL si potrÞ ricorrere a malte con dosaggio controllato confezionate con controllo automatico ed elettronico in modo che nella miscelazione le sabbie vengano selezionate in relazione ad una curva granulometrica ottimale e i cementi ad alta resistenza e gli additivi chimici rigorosamente dosati. Anche utilizzando tali tipi di malte l'Appaltatore sarÞ sempre tenuto, nel corso delle operazioni di preparazione delle stesse, su richiesta della D.L., a prelevare campioni rappresentativi per effettuare le prescritte prove ed analisi, che potranno essere ripetute durante il corso dei lavori od in sede di collaudo. Le malte preconfezionate potranno essere usate per stuccature profonde, incollaggi, ancoraggi, rappezzi, impermeabilizzazioni, getti in fondazione ed, in genere, per tutti quei lavori previsti dal progetto, prescritti dal contratto o richiesti dalla D.L che lo prevedano. In ogni fase l'Appaltatore dovrÞ attenersi alle istruzioni per l'uso prescritte dalle ditte produttrici che, spesso, prevedono un particolare procedimento di preparazione atto a consentire una distribuzione piÛ omogenea dell'esiguo quantitativo d'acqua occorrente ad attivare l'impasto. DovrÞ altresË utilizzare tutte le apparecchiature piÛ idonee per garantire ottima omogeneitÞ all'impasto (miscelatori elicoidali, impastatrici, betoniere, ecc.) oltre a contenitori specifici di adatte dimensioni. DovrÞ inoltre attenersi a tutte le specifiche di applicazione e di utilizzo fornite dalle ditte produttrici nel caso dovesse operare in ambienti o con temperature e climi particolari. SarÞ in ogni modo consentito l'uso di malte premiscelate pronte per l'uso purchÈ ogni fornitura sia accompagnata da specifiche schede tecniche relative al tipo di prodotto, alle tecniche di preparazione e applicazione oltre che da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantitÞ dei leganti e degli eventuali additivi. Nel caso in cui il tipo di malta non rientri tra quelli prima indicati il fornitore dovrÞ certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa.

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2.13 CONGLOMERATI DI RESINA SINTETICA
Saranno da utilizzarsi secondo le modalitÞ di progetto, dietro specifiche indicazioni della D.L. e sotto il controllo degli organi preposti alla tutela del bene oggetto di intervento. Trattandosi di materiali particolari, commercializzati da varie ditte produttrici dovranno presentare alcune caratteristiche di base garantendo elevate resistenze meccaniche e chimiche, ottime proprietÞ di adesione, veloce sviluppo delle proprietÞ meccaniche, buona lavorabilitÞ a basse ed elevate temperature, sufficiente tempo di presa. Si dovranno confezionare miscelando adatti inerti, con le resine sintetiche ed i relativi indurenti. Si potrÞ in fase di intervento variarne la fluiditÞ regolandola in funzione del tipo di operazione da effettuarsi relativamente al tipo di materiale. Per la preparazione e l'applicazione dei conglomerati ci si dovrÞ strettamente attenere alle schede tecniche dei produttori, che dovranno altresË fornire tutte le specifiche relative allo stoccaggio, al tipo di materiale, ai mezzi da utilizzarsi per l'impasto e la miscelazione, alle temperature ottimali di utilizzo e di applicazione. SarÞ sempre opportuno dotarsi di idonei macchinari esclusivamente dedicati a tali tipi di prodotti (betoniere, mescolatrici, attrezzi in genere) Per i formulati a due componenti sarÞ necessario calcolare con precisione il quantitativo di resine e d'indurente attenendosi, con la massima cura ed attenzione alle specifiche del produttore. resta in ogni caso assolutamente vietato regolare il tempo d'indurimento aumentando o diminuendo la quantitÞ di indurente . Si dovrÞ comunque operare possibilmente con le migliori condizioni atmosferiche, applicando il conglomerato preferibilmente con temperature dai 12 ai 20°C, umiditÞ relativa del 40-60%, evitando l'esposizione al sole. Materiali e superfici su cui saranno applicati i conglomerati di resina dovranno essere asciutti ed opportunamente preparati tramite accurata pulitura. L'applicazione delle miscele dovrÞ sempre essere effettuata nel pieno rispetto delle norme sulla salute e salvaguardia degli operatori.

2.14 INTONACI
Gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calce ­ cemento - gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti. Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti: ­ capacitÞ di riempimento delle cavitÞ ed eguagliamento delle superfici; ­ reazione al fuoco e/o resistenza all'antincendio adeguata; ­ impermeabilitÞ all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua; ­ effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati; ­ adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.

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L'esecuzione degli intonaci interni od esterni dovrÞ essere effettuata dopo un'adeguata stagionatura (50-60 giorni) delle malte di allettamento delle murature sulle quali verranno applicati. Le superfici saranno accuratamente preparate, pulite e bagnate. L'esecuzione degli intonaci dovrÞ essere protetta dagli agenti atmosferici; lo strato finale non dovrÞ presentare crepature, irregolaritÞ negli spigoli, mancati allineamenti o altri difetti. Le superfici dovranno essere perfettamente piane con ondulazioni inferiori all'uno per mille e spessore di almeno 15 mm. La messa in opera dello strato di intonaco finale sarÞ, comunque, preceduta dall'applicazione sulle murature interessate di uno strato di intonaco grezzo al quale verrÞ sovrapposto il tipo di intonaco (intonaco civile, a stucco, plastico, etc.) indicato dalle prescrizioni per la finitura. Gli intonaci interni ed esterni dovranno essere conformi alle norme UNI 998-1 :2004 Specifiche per malte per opere murarie. Malte per intonaci interni ed esterni. RASATURE La rasatura per livellamento di superfici piane o curve (strutture in blocchi prefabbricati, intonaci, tramezzi di gesso, etc.) dovrÞ mediante l'impiego di prodotti premiscelati a base di cemento tipo inorganiche e resine speciali, da applicare su pareti e soffitti in spess ad un massimo di mm 8.

c.a., murature in essere realizzata R "325", cariche ore variabile sino

INTONACO GREZZO DovrÞ essere eseguito dopo un'accurata preparazione delle superfici secondo le specifiche dei punti precedenti e sarÞ costituito da uno strato di spessore di 5 mm ca. di malta conforme alle caratteristiche richieste secondo il tipo di applicazione (per intonaci esterni od interni); dopo queste operazioni verranno predisposte delle fasce guida a distanza ravvicinata. Dopo la presa di questo primo strato verrÞ applicato un successivo strato di malta piÛ fine in modo da ottenere una superficie liscia ed a livello con le fasce precedentemente predisposte. Dopo la presa di questo secondo strato si procederÞ all'applicazione di uno strato finale, sempre di malta fine, stuccando e regolarizzando la superficie esterna cosË ottenuta. INTONACO CIVILE L'intonaco civile dovrÞ essere applicato dopo la presa dello strato di intonaco grezzo e sarÞ costituito da una malta, con grani di sabbia finissimi, lisciata mediante fratazzo rivestito con panno di feltro o simili, in modo da ottenere una superficie finale perfettamente piana ed uniforme. SarÞ formato da tre strati di cui il primo di rinzaffo, un secondo tirato in piano con regolo e fratazzo e la predisposizione di guide ed un terzo strato di finitura formato da uno strato di colla della stessa malta passata al crivello fino, lisciati con fratazzo metallico o alla pezza su pareti verticali. La sabbia utilizzata per l'intonaco faccia a vista dovrÞ avere grani di dimensioni tali da passare attraverso il setaccio 0,5.

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2.15 MALTE
La preparazione delle malte dovrÞ essere conforme alle norme UNI 998-2:2004 Specifiche per malte per opere murarie. Malte per muratura. Il trattamento delle malte dovrÞ essere eseguito con macchine impastatrici e, comunque, in luoghi e modi tali da garantire la rispondenza del materiale ai requisiti fissati. Tutti i componenti dovranno essere misurati, ad ogni impasto, a peso o volume; gli impasti dovranno essere preparati nelle quantitÞ necessarie per l'impiego immediato e le parti eccedenti, non prontamente utilizzate, avviate a discarica. I tipi di malta utilizzabili sono indicati nel seguente elenco: a) malta di calce spenta e pozzolana, formata da un volume di calce e tre volumi di pozzolana vagliata; b) malta di calce spenta in pasta e sabbia, formata da un volume di calce e tre volumi di sabbia; c) malta di calce idrata e pozzolana, formata da 2,5/3 quintali di calce per mc. di pozzolana vagliata; d) malta di calce idrata e sabbia, formata da 300 kg di calce per mc di sabbia vagliata e lavata; e) malta bastarda formata da mc 0,90 di calce in pasta e di sabbia del n. B2 e 100 kg di gesso da presa; f) malta per stucchi formata da mc 0,45 di calce spenta e mc 0,90 di polvere di marmo. Gli impasti verranno confezionati secondo le seguenti proporzioni: ­ Malta comune: Calce spenta in pasta mc 0,25-0,40 - Sabbia mc 0,85-1,00 ­ Malta per intonaco civile: Calce spenta in pasta mc 0,35-0,45 - Sabbia vagliata mc 0 ,8 0 ­ Malta fine di pozzolana: Calce spenta in pasta mc 0,28 - Pozzolana vagliata mc 1,05 ­ Malta idraulica: Calce idraulica q.li 1,00 - Sabbia mc. 0,90 ­ Malta bastarda: Malta (calce spenta e sabbia) mc. 1,00 - Legante cementizio a presa lenta q.li 1,50 ­ Malta cementizia: Cemento idraulico q.li 2,00 - Sabbia mc. 1,00 ­ Malta cementizia per intonaci: Legante cementizio a presa lenta q.li 6,00 - Sabbia m c 1 ,0 0 ­ Malta per stucchi: Calce spenta in pasta mc 0,45 - Polvere di marmo mc 0,90 INCOMPATIBILITþ DELLE MALTE IN GENERE La posa in opera di nuovi strati di malta a contatto con degli impasti determinare delle condizioni di aderenza non adeguate e risolvibili metodologia di posa in opera. Realizzazione di tre strati di materiale con le seguenti caratteristiche: ­ primo strato con una quantitÞ approssimativa di cemento di 600 asciutta per legare i componenti; ­ secondo strato con una quantitÞ approssimativa di cemento di 450 asciutta per l'impermeabilizzazione dei materiali; ­ terzo strato con una quantitÞ approssimativa di cemento di 350 asciutta e calce per migliorare la resistenza agli sbalzi termici.

giÞ esistenti puÐ con la seguente

kg/mc di sabbia kg/mc di sabbia kg/mc di sabbia

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Per le caratteristiche specifiche dei singoli materiali da impiegare per la preparazione delle malte valgono le seguenti prescrizioni. ­ CALCE ­ POZZOLANE ­ LEGANTI (cementizi); ­ CALCE AEREA. La calce grassa in zolle dovrÞ provenire da calcari puri, essere di cottura uniforme, non bruciata nÈ lenta all'idratazione e tale che, mescolata con l'acqua necessaria all'estinzione, divenga una pasta omogenea con residui inferiori al 5%. La calce viva in zolle dovrÞ essere, al momento dell'estinzione, perfettamente anidra e conservata in luogo asciutto. La calce grassa destinata alle murature dovrÞ essere spenta almeno quindici giorni prima dell'impiego, quella destinata agli intonaci almeno tre mesi prima. La calce idrata in polvere dovrÞ essere confezionata in imballaggi idonei contenenti tutte le informazioni necessarie riguardanti il prodotto e conservata in luogo asciutto. INCOMPATIBILITþ DELLA CALCE Esistono varie condizioni di incompatibilitÞ nel caso della calce che vengono indicate nella tabella seguente e che dovranno essere tenute nella dovuta considerazione nell'impiego e durante la posa in opera dei materiali: Residui granulati su calce granulati con impuritÞ sono causa di macchiatura della calce accurato lavaggio prima dell'impiego; per i restauri usare sabbie di cava reazioni chimiche granulati su calce granulati gessosi o con tenore metallico generano crateri o fessurazioni superficiali evitare l'impiego di granulati gessosi o con tenore metallico specialmente in presenza di umiditÞ rigonfiamento legno compensato su calce umiditÞ presente nel compensato rinviata alla calce con deterioramento inserire fogli in plastica tra legno e calce dilatazione ceramiche su calce idraulica la dilatazione delle ceramiche puÐ provocare fessurazioni sulla calce idraulica utilizzare calce aerea dilatazione materie plastiche su calce la dilatazione delle plastiche induce deformazioni sulla calce evitare il contatto della calce con le plastiche respirazione materie plastiche ed elastomeri su calce le resine impediscono la respirazione della calce generando rigonfiamenti e distacchi applicare resine o materie plastiche ad essiccamento della calce giÞ avvenuto aderenza materie plastiche ed elastomeri su calce scarsa aderenza tra materie plastiche e calce con distacchi creazione di giunti o eliminare i carichi agenti sulle plastiche e calce POZZOLANA La pozzolana sarÞ ricavata da strati esenti da sostanze eterogenee, sarÞ di grana fina, asciutta ed accuratamente vagliata, con resistenza a pressione su malta normale a 28 giorni di 2,4 N/mmq (25 Kg/cmq) e residuo insolubile non superiore al 40% ad attacco acido basico. LEGANTI IDRAULICI Sono considerati leganti idraulici: a) cementi normali e ad alta resistenza; b) cemento alluminoso; c) cementi per sbarramenti di ritenuta; d) agglomerati cementizi; e) calci idrauliche.

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Le caratteristiche, le modalitÞ di fornitura, il prelievo dei campioni, la conservazione e tutte le operazioni relative ai materiali sopracitati dovranno essere in accordo alla normativa vigente. I cementi pozzolanici verranno impiegati per opere in contatto con terreni gessosi, acque saline o solfatate; i cementi d'alto forno dovranno essere impiegati per pavimentazioni stradali, per opere in contatto con terreni gessosi, per manufatti dove Õ richiesto un basso ritiro e non dovranno, invece, essere impiegati per strutture a vista. I cementi bianchi dovranno corrispondere alle prescrizioni della normativa indicata, avere caratteristiche di alta resistenza e verranno impiegati, mescolandoli a pigmenti colorati, per ottenere cementi colorati. I cementi alluminosi verranno impiegati per getti subacquei, per getti a bassa temperatura e per opere a contatto con terreni ed acque chimicamente o fisicamente aggressive. INCOMPATIBILITþ DEI CEMENTI Le condizioni di incompatibilitÞ dei cementi vengono indicate nella tabella seguente e dovranno essere tenute nella dovuta considerazione nell'impiego e durante la posa in opera dei materiali. Coesione cemento su cemento con il processo di presa giÞ avviato si creano fessurazioni utilizzare ancoraggi adeguati ritiro cemento su cemento il ritiro Õ maggiore del cls con adesione scarsa tra cementi con tempi di presa diversa eseguire le applicazioni in tempi coincidenti corrosione acciaio su cemento la corrosione dell'acciaio si manifesta anche con la protezione del cemento (strutture post-tese) e attacca il cemento ridurre le differenze di temperatura nelle zone contigue all'acciaio (anche l'idratazione del cemento). GESSI Dovranno essere ottenuti per frantumazione, cottura e presentarsi asciutti, di fine macinazione ed esenti da all'impiego saranno indicati come gessi per muro, per I gessi per l'edilizia non dovranno contenere quanti estranee al solfato di calcio.

macinazione di pietra da gesso e materie eterogenee. In relazione intonaco e per pavimento. tÞ superiori al 30% di sostanze

INCOMPATIBILITþ DEI GESSI Anche per i gessi sussistono varie condizioni di incompatibilitÞ che vengono indicate nella tabella seguente e che dovranno essere tenute nella dovuta considerazione nell'impiego e durante la posa in opera dei materiali. Residui granulati e pietre su gesso macchie sulla superficie evitare il contatto con i solfuri ­ selezionare i materiali rigonfiamento legno e compensato su gesso fessurazione e sfaldamento del gesso evitare umiditÞ sul legno, impiegare adeguate armature di collegamento dilatazione legno lamellare su gesso fessurazione e distacco del gesso evitare il contatto o predisporre giunti adeguati reazioni chimiche cemento su gesso disgregazione del cemento e del gesso evitare il contatto in modo tassativo dilatazione ceramiche su gesso fessurazioni e distacchi evitare il contatto con l'acqua distacco vetro su gesso fessurazioni e distacco del gesso evitare il contatto macchie ghisa e acciaio su gesso macchie dovute a ossidazione o dilavamento degli elementi

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metallici predisporre separazioni adeguate infiltrazioni ghisa e acciaio su gesso fessurazioni o disgregazione del gesso proteggere i punti di contatto tra gesso e parti metalliche dilatazione plastiche su gesso fessurazioni e scheggiature impiegare plastiche con coefficienti di dilatazione simili a quelli del gesso areazione plastiche ed elastomeri su gesso disgregazione, distacco e formazione di muffa evitare prodotti che impediscano la traspirazione del gesso aderenza plastiche ed elastomeri su gesso scollamento e distacchi di materiale predisporre ancoraggi adeguati. Residui granulati e pietre su gesso macchie sulla superficie evitare il contatto con i solfuri ­ selezionare i materiali rigonfiamento legno e compensato su gesso fessurazione e sfaldamento del gesso evitare umiditÞ sul legno, impiegare adeguate armature di collegamento dilatazione legno lamellare su gesso fessurazione e distacco del gesso evitare il contatto o predisporre giunti adeguati reazioni chimiche cemento su gesso disgregazione del cemento e del gesso evitare il contatto in modo tassativo dilatazione ceramiche su gesso fessurazioni e distacchi evitare il contatto con l'acqua distacco vetro su gesso fessurazioni e distacco del gesso evitare il contatto macchie ghisa e acciaio su gesso macchie dovute a ossidazione o dilavamento degli elementi metallici predisporre separazioni adeguate infiltrazioni ghisa e acciaio su gesso fessurazioni o disgregazione del gesso proteggere i punti di contatto tra gesso e lesioni plastiche ed elastomeri su gesso distacco in fase di essiccamento utilizzare plastiche con caratteristiche di flessibilitÞ reazioni chimiche plastiche ed elastomeri su gesso fessurazioni, disgregazione e scollamenti controllare le caratteristiche dei materiali MALTE ESPANSIVE Sono malte speciali che dovranno essere impiegate esclusivamente sotto stretto controllo del dosaggio e del tipo di applicazione in rapporto ai dati forniti dalla casa costruttrice. L'aumento di volume che tali prodotti sono in grado di generare ha come effetto finale quello di ridurre i fenomeni di disgregazione. MALTE CEMENTIZIE Le malte cementizie da impiegare come leganti delle murature in mattoni dovranno essere miscelate con cemento "325" e sabbia vagliata al setaccio fine per la separazione dei corpi di maggiori dimensioni; lo stesso tipo di cemento (e l'operazione di pulitura della sabbia) dovrÞ essere impiegato per gli impasti realizzati per intonaci civili. Le malte da utilizzare per le murature in pietrame saranno realizzate con un dosaggio inferiore di cemento "325" per ogni mc. di sabbia. L'impasto dovrÞ,comunque, essere fluido e stabile con minimo ritiro ed adeguata resistenza. Tutte le forniture di cemento dovranno avere adeguate certificazioni attestanti qualitÞ, provenienza e dovranno essere in perfetto stato di conservazione; si dovranno eseguire prove e controlli periodici ed i materiali andranno stoccati in luoghi idonei. Tutte le caratteristiche dei materiali dovranno essere conformi alla normativa vigente ed alle eventuali prescrizioni aggiuntive fornite dal progetto o dal direttore dei lavori. I cementi saranno del tipo: a) cementi normali e ad alta resistenza; b) cementi alluminosi.

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I d v I d

cementi normali e ad alta resistenza avranno un inizio della presa dopo 45' all'impasto, termine presa dopo 12 ore e resistenza a compressione e flessione ariabili a seconda del tipo di cemento usato e delle quantitÞ e dei rapporti di impasto. cementi alluminosi avranno un inizio presa dopo 30' dall'impasto, termine presa opo 10 ore e resistenze analoghe ai cementi normali.

DOSAGGI I dosaggi ed i tipi di malta cementizia saranno quelli elencati di seguito: a) malta cementizia con sabbia vagliata e lavata e cemento "325" nelle quantitÞ di: ­ 300 kg. di cemento/mc. sabbia per murature pietrame; ­ 400 kg. di cemento/mc. sabbia per murature in mattoni; ­ 600 kg. di cemento /mc. di sabbia per lavorazioni speciali; b) malta bastarda formata da mc. 0,35 di calce spenta in pasta e kg. 100 di cemento a lenta presa. INCOMPATIBILITþ DELLE MALTE CEMENTIZIE Anche nel caso delle malte cementizie valgono le indicazioni di incompatibilitÞ riportate nella parte relativa ai cementi e che dovranno essere tenute nella dovuta considerazione nell'impiego e durante la posa in opera dei materiali.

2.16 PAVIMENTAZIONI
Tutti i materiali per pavimentazioni quali mattonelle, lastre, etc. dovranno possedere le caratteristiche riportate dalla normativa vigente, e prima della messa in opera, l'appaltatore dovrÞ sottoporre alla approvazione del direttore dei lavori una campionatura completa. La resistenza all'urto dovrÞ essere, per le mattonelle comuni, non inferiore a 1.96 N/m (0,20 Kg/m) e la resistenza a flessione non inferiore a 2,9 N/mmq (30 Kg/cmq); per il coefficiente di usura saranno considerati valori diversi che oscillano dai 4 mm., per le mattonelle in gres, ai 12 mm delle mattonelle in cemento o asfalto. Tutti i pavimenti dovranno risultare di colorazioni ed aspetto complessivo uniformi secondo le qualitÞ prescritte dalle societÞ produttrici ed esenti da imperfezioni di fabbricazione o montaggio. SarÞ onere dell'appaltatore provvedere alla spianatura, levigatura, pulizia e completa esecuzione di tutte le fasi di posa in opera delle superfici da trattare. Le pavimentazioni dovranno distaccarsi di 10 mm dall'intonaco delle pareti che sarÞ tirato verticalmente fino al pavimento stesso, evitando ogni raccordo o guscio. L'orizzontalitÞ delle superfici dovrÞ essere particolarmente curata evitando ondulazioni superiori all'uno per mille. Il piano destinato alla posa dei pavimenti sarÞ spianato mediante un sottofondo costituito, salvo altre prescrizioni, da un massetto di calcestruzzo di spessore non inferiore ai 5 cm con stagionatura (minimo una settimana) e giunti idonei.

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Deve essere, inoltre, impedita dall'appaltatore la praticabilitÞ dei pavimenti appena posati (per un periodo di 10 giorni per quelli posti in opera su malta e non meno di 72 ore per quelli incollati con adesivi); gli eventuali danneggiamenti per il mancato rispetto delle attenzioni richieste saranno prontamente riparati a cura e spese dell'appaltatore. DovrÞ essere particolarmente curata la realizzazione di giunti, sia nel massetto di sottofondo che sulle superfici pavimentate, che saranno predisposti secondo le indicazioni delle case costruttrici o del direttore dei lavori. Le dimensioni minime delle pavimentazioni saranno 30x30/25x25 nei vani abitabili,15x15/20x20 nei bagni, servizi, ripostigli. PAVIMENTAZIONI INTERNE Nell'esecuzione di pavimentazioni interne dovranno essere osservate una serie di prescrizioni, oltre a quelle generali giÞ indicate, che potranno variare in base al tipo di materiale prescelto e che, indicativamente, sono riportate nel seguente elenco: ­ pavimento in lastre di marmo da taglio e battiscopa in marmo della qualitÞ prescelta nelle campionature in elementi di forma quadrata o rettangolare con spessore non inferiore a mm 20 da porre in opera su un letto di malta fine e giunti di connessione stuccati con cemento bianco (o di altra colorazione), con esecuzione di tagli, raccordi, arrotatura, levigatura e pulizia finale (vano scala); ­ pavimento in gres porcellanato conforme alle UNI EN ISO 10545, realizzato con piastrelle di caratteristiche dimensionali variabili (20x20 cm, 20x30 cm, ecc.) e requisiti di linearitÞ ed ortogonalitÞ degli spigoli, resistenza all'abrasione, al gelo ed ai prodotti chimici, dilatazione termica conforme alla normativa vigente in materia, posato a colla su sottofondo di calcestruzzo, giunti stuccati in cemento bianco o colorato, completo di battiscopa in gres, pulitura anche con acido e protezione finale con segatura o quanto altro necessario. o pavimenti vinilici in piastrelle o in teli dovranno avere gli spessori nominali previsti alle relative voci di elenco prezzi. Le piastrelle tolte dall'imballo dovranno essere conservate in ambiente chiuso, per almeno 48 ore prima del loro collocamento in opera, ad una temperatura di 24 + 1°C. Anche il mastice impiegato per l'incollaggio dovrÞ essere sottoposto allo stesso trattamento. Il condizionamento delle piastrelle potrÞ essere evitato procedendo al loro riscaldamento con una rapida passata nella fiamma di una lampada da saldatura e quindi riaccatastandole affinchÈ il calore si distribuisca uniformemente. Le piastrelle dovranno essere collocate in opera in modo da formare un campo regolare; eventuali irregolaritÞ dovranno essere compensate profilando opportunamente le fasce di perimetro, ma operando cosË che la larghezza della fascia non risulti mai inferiore a mezza piastrella. L'adesivo dovrÞ essere steso uniformemente e nella qualitÞ strettamente necessaria, impiegando all'uopo le apposite spatole dentellate. Il collocamento in opera delle piastrelle potrÞ avere inizio solo quando l'adesivo Õ asciutto, cioÕ quando si ritira pulito un dito premuto sull'adesivo. Nell'applicazione delle piastrelle dovrÞ essere posta attenzione affinchÈ l'adesivo non fuoriesca attraverso i giunti. Le piastrelle dovranno essere poste in opera con la marmorizzazione in senso alternato; in corrispondenza di sporgenze o rientranze, o di

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forme comunque irregolari, dovranno essere perfettamente adattate alle forme stesse mediante appositi ed idonei tagli. Nell'effettuare i tagli dovrÞ essere evitato di incidere il sottofondo. Le piastrelle dovranno risultare completamente aderenti e bene incollate al sottofondo. Pertanto, osservate controluce, non dovranno essere riscontranti bordi sollevati; camminando sopra le piastrelle con le nocche delle dita non si devono rilevare suoni diversi. In tali casi, se possibile, l'Appaltatore dovrÞ eseguire le relative riparazioni; altrimenti dovrÞ procedere alla rimozione del pavimento applicato ed al suo completo rifacimento. Trascorso almeno 24 ore dall'applicazione si dovrÞ procedere alla pulizia del pavimento con un panno asciutto. Trascorsi almeno 15 giorni dall'applicazione dovrÞ essere proseguita da pulitura mediante panni appena umidi, per completare poi la pulitura stessa con acqua tiepida e sapone neutro. Infine dovrÞ essere applicato sulla superficie un velo protettivo di tipo adeguato. E' vietato l'impiego di materiali solventi o di cere che contengano soda, acidi, o materiali abrasivi. Per l'applicazione dei pavimenti vinilici in teli dovranno essere osservate in genere le prescrizioni riguardanti il collocamento in opera dei pavimenti vinilici in piastrelle. L'adesivo dovrÞ essere steso con l'apposita spatola con dentellatura e l'applicazione di teli dovrÞ avere inizio solo quando l'adesivo risulti asciutto. Al termine dell'applicazione del pavimento, lungo le giunzioni dei teli, dovrÞ essere fatto passare un rullo, cosË da assicurare la completa adesione dei bordi dei teli stessi. I prodotti di vinile, omogenei e non ed i tipi eventualmente caricati devono rispondere alle prescrizioni di cui alle seguenti norme: - UNI 5573 per le piastrelle di vinile; - UNI 7071 per le piastrelle di vinile omogeneo; - UNI 7072 per le piastrelle di vinile non omogeneo. I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche ed agenti atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa.

2.17 RIVESTIMENTI
I materiali con i quali verranno eseguiti tutti i tipi di rivestimento dovranno possedere i requisiti prescritti e, prima della messa in opera, l'appaltatore dovrÞ sottoporre alla approvazione del direttore dei lavori una campionatura completa. Tutti i materiali ed i prodotti usati per la realizzazione di rivestimenti dovranno avere requisiti di resistenza, uniformitÞ e stabilitÞ adeguati alle prescrizioni ed al tipo di impiego e dovranno essere esenti da imperfezioni o difetti di sorta; le caratteristiche dei materiali saranno, inoltre, conformi alla normativa vigente ed a quanto indicato dal presente capitolato. Le pareti e superfici interessate dovranno essere accuratamente pulite prima delle operazioni di posa che, salvo diverse prescrizioni, verranno iniziate dal basso verso l'alto. Gli elementi del rivestimento, gli spigoli ed i contorni di qualunque tipo dovranno risultare perfettamente allineati, livellati e senza incrinature; i giunti saranno stuccati

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con materiali idonei e, a lavoro finito, si procederÞ alla lavatura e pulizia di tutte le parti. I rivestimenti saranno eseguiti con diverse modalitÞ in relazione al tipo di supporto (calcestruzzo, laterizio, pietra, etc.) su cui verranno applicati. Le strutture murarie andranno preparate con uno strato di fondo (spessore 1 cm) costituito da una malta idraulica o cementizia e da una malta di posa dosata a 400 Kg di cemento per mc e sabbia con grani di diametro inferiore ai 3 mm. Prima dell'applicazione della malta le pareti dovranno essere accuratamente pulite e bagnate cosË come si dovranno bagnare, per immersione, tutti i materiali di rivestimento, specie se con supporto poroso. Lo strato di malta di posa da applicare sul dorso delle eventuali piastrelle sarÞ di 1 cm di spessore per rivestimenti interni e di 2/3 cm di spessore per rivestimenti esterni. La posa a giunto unito (prevalentemente per interni) sarÞ eseguita con giunti di 1/2 mm che verranno stuccati dopo 24 ore dalla posa e prima delle operazioni di pulizia e stesa della malta di cemento liquida a finitura. La posa a giunto aperto verrÞ realizzata con distanziatori di 8/10 mm, da usare durante l'applicazione del rivestimento, per la creazione del giunto che verrÞ rifinito con ferri o listelli a sezione circolare prima delle operazioni di pulizia. Su supporti di gesso i rivestimenti verranno applicati mediante cementi adesivi o collanti speciali; su altri tipi di supporti dovranno essere usate resine poliviniliche, epossidiche, etc. Le dimensioni minime delle mattonelle nei rivestimenti saranno 15x15. 2.17.1 BATTISCOPA IN GRES PORCELLANATO Il rivestimento a pavimento con battiscopa in piastrelle in gres porcellanato conforme alle UNI EN ISO 10545. La ceramica dovrÞ avere caratteristiche conformi a quanto stabilito dalla norma UNI EN 176 ISO BI per quel che concerne la permeabilitÞ all'acqua, da porre in opera con collanti o malta cementizia, suggellatura dei giunti in cemento bianco o colorato e pulizia finale. IncompatibilitÞ delle ceramiche Per i rivestimenti ceramici esistono varie condizioni di incompatibilitÞ che vengono indicate nella tabella seguente e che dovranno essere tenute nella dovuta considerazione nell'impiego e durante la posa in opera dei materiali. R e s i d u i gr a n u l a t i e p i e t r e s u c e r a m i c h e e f f l o r e s c e n z e o r i l a s c i o d i r e s i d u i l a v a ggi o d e l l e p i e t r e e gr a n u l a t i r i go n f i a m e n t i c o m p e n s a t o s u c e r a m i c h e d i s t a c c o d e l l e c e r a m i c h e p e r r i go n f i a m e n t o d e l l e gn o s e p a r a z i o n e d e l c o m p e n s a t o d a l l a c e r a m i c a e prot ez i one dal l e i nfi l t raz i oni effl ores cenz e cal ce e cem ent o s u ceram i che m acchi e di col ore bi anco ut i l i z z are pi as t rel l e s el ez i onat e con ri dot t e quant i t Þ di c a l c e , a r gi l l a e d o s s i d i d i f e r r o d i l a t a z i o n e c e m e n t o e c a l c e s t r u z z o s u c e r a m i c h e f e s s u r a z i o n i e s t r a p p i p e r i l r i t i r o d e l c e m e n t o n o n i m p i e ga r e c l s l e gge r i o s o gge t t i a deform az i oni t erm i che not evol i di l at az i one m et al l i s u ceram i che fes s uraz i oni e s c h e ggi a t u r e e v i t a r e i l c o n t a t t o d i r e t t o d i l a t a z i o n e p l a s t i c h e s u c e r a m i c h e f e s s u r a z i o n i e s c h e ggi a t u r e e v i t a r e i l c o n t a t t o d i r e t t o a d e r e n z a p l a s t i c h e e d el as t om eri s u ceram i che fes s uraz i oni evi t are i l cont at t o di ret t o o veri fi care l a

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di l at az i one t erm i ca pri m a del l a pos a i n opera s t rappo pl as t i che ed el as t om eri s u ceram i che di s t acco di al cuni s t rat i evi t are i l cont at t o di ret t o. Residui granulati e pietre su ceramiche efflorescenze o rilascio di residui lavaggio delle pietre e granulati rigonfiamenti compensato su ceramiche distacco delle ceramiche per rigonfiamento del legno separazione del compensato dalla ceramica e protezione dalle infiltrazioni efflorescenze calce e cemento su ceramiche macchie di colore bianco 2.17.2 PRODOT

TI DI PIETRE NATURALI

Per pietra naturale si intende una roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile. A questa categoria appartengono rocce di composizione mineralogica svariatissima, riconducibili ad uno dei due gruppi seguenti: rocce tenere e/o poco compatte; rocce dure e/o compatte. Esempi di pietre del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo, ecc.), varie rocce piroclastiche (peperini, tufi, ecc.); al secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie, ecc.), e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi, ecc.). Per gli altri termini usati per definire il prodotto in base alle norme, dimensioni, tecniche di lavorazione ed alla conformazione geometrica, vale quanto riportato nella norma UNI 8458. I prodotti di cui sopra devono rispondere a quanto segue: a) appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto oppure avere origine dal bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonchÈ essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuitÞ, ecc. che riducono la resistenza o la funzione; avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze; delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarerÞ i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione percentuale): massa volumica reale ed apparente, misurata secondo la norma UNI 9724, parte 2ª ; coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI 9724, parte 2ª; resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI 9724, parte 3ª; resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI 9724, parte 5ª; resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del RD 16 novembre 1939 n. 2234;

b)

c) -

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d)

per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutturale per murature, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi articoli del presente capitolato ed alle prescrizioni di progetto.

In particolare si specifica di seguito la terminologia utilizzata con il conseguente significato di seguito per alcun e pietre utilizzate in progetto, con relative denominazioni commerciali, le quali dovranno essere riferite a campioni, atlanti, ecc.: PIETRA PIASENTINA Dal punto di vista della caratterizzazione geologico - stratigrafica, la Pietra Piasentina Õ una roccia sedimentaria calcarea di origine secondaria, derivante dalla ricementazione di depositi carbonatici. Petrograficamente la Pietra Piasentina Õ classificata come calcarenite, tendente per la varietÞ a granulometria piÛ fine a rientrare nelle biomicriti. Questa brecciola eocenica dalle eccezionali caratteristiche di pietra compatta, basso coefficiente di imbibizione all'acqua, carichi di rottura molto elevati anche dopo cicli di gelivitÞ, buona resistenza a flessione ed usura e soprattutto, inalterabilitÞ cromatica in presenza di agenti atmosferici, consente di essere utilizzata sia all'esterno che all'interno. La Pietra Piasentina presenta un colore di fondo grigio, vene bianche e zone con tonalitÞ tendenti al bruno. Al variare delle lavorazioni superficiali, la Pietra Piasentina risponde con risultati cromatici che, partendo dal grigio chiaro della lavorazione a piano sega arrivano al grigio scuro della lucidatura, consentendo cosË numerosi accostamenti utilizzando lo stesso materiale. In Italia non vi sono altri tipi di Pietra che possano essere considerati veramente simili ad essa, lavorabile sia in spessori sottili che grossi Õ versatile per ogni genere di impiego dal campo edile, all'oggettistica di design, alle opere d'arte.

PROPRIETA' FISICO MECCANICHE Peso di volume Assorbimento dell'acqua Carico di rottura (alla compressione semplice) Carico di rottura (alla compressione semplice dopo gelivitÞ) Modulo elastico tangente Carico di rottura (a trazione indiretta mediante flessione) Usura per attrito radente (riferimento al granito di S. Fedelino) Resistenza all'urto (altezza minima di caduta) Coeffi cente di dilatazione lineare termica x10^-6 Microdurezza Knoop

UnitÞ di misura Kg/m3 (%) M pa M pa M pa M pa

Valore medio 2690 0 ,2 1 145 144 7 2 .6 0 0 30 0 ,5 8

cm °C M pa

36 6 ,6 1830

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Indice di disuniformitÞ della durezza

1 ,3 5

La Pietra Piasentina Õ certificata con il marchio CE secondo la norma europea UNI EN. Prodotti di pietre Specificatamente i prodotti di pietre naturali per pavimentazioni si intendono definiti come segue: elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza aggiunta di leganti); lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione di 40 cm e spessore di regola non minore di 3 cm (si vedano comunque le specifiche di progetto sugli altri documenti di appalto); marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore e indipendenti dal luogo di posa, solitamente con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 2 cm; marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate; marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate. Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., vedere la norma UNI 9379. a) I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto. ecc.) e a quanto prescritto nell'articolo prodotti di pietre naturali o ricostruite. In mancanza di tolleranze su disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte); b) le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al R.D. 2234 del 16 novembre 1939 per quanto attiene al coefficiente di usura al tribometro in mm; c) l'accettazione avverrÞ secondo il punto 56.6. Le forniture avverranno su pallets e i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti. Il foglio informativo indicherÞ almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa. 2 .1 7 .3 LINOLEUM E/O RESINA EPOSSIDICA A PAVIMENTO

I rivestimenti vinilici in teli a pavimento ed il trattamento per pavimentazioni industriali con resina epossidica dovranno avere gli spessori nominali previsti alle

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relative voci di elenco prezzi. Le piastrelle tolte dall'imballo dovranno essere conservate in ambiente chiuso, per almeno 48 ore prima del loro collocamento in opera, ad una temperatura di 24 + 1°C. Anche il mastice impiegato per l'incollaggio dovrÞ essere sottoposto allo stesso trattamento. Il condizionamento delle piastrelle potrÞ essere evitato procedendo al loro riscaldamento con una rapida passata nella fiamma di una lampada da saldatura e quindi riaccatastandole affinchÈ il calore si distribuisca uniformemente. Le piastrelle dovranno essere collocate in opera in modo da formare un campo regolare; eventuali irregolaritÞ dovranno essere compensate profilando opportunamente le fasce di perimetro, ma operando cosË che la larghezza della fascia non risulti mai inferiore a mezza piastrella. L'adesivo dovrÞ essere steso uniformemente e nella qualitÞ strettamente necessaria, impiegando all'uopo le apposite spatole dentellate. Il collocamento in opera delle piastrelle potrÞ avere inizio solo quando l'adesivo Õ asciutto, cioÕ quando si ritira pulito un dito premuto sull'adesivo. Nell'applicazione delle piastrelle dovrÞ essere posta attenzione affinchÈ l'adesivo non fuoriesca attraverso i giunti. Le piastrelle dovranno essere poste in opera con la marmorizzazione in senso alternato; in corrispondenza di sporgenze o rientranze, o di forme comunque irregolari, dovranno essere perfettamente adattate alle forme stesse mediante appositi ed idonei tagli. Nell'effettuare i tagli dovrÞ essere evitato di incidere il sottofondo. Le piastrelle dovranno risultare completamente aderenti e bene incollate al sottofondo. Pertanto, osservate controluce, non dovranno essere riscontranti bordi sollevati; camminando sopra le piastrelle con le nocche delle dita non si devono rilevare suoni diversi. In tali casi, se possibile, l'Appaltatore dovrÞ eseguire le relative riparazioni; altrimenti dovrÞ procedere alla rimozione del pavimento applicato ed al suo completo rifacimento. Trascorso almeno 24 ore dall'applicazione si dovrÞ procedere alla pulizia del pavimento con un panno asciutto. Trascorsi almeno 15 giorni dall'applicazione dovrÞ essere proseguita da pulitura mediante panni appena umidi, per completare poi la pulitura stessa con acqua tiepida e sapone neutro. Infine dovrÞ essere applicato sulla superficie un velo protettivo di tipo adeguato. E' vietato l'impiego di materiali solventi o di cere che contengano soda, acidi, o materiali abrasivi. Per l'applicazione dei pavimenti vinilici in teli dovranno essere osservate in genere le prescrizioni riguardanti il collocamento in opera dei pavimenti vinilici in piastrelle.

2.18 INFISSI
Gli infissi esterni saranno ad alta prestazione energetica, portoncini di ingresso blindati con finitura in legno e finestre o portefinestre in legno con tripla battuta e doppio vetro con intercapedine di gas nobile, complete di persiane in legno a stecca o avvolgibili coibentati. Per quanto riguarda gli infissi interni saranno previste porte in legno tamburate. Gli infissi saranno eseguiti in completo accordo con i disegni di progetto e le eventuali prescrizioni fornite dal direttore dei lavori e le relative norme UNI utilizzando come riferimento per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle parti funzionali la norma UNI 8369-1-5.

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Per gli infissi esterni (finestre, portefinestre, portoni vano scala) le misure si riferiscono al buco nella muratura misurato sulla facciata esterna, altezza dal davanzale esterno all'architrave finito, larghezza dalla spalla della bucatura compreso il cappotto alla spalla opposta compreso il cappotto. Tutti gli infissi dovranno essere certificati secondo le norme UNI ed in particolare per isolamento a tenuta dell'aria certificati secondo le norme UNI EN 12207; tenuta infiltrazioni acqua certificati secondo le norme UNI-EN 12208; resistenza sollecitazioni del vento certificati secondo le norme UNIEN 12210, isolamento termico certificati secondo le norme UNI ­EN 10077-1. Le caratteristiche di isolamento termico degli infissi non potranno essere inferiori a quanto richiesto dal progetto termico. I certificati redatti secondo le UNI sopra citate dovranno essere sottoposti all'approvazione del Direttore dei Lavori, che a suo insindacabile giudizio potrÞ richiedere prove di laboratorio oltre ai certificati forniti dal fornitore. Le forniture saranno complete di tutti i materiali, trattamenti ed accessori richiesti per una perfetta esecuzione. Tutti gli accessori, materiali e manufatti necessari, quali parti metalliche, in gomma, sigillature, ganci, guide, cassonetti, avvolgitori motorizzati, bulloneria, etc., dovranno essere dei tipi fissati dal progetto e dalle altre prescrizioni, dovranno avere le caratteristiche richieste e verranno messi in opera secondo le modalitÞ stabilite, nei modi indicati dal direttore dei lavori. Il materiale, le lavorazioni, i prodotti ed i trattamenti usati dovranno essere approvati da riconosciuti istituti di settore (CNR, UNI, istituti universitari etc.). Gli infissi metallici saranno realizzati esclusivamente in officina con l'impiego di materiali aventi le qualitÞ prescritte e con procedimenti costruttivi tali da evitare autotensioni, deformazioni anomale provenienti da variazioni termiche, con conseguenti alterazioni delle caratteristiche di resistenza e funzionamento. Le parti apribili dovranno essere munite di coprigiunti, la perfetta tenuta all'aria e all'acqua dovrÞ essere garantita da battute multiple e relativi elementi elastici. Tutti i collegamenti dovranno essere realizzati con sistemi tecnologicamente avanzati; i materiali, le lavorazioni, l'impiego di guarnizioni, sigillanti o altri prodotti, i controlli di qualitÞ saranno disciplinati dalla normativa vigente e dai capitolati tecnici delle industrie di settore. Gli infissi metallici verranno, inoltre, realizzati in conformitÞ alle prescrizioni indicate per quelli in legno, per quanto riguarda i tipi e le caratteristiche generali, con gli opportuni dimensionamenti dei controtelai, telai e parti dell'infisso che dovranno, comunque, sempre essere in accordo con le norme vigenti e gli standard delle case produttrici accettati dal direttore dei lavori. CONTROTELAI Saranno realizzati o con tavole di spessore non inferiore a 2,5 cm e di larghezza equivalente a quella del telaio dell'infisso, o in metallo; la forma, la consistenza e gli eventuali materiali di rinforzo saranno fissati dal direttore dei lavori in relazione al tipo di uso ed alla posizione (infissi esterni, interni). La posa in opera verrÞ effettuata con ancoraggi idonei costituiti da zanche in acciaio fissate nei supporti murari perimetrali.

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TELAI Per gli infissi in legno dovranno essere realizzati con i tipi di legno previsti, per gli infissi in PVC dovranno avere dei profili con un minimo di due battute per gli infissi esterni ed una battuta per quelli interni, avranno, inoltre, la conformazione richiesta dal progetto, dallo spessore delle murature e dalle prescrizioni del direttore dei lavori. Nelle operazioni di posa in opera sono comprese, a carico dell'appaltatore, tutte le sigillature necessarie alla completa tenuta degli infissi esterni. COPRIFILI-MOSTRE Saranno realizzati con lo stesso tipo di materiale impiegato per i telai nelle dimensioni e forme fissate dal progetto o dal direttore dei lavori; verranno applicati ai controtelai con viti di acciaio o chiodi.

2.19 OPERE DI TINTEGGIATURA
Le operazioni di tinteggiatura o verniciatura dovranno essere precedute da un'accurata preparazione delle superfici interessate (raschiature, scrostature, stuccature, levigature etc.) con sistemi idonei ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro. La miscelazione e posa in opera di prodotti monocomponenti e bicomponenti dovrÞ avvenire nei rapporti, modi e tempi indicati dal produttore. Tutti i prodotti dovranno trovarsi nei recipienti originali, sigillati, con le indicazioni del produttore, le informazioni sul contenuto, le modalitÞ di conservazione ed uso e quanto altro richiesto per una completa definizione ed impiego dei materiali in oggetto. Tutte le forniture dovranno, inoltre, essere conformi alla normativa vigente, alla normativa speciale (UNICHIM, etc.) ed avere caratteristiche qualitative costanti confermate dai marchi di qualitÞ. L'applicazione dovrÞ essere effettuata esclusivamente con prodotti pronti all'uso e preparati nei modi stabiliti dalle case produttrici; non sarÞ, quindi, consentito procedere, salvo altre prescrizioni, ad ulteriori miscelazioni con solventi o simili che non siano state specificatamente prescritte. L'applicazione dei prodotti vernicianti non dovrÞ venire effettuata su superfici umide, l'intervallo di tempo fra una mano e la successiva sarÞ, salvo diverse prescrizioni, di 24 ore, la temperatura ambiente non dovrÞ superare i 40° C e la temperatura delle superfici dovrÞ essere compresa fra i 5 e i 50° C con un massimo di 80% di umiditÞ relativa. In ogni caso le opere eseguite dovranno essere protette, fino al completo essiccamento, dalla polvere, dall'acqua e da ogni altra fonte di degradazione. Tutti i componenti base, i solventi, i diluenti e gli altri prodotti usati dalle case produttrici per la preparazione delle forniture, dalla mano d'opera per l'applicazione e gli eventuali metodi di prova, dovranno essere conformi alla normativa di settore. Ai fini delle miscele colorate sono considerate sostanze idonee i seguenti pigmenti: ossido di zinco, minio di piombo, diossido di titanio, i coloranti minerali, etc..

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Le opere di verniciatura su manufatti metallici saranno precedute da accurate operazioni di pulizia (nel caso di elementi esistenti) e rimozione delle parti ossidate; verranno quindi applicate almeno una mano di vernice protettiva ed un numero non inferiore a due mani di vernice del tipo e colore previsti fino al raggiungimento della completa uniformitÞ della superficie. Nelle opere di verniciatura eseguite su intonaco, oltre alle verifiche della consistenza del supporto ed alle successive fasi di preparazione, si dovrÞ attendere un adeguato periodo, fissato dal direttore dei lavori, di stagionatura degli intonaci; trascorso questo periodo si procederÞ all'applicazione di una mano di imprimitura (eseguita con prodotti speciali) od una mano di fondo piÛ diluita alla quale seguiranno altre due mani di vernice del colore e caratteristiche fissati. La tinteggiatura potrÞ essere eseguita, salvo altre prescrizioni, a pennello, a rullo, a spruzzo, etc. in conformitÞ con i modi fissati per ciascun tipo di lavorazione. TEMPERA Tinteggiatura a tempera di pareti e soffitti con finitura di tipo liscio o a buccia d'arancio a coprire interamente le superfici trattate, data a pennello o a rullo previa rasatura e stuccatura ed eventuale imprimitura a due o piÛ mani. TINTEGGIATURA LAVABILE o Tinteggiatura lavabile del tipo: - a base di resine vinil-acriliche; - a base di resine acriliche; per pareti e soffitti con finitura di tipo liscio a coprire interamente le superfici trattate, data a pennello o a rullo previa rasatura e stuccatura ed eventuale imprimitura a due o piÛ mani; o Tinteggiatura lavabile a base di smalti murali opachi resino-sintetici del tipo: - pittura oleosa opaca; - pittura oleoalchidica o alchidica lucida o satinata o acril-viniltuolenica; - pitture uretaniche; - per pareti e soffitti con finitura di tipo liscio a coprire interamente le superfici trattate, data a pennello o a rullo previa rasatura e stuccatura ed eventuale imprimitura a due o piÛ mani. VERNICE ANTIRUGGINE Verniciatura antiruggine di opere in ferro esterne giÞ opportunamente trattate, con funzioni sia di strato a finire di vario colore sia di strato di fondo per successivi cicli di verniciatura, mediante l'applicazione di una resina composta da un copolimero vinilacrilico con caratteristiche di durezza, flessibilitÞ e resistenza agli urti, permeabilitÞ al vapore d'acqua ed all'ossigeno di 15-25 gr./mq./mm./giorno, con un contenuto di ossido di ferro inferiore al 3%, non inquinante, applicabile a rullo, pennello ed a spruzzo su metalli ferrosi e non, in almeno due mani. Verniciatura antiruggine di opere in ferro costituita da una mano di minio di piombo mescolato con piccole quantitÞ di olio di lino cotto o realizzata con prodotto

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oleosintetico equivalente previa preparazione del sottofondo con carteggiatura, sabbiatura o pulizia completa del metallo stesso.

2.20 OPERE IN ACCIAIO E ALTRI METALLI
Tutti i metalli dovranno essere lavorati con regolaritÞ di forme e di dimensioni, nei limiti delle tolleranze consentite ed in accordo con le prescrizioni della normativa specifica. Le operazioni di piegatura e spianamento dovranno essere eseguite per pressione; qualora fossero richiesti, per particolari lavorazioni, interventi a caldo, questi non dovranno creare concentrazioni di tensioni residue. I tagli potranno essere eseguiti meccanicamente o ad ossigeno; nel caso di irregolaritÞ questi verranno rifiniti con la smerigliatrice. Le superfici, o parti di esse, destinate a trasmettere sollecitazioni di qualunque genere dovranno combaciare perfettamente. I fori per i chiodi e bulloni saranno eseguiti con il trapano, avranno diametro inferiore di almeno 3 mm a quello definitivo e saranno successivamente rifiniti con l'alesatore; salvo diverse prescrizioni non Õ consentito l'uso della fiamma ossidrica per le operazioni di bucatura. I giunti e le unioni degli elementi strutturali e dei manufatti verranno realizzati con: a) saldature eseguite ad arco, automaticamente o con altri procedimenti approvati dal direttore dei lavori; tali saldature saranno precedute da un'adeguata pulizia e preparazione delle superfici interessate, verranno eseguite da personale specializzato e provvisto di relativa qualifica; le operazioni di saldatura verranno sospese a temperature inferiori ai - 5°C e, a lavori ultimati, gli elementi o le superfici saldate dovranno risultare perfettamente lisci ed esenti da irregolaritÞ; b) bullonatura che verrÞ eseguita, dopo un'accurata pulizia, con bulloni conformi alle specifiche prescrizioni e fissati con rondelle e dadi adeguati all'uso; le operazioni di serraggio dei bulloni dovranno essere effettuate con una chiave dinamometrica; c) chiodature realizzate con chiodi riscaldati (con fiamma o elettricamente) introdotti nei fori e ribattuti. La posa in opera dei manufatti comprenderÞ la predisposizione ed il fissaggio, dove necessario, di zanche metalliche per l'ancoraggio degli elementi alle superfici di supporto e tutte le operazioni connesse a tali lavorazioni. Dovranno essere inoltre effettuate prima del montaggio le operazioni di ripristino della verniciatura o di esecuzione, se mancante, della stessa; verranno infine applicate, salvo altre prescrizioni, le mani di finitura secondo le specifiche giÞ indicate per tali lavorazioni. La zincatura nelle parti esposte o dove indicato sarÞ eseguita, a carico dell'appaltatore, per immersione in bagno di zinco fuso e dovrÞ essere realizzata solo in stabilimento. Tutte le strutture in acciaio o parti dovranno essere realizzate in conformitÞ alle giÞ citate leggi e normative vigenti per tali opere. Le caratteristiche dei materiali in ferro sono fissate dalle seguenti specifiche.

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FERRO ­ ACCIAIO I materiali ferrosi da impiegare dovranno essere esenti altro difetto di fusione, laminazione, profilatura e simili Le caratteristiche degli acciai per barre lisce o ad elettrosaldate, fili, trecce, trefoli, strutture metalliche, essere in accordo con la normativa vigente.

da scorie, soffiature e qualsiasi . aderenza migliorata, per reti lamiere e tubazioni dovranno

ACCIAI Saranno definiti acciai i materiali ferrosi contenenti meno dell'1,9% di carbonio; le classi e le caratteristiche relative saranno stabilite dalle norme giÞ citate alle quali si rimanda per le specifiche riguardanti le qualitÞ dei vari tipi e le modalitÞ delle prove da eseguire, in ogni caso le travature in acciaio della copertura, i controventi di falda e i collegamenti saranno in acciaio S235. Gli acciai mantengono le loro caratteristiche a lungo e le indicazioni di incompatibilitÞ giÞ riportate, oltre a quelle indicate nella tabella seguente e che dovranno essere tenute nella dovuta considerazione nell'impiego e durante la posa in opera dei materiali. ACCIAIO INOSSIDABILE Presenta un contenuto di cromo superiore al 12% ed elevata resistenza all'ossidazione ed alla corrosione; dovrÞ essere conforme alle norme citate. Nel caso dell'acciaio inossidabile esistono delle condizioni strutturali del materiale stesso che lo rendono estremamente resistente a processi di corrosione o deterioramento; l'unico aspetto di incompatibilitÞ di rilievo Õ determinato dalla poca aderenza della calce o malte con composti di calce sulla superficie dell'acciaio stesso a causa della difficoltÞ di aggrappaggio. Anche nell'acciaio inossidabile esiste un rischio ridotto di ossidazione che puÐ verificarsi per imperfezioni o motivi meccanici (al di sotto dello strato di ossido di cromo) di difficile visibilitÞ e quindi con un livello elevato di pericolositÞ. METALLI DIVERSI Tutti i metalli impiegati saranno della migliore qualitÞ e rispondenti alle prescrizioni e norme UNI vigenti. RAME E LEGHE I tubi saranno realizzati con rame CU-DHP; le prove di trazione, schiacciamento, dilatazione e le caratteristiche delle lamiere, fili, etc. saranno conformi alle suddette specifiche alle quali si rimanda anche per i materiali in ottone ed in bronzo. Il rame possiede una buona resistenza alla corrosione pur presentando alcune situazioni di incompatibilitÞ con altri materiali. ZINCO, STAGNO E LEGHE Tutti i materiali in zinco, stagno e relative leghe dovranno avere superfici lisce, regolari ed esenti da imperfezioni e saranno rispondenti alle prescrizioni indicate. Lo zinco Õ un metallo fortemente elettronegativo e quindi esposto ai processi di ossidazione e corrosione galvanica oltre ad una serie di incompatibilitÞ riportate nella seguente tabella.

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ALLUMINIO E LEGHE Tutti i prodotti in alluminio saranno conformi alla normativa indicata. I profilati e trafilati saranno forniti, salvo diversa prescrizione, in alluminio primario, dovranno avere sezione costante, superfici regolari ed essere esenti da imperfezioni. Le lamiere non dovranno presentare tracce di riparazioni o sdoppiature. Per l'alluminio anodizzato, ogni strato di ossido anodico verrÞ indicato come: ottico, brillante, satinato, vetroso, etc. oltre ad un numero per lo spessore e l'indicazione del colore. L'alluminio ha una caratteristica di particolare elettronegativitÞ che lo rende particolarmente esposto ai processi di ossidazione nel caso di contatti con gli altri metalli; esistono, comunque, altre condizioni di incompatibilitÞ con alcuni materiali che vengono riportate nella tabella seguente.

2.21 OPERE IN VETRO
I materiali da impiegare in tutte le opere in vetro dovranno corrispondere alle caratteristiche di progetto, alla normativa vigente ed alle disposizioni fornite dal direttore dei lavori. I vetri piani saranno del tipo semplice, con spessori dai 3 ai 12 mm (lo spessore sarÞ misurato in base alla media aritmetica degli spessori rilevati al centro dei quattro lati della lastra) e tolleranze indicate dalle norme UNI EN 572-1-7 mentre per le caratteristiche dei materiali dovranno essere osservate le specifiche riportate nella norma UNI 7440 ed i relativi metodi riportati dalla norma stessa per l'effettuazione delle prove e dei controlli sulle lastre di vetro. Saranno considerate lastre di cristallo trattato i vetri piani colati e laminati con trattamento delle superfici esterne tale da renderle parallele e perfettamente lucide. I cristalli di sicurezza saranno suddivisi, secondo le norme indicate, nelle seguenti 4 classi: 1) sicurezza semplice, contro le ferite da taglio e contro le cadute nel vuoto; 2) antivandalismo, resistenti al lancio di cubetti di porfido; 3) anticrimine, suddivisi in tre sottoclassi, in funzione della resistenza all'effetto combinato di vari tipi di colpi; 4) antiproiettile, suddivisi in semplici ed antischeggia. Si definiscono, infine, cristalli greggi le lastre di cristallo caratterizzate dall'assenza del processo di lavorazione finale dopo la colatura e laminatura e con le facce esterne irregolari, trasparenti alla sola luce e con eventuali motivi ornamentali. I vetri stratificati, costituiti da vetri e cristalli temperati, dovranno rispondere alle caratteristiche indicate dalle suddette norme e saranno composti da una o piÛ lastre di vario spessore, separate da fogli di PVB (polivinil butirrale) o simili, con spessori finali 20 mm fino ad un max di 41 mm nel caso di vetri antiproiettile. Tutte le lastre dovranno essere trasportate e stoccate in posizione verticale; in particolare, per lastre accoppiate si dovrÞ provvedere in modo tale che le superfici di

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appoggio siano sempre ortogonali fra loro per non introdurre sollecitazioni anomale sui giunti di tenuta. Nella fornitura e posa in opera l'appaltatore Õ tenuto ad usare tutti gli accorgimenti necessari (supporti elastici, profonditÞ di battuta, etc.) per impedire deformazioni, vibrazioni o difetti di installazione. I sigillanti impiegati saranno resistenti ai raggi ultravioletti, all'acqua ed al calore (fino ad 80° C) e conformi alle caratteristiche richieste dai produttori delle lastre di vetro, normali o stratificate, cui verranno applicati. Per la sigillatura di lastre stratificate o a camere d'aria dovranno essere impiegati sigillanti di tipo elastomerico restando comunque vietato l'uso di sigillanti a base d'olio o solventi. La posa in opera delle lastre di vetro comprenderÞ qualunque tipo di taglio da eseguire in stabilimento od in opera e la molatura degli spigoli che, nel caso di lastre di grandi dimensioni, dovrÞ essere effettuata sempre prima della posa. Durante la posa ed il serraggio delle lastre di vetro si dovranno osservare e rispettare tutti gli accorgimenti previsti per la dilatazione termica o le eventuali sollecitazioni strutturali ed esterne. Tutte le suddette prescrizioni, oltre ad eventuali specifiche particolari, sono valide anche per opere con elementi di vetro strutturale (profilati ad U), per strutture in vetrocemento, lucernari, coperture speciali, etc. Le caratteristiche specifiche di alcuni tipi di opere in vetro sono riportate nel seguente elenco: 1) vetrate isolanti acustiche realizzate in misure fisse composte da due cristalli dello spessore di mm 4, coefficienti di trasmissione termica "k=3,00-3,40 watt/m°C" con distanziatore butilico o metallico, saldato perimetralmente con polisolfuri ed intercapedine di 6-9-12 mm; 2) cristalli di sicurezza stratificati tipo "Visarm" composti da due cristalli uniti tra loro con un foglio di plastica perfettamente trasparente polivinilbutirrale negli spessori 6/7, 8/ 9, 10/ 11, 11/ 12, 19/ 21; 3) cristalli di sicurezza stratificati tipo "Blindovis" composti da tre cristalli uniti tra loro da due fogli di plastica perfettamente trasparente polivinilbutirrale negli spessori 18/ 19, 26/ 27, 36/ 38; 4) pareti vetrate con profili di vetro "U-Glass" disposti a greca o a pettine da fornire e porre in opera complete di guarnizioni in gomma da posizionare agli attacchi con l'armatura metallica, mastici speciali ai siliconi da impiegare tra costa e costa dei profilati, ancoraggi adeguati ai carichi cui verrÞ sottoposta la parte vetrata realizzata con: - profili normali modulo mm. 270; - profili armati modulo mm. 270; 5) lastre in polimetilmetacrilato estruso dello spessore di mm. 3 e con caratteristiche di trasparenza di ottimo grado da inserire su serramenti, telai in legno o metallici con l'impiego di idonee guarnizioni, sigillanti e collanti a base di silicone per garantire una perfetta tenuta esterna; 6) cupole a pianta circolare o quadrata realizzate con l'impiego di lastre acriliche colate, trasparenti della migliore qualitÞ (plexiglas, perspex e simili) da posizionare su supporti in calcestruzzo, legno o metallo con possibilitÞ di apertura (e asta di comando

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per dispositivo di apertura) o a chiusura fissa dotate di guarnizioni impermeabili, sigillature e ancoraggi.

2.22 OPERE DA LATTONIERE
I manufatti ed i lavori in lamiera metallica di qualsiasi tipo, forma o dimensione dovranno rispondere alle caratteristiche richieste e saranno forniti completi di ogni accessorio o lavoro di preparazione necessari al perfetto funzionamento. La posa in opera dovrÞ includere gli interventi murari, la verniciatura protettiva e la pulizia dei lavori in oggetto. I giunti fra gli elementi saranno eseguiti in conformitÞ ai campioni che dovranno essere presentati per l'approvazione almeno 60 giorni prima dell'inizio dei lavori. I canali di gronda dovranno essere realizzati con i materiali indicati e collocati in opera con pendenze non inferiori all'1% e lunghezze non superiori ai 12 metri, salvo diverse prescrizioni. Nelle localitÞ soggette a condizioni atmosferiche particolari (nevicate abbondanti, etc.) saranno realizzati telai aggiuntivi di protezione e supporto dei canali di gronda. I pluviali saranno collocati, in accordo con le prescrizioni, all'esterno dei fabbricati o inseriti in appositi vani delle murature; saranno del materiale richiesto, con un diametro interno non inferiore a 100 mm e distribuiti in quantitÞ di uno ogni 50 mq di copertura, o frazione della stessa, con un minimo di uno per ogni piano di falda. Il posizionamento avverrÞ ad intervalli non superiori ai 20 ml ad almeno 10 cm dal filo esterno della parete di appoggio e con idonei fissaggi a collare da disporre ogni 1,5-2 metri. Nel caso di pluviali allacciati alla rete fognaria, dovranno essere predisposti dei pozzetti sifonati, facilmente ispezionabili e con giunti a tenuta. Le prescrizioni indicate sono da applicare, in aggiunta alle richieste specifiche, anche ai manufatti ed alla posa in opera di scossaline, converse e quant'altro derivato dalla lavorazione di lamiere metalliche e profilati che dovranno, comunque, avere le caratteristiche fissate di seguito. OPERE IN RAME Tutte le opere di lattoneria (canali di gronda, scossaline, pluviali) in rame prevedranno sagome e sviluppi secondo necessitÞ, saranno conformi alle prescrizioni di legge ed avranno integre tutte le caratteristiche fisiche e meccaniche dei metalli di origine. LAMIERE E PROFILATI Tutte le lamiere da impiegare saranno conformi alle prescrizioni giÞ citate ed avranno integre tutte le caratteristiche fisiche e meccaniche dei metalli di origine. LAMIERE IN ACCIAIO Saranno definite (come da norme UNI) in lamiere di spessore maggiore od uguale a 3 mm. e lamiere di spessore inferiore a 3 mm, saranno fornite in fogli o nei modi

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indicati dalle specifiche tecniche, avranno caratteristiche di resistenza e finiture in accordo con le norme citate.

LAMIERE ZINCATE Saranno fornite in vari modi (profilati, fogli e rotoli) ed avranno come base l'acciaio; le qualitÞ e le tolleranze saranno definite dalle norme UNI per i vari tipi di lamiere e per i tipi di zincatura. Dopo le operazioni di profilatura, verniciatura e finitura, le lamiere da impiegare non dovranno presentare imperfezioni, difetti o fenomeni di deperimento di alcun tipo. LAMIERE ZINCATE PREVERNICIATE Saranno ottenute con vari processi di lavorazione e finiture a base di vari tipi di resine; in ogni caso lo spessore dello strato di prodotto verniciante dovrÞ essere di almeno 30 micron per la faccia esposta e di 10 micron per l'altra (che potrÞ anche essere trattata diversamente). LAMIERE ZINCATE PLASTIFICATE Avranno rivestimenti in cloruro di polivinile plastificato o simili con spessore non inferiore a 0,15 mm od altri rivestimenti ottenuti con vari tipi di pellicole protettive. PROFILATI PIATTI Dovranno essere conformi alle norm richieste, avranno una resistenza a Kgf/mmq), avranno superfici esenti entro le tolleranze fissate dalle norme

e citate ed alle eventuali prescrizioni specifiche trazione da 323 ad 833 N/mmq (da 33 a 85 da imperfezioni e caratteristiche dimensionali suddette.

PROFILATI SAGOMATI Per i profilati sagomati si applicheranno le stesse prescrizioni indicate al punto precedente

2.23 ADESIVI
Composti da resine, dovranno avere totale compatibilitÞ con i materiali aderenti e verranno distinti in base alle caratteristiche di composizione chimica o di condizioni d'uso. ADESIVI POLICLOROPRENICI ­ Impiego: incollaggio laminati plastici, etc.; ­ Caratteristiche: soluzioni acquose od in solvente, avranno ottime proprietÞ di resistenza ai raggi ultravioletti, all'invecchiamento, agli agenti atmosferici ed alla temperatura.

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ADESIVI A BASE DI GOMMA STIROLO-BUTADIENE ­ Impiego: incollaggio piastrelle di ceramica, PVC, gomma-metallo, etc.; ­ Caratteristiche: soluzioni tipo lattice e provenienti da gomme polimerizzate a 50°C. ADESIVI A BASE DI GOMMA NATURALE ­ Impiego: incollaggio di pavimentazioni, feltro, carta, etc.; ­ Caratteristiche: soluzioni di gomma naturale o poliisoprene sintetico in solventi organici o lattice di gomma naturale. ADESIVI EPOSSI-POLIAMMINICI ­ Impiego: incollaggio di metalli, legno, ceramica, etc.; ­ Caratteristiche: resine liquide, solide, in pasta, in polvere, giÞ miscelate con indurimento ottenibile mediante azione del calore o con sostanze da aggiungere al momento dell'applicazione.

2.24 SIGILLATURE E GUARNIZIONI
I sigillanti saranno costituiti da materiali resistenti e compatibili con i modi e superfici di applicazione; dovranno, inoltre, essere insolubili in acqua, stabili alle variazioni di temperatura, a perfetta tenuta e, comunque, in accordo con le specifiche prescrizioni di progetto o del direttore dei lavori. Oltre alle specifiche fissate dal progetto i sigillanti dovranno rispondere alle caratteristiche stabilite dalle norme UNI 9610 e UNI 9611. La posa in opera avverrÞ dopo un'accurata pulizia delle superfici interessate che dovranno essere asciutte e ben stagionate (nel caso di intonaci o conglomerati); tutte le fasi di pulizia ed applicazione dei sigillanti saranno eseguite con modalitÞ e materiali indicati dalle case produttrici e da eventuali prescrizioni aggiuntive. Si dovrÞ, in ogni caso, prestare la massima cura per evitare qualunque tipo di incompatibilitÞ chimica o fisica delle superfici e materiali interessati sia durante la pulizia che nelle fasi di preparazione e messa in opera dei sigillanti stessi; nel caso si verificassero tali inconvenienti l'appaltatore dovrÞ provvedere all'immediata riparazione, completamente a suo carico, dei danni causati ed alla nuova sigillatura con materiali idonei. Tutte le stuccature, stilature e suggellature dei giunti di opere in pietra o comunque soggette a dilatazioni termiche di una certa entitÞ dovranno essere sempre realizzate in cemento o con mastice speciale atto a creare giunti elastici di dilatazione. I giunti sui quali intervenire con materiali sigillanti dovranno avere profonditÞ e larghezza non inferiori a 4-5 mm, il rapporto profonditÞ/larghezza del materiale applicato sarÞ di 0,5 per giunti di larghezza compresa fra 12 e 25 mm e di 0,5-1 per giunti di larghezza inferiore a 12 mm. L'appaltatore dovrÞ sottoporre all'approvazione del direttore dei lavori un'adeguata campionatura dei materiali e delle applicazioni previste. I sigillanti in genere saranno, di norma, costituiti da nastri o fili non vulcanizzati oppure da prodotti liquidi o pastosi con uno o piÛ componenti; avranno diverse

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caratteristiche di elasticitÞ, di resistenza all'acqua, agli sbalzi di temperatura ed alle sollecitazioni meccaniche. SIGILLANTI POLIURETANICI Costituiti da vari elementi base, potranno essere monocomponenti o bicomponenti. Caratteristiche: resistenza all'abrasione, agli olii, al fuoco, buona flessibilitÞ ed elasticitÞ. SIGILLANTI SILICONICI Costituiti da componenti a base di polimeri siliconici. Caratteristiche: facilitÞ di applicazione anche a varie temperature con notevole escursione (-40°C/+70°C), resistenza alla luce solare, all'ossidazione, agli agenti atmosferici. SIGILLANTI POLISULFURICI Costituiti da uno o due componenti a base di polimeri polisulfurici. Caratteristiche: resistenza ai solventi, ai carburanti, alle atmosfere aggressive ed ai raggi ultravioletti. GUARNIZIONI Materiali costituiti da composti plastici (PVC o poliuretano espanso) o prodotti elastomerici (copolimeri, policloroprene, etc.) avranno ottima elasticitÞ, resistenza alle sollecitazioni meccaniche ed agli agenti esterni. GUARNIZIONI IN PVC Costituite da cloruro di polivinile ad alto peso molecolare. Caratteristiche: resistenza agli acidi e basi, agli agenti ossidanti ed all'invecchiamento; temperature d'impiego comprese tra -20°C e +50°C. GUARNIZIONI IN POLIURETANO ESPANSO Costituite da poliuretano espanso, a celle aperte, imbevuto con miscela bituminosa. Caratteristiche: resistenza agli acidi e basi, agli agenti atmosferici ed alle temperature fino a 100°C. GUARNIZIONI POLICLOROPRENICHE Costituite da composti solido-elastici di policloroprene. Caratteristiche: resistenza alle basse temperature (-20°C), all'usura meccanica, agli agenti chimici e, inoltre, autoestinguenti. GUARNIZIONI IN ETILENE-PROPILENE Costituite da materiale preformato in etilene-propilene. Caratteristiche: recupero elastico alle sollecitazioni meccaniche, resistenza alla temperatura da -50°C a +140°C ed all'acqua.

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2.25 OPERE IN CARTONGESSO
I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto e comunque alle prescrizioni dettate dal Direttore dei Lavori. I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto e alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ± 0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ± 2 mm, resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilitÞ al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato. I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto e quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla Direzione dei Lavori. Tutte le pareti ed i soffitti saranno rifiniti con doppia lastra di cartongesso su struttura in legno 40/50 mm, con interposto isolante termoacustico, rasature complete e tinteggiatura a calce. DIVISORI IN CARTONGESSO Le pareti divisorie possono essere costituite da doppie lastre di cartongesso, spessore 12 mm, del tipo idrorepellente, con inserimento di fibra di cellulosa o altro isolante idoneo nell'intercapedine, fissate mediante viti autoperforanti ad una struttura costituita da profilati in lamiera di acciaio zincato da 6/10 di mm con montanti a vari interassi e guide a pavimento e soffitto fissate alle strutture. Particolare attenzione dovrÞ essere posta alla formazione degli spigoli vivi, retinati o sporgenti, alla finitura dei giunti, alla sigillatura con il soffitto, alla formazione di eventuali vani porta, con i contorni dotati di profilati metallici per il fissaggio dei serramenti. Per tutte le tipologie di pareti divisorie dovrÞ essere particolarmente curata la connessione tra le nuove pareti e quelle esistenti e le pavimentazioni e i soffitti, al fine di abbattere le trasmissioni di rumore mediante interposizione di feltro insonorizzante vinilico. Le caratteristiche dovranno rispondere alle prescrizioni progettuali. CONTROSOFFITTI IN CARTONGESSO I controsoffitti in cartongesso possono essere costituiti da lastre prefabbricate piane, confezionate con impasto di gesso stabilizzato miscelato e additivato, rivestito su entrambi i lati da speciali fogli di cartone. Le caratteristiche dovranno rispondere alle prescrizioni progettuali. Tali tipi di controsoffitti debbono essere fissati mediante viti autoperforanti ad una struttura costituita da doppia orditura di profilati metallici o misti legno/metallo, sospesa all'intradosso del solaio, secondo le prescrizioni progettuali, o tramite pendini a molla o staffe. Particolare attenzione dovrÞ essere posta alla finitura dei giunti tra i pannelli e tra pannelli e pareti della stanza. A posa ultimata le superfici devono risultare perfettamente lisce.

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I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ±0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ±2 mm, resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilitÞ al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato. Le lastre di cartongesso dovranno essere costituite da lastre di gesso, rivestite di cartone nelle due facce, con processo industriale continuo. Le lastre dovranno avere spessore non inferiore a 10 mm e le loro massa dovrÞ essere uguale ai seguenti valori, con tolleranza di circa 10%: Spessore totale 10 mm massa 8 kg/mq Spessore totale 13 mm massa 10,5kg/mq Spessore totale 15 mm massa 12kg/mq Spessore totale 18 mm massa 15 kg/mq Le lastre dovranno avere lunghezza corrispondente all'altezza completa della parete o alla luce del soffitto, se non superiore a 4,50m. La larghezza di 1,20 - 1,25 m circa, dovrÞ avere una tolleranza sulla dimensione nominale non superiore a circa 3 mm. Le lastre dovranno avere il bordo lungo bisellato per la giunzione tra loro con il nastro ed il mastice forniti dalla ditta produttrice.

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3. NORME DI ESECUZIONE
Tutti i lavori, realizzati secondo le migliori regole dell'arte e con materiali e magisteri appropriati e rispondenti alla specie di lavoro che si richiede ed alla loro destinazione, dovranno avere forme, dimensioni e grado di lavorazione conforme a quanto prescritto nel presente Capitolato e negli elaborati di progetto. In ogni caso, siano o meno date nel presente Capitolato le norme speciali per l'esecuzione di un lavoro, l'Appaltatore Õ tenuto a conformarsi a tutte le disposizioni impartite in merito dalla Direzione dei Lavori, potendo queste essere date sia precedentemente che contestualmente all'esecuzione dei lavori. õ comunque facoltÞ della stessa Direzione dei Lavori rifiutare i lavori non eseguiti in conformitÞ al contratto o nel rispetto degli ordini impartiti all'Appaltatore o comunque eseguiti non a regola d'arte; in tal caso l'Appaltatore dovrÞ provvedere, a sue complete spese, alla demolizione e/o ricostruzione di quelle opere o parti di opere che, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, fossero inaccettabili. Di seguito si riportano le specifiche prescrizioni per ogni categoria di lavoro.

3.1

I N D A G I N I P R ELI M I N A R I

Prima di dare inizio a qualsiasi tipo di lavorazione su manufatti di particolare interesse storico-artistico, l'Appaltatore, se previsto negli elaborati di progetto o espressamente richiesto dalla D.L., sarÞ tenuto ad effettuare su di essi tutte quelle operazioni che, finalizzate alla sistematica e s ci en t i fi ca acq u i s i z i o n e d i d at i cert i i n eren t i l o s t at o d i co n s erv az i o n e o i l o ro p ro ces s i d i al t eraz i o n e e di degrado, possano consentire una diagnosi corretta ed accurata dei meccanismi che provocano il deperimento al fine d'intervenire su di essi con i rimedi piÛ efficaci. La diagnosi sarÞ effettuata commissionando, esclusivamente a laboratori riconosciuti ed autorizzati dagli organi preposti alla tutela del bene in oggetto, l'esecuzione di una specifica serie di prove di laboratorio e di analisi da svolgere "in situ". Il laboratorio dovrÞ eseguire le analisi su campioni di manufatto che dovranno essere prelevati o da personale di sua fiducia o da altra rappresentanza che assolva tale compito sotto il suo diretto controllo e secondo le modalitÞ descritte nelle Raccomandazioni NORMAL 3/80 redatte a cura dell'istituto Centrale del Restauro (Roma 1980). Durante il campionamento, oltre alle consuete cautele, sarÞ necessario non modificare lo stato originario del manufatto e dei luoghi, non arrecando danno alcuno alle antiche strutture. Inoltre, lo spostamento delle attrezzature per prelevare i campioni dal terreno o dalle murature avverrÞ nel massimo rispetto dello stato dei luoghi. Alla fine dei lavori dovrÞ essere effettuata una perfetta pulizia, rimuovendo qualsiasi residuo di lavorazione. I rilievi e le indagini, ordinati ai fini diagnostici, saranno eseguiti ricorrendo a specifiche apparecchiature le cui dimensioni e la cui maneggevolezza, unitamente all'innocuitÞ dei principi fisici di funzionamento, possano garantire la conservazione dell'integritÞ fisica dell'oggetto indagato e fornire, nel contempo, risultati a livello qualitativo e quantitativo non ottenibili mediante l'uso di attrezzature di tipo tradizionale.

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La scelta delle finalitÞ, delle modalitÞ dei sistemi e degli attrezzi piÛ adatti al singolo caso, se non specificato negli elaborati di progetto, sarÞ effettuata dietro insindacabile giudizio della D.L. e specifica autorizzazione degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto. In ogni caso sarÞ data preferenza a quei sistemi che siano in grado di consentire la massima rapiditÞ di rilievo, la piÛ completa globalitÞ d'informazione e la maggiore semplicitÞ di restituzione analitica dei dati. Le metodologie d'intervento saranno quelle previste dagli elaborati di progetto prescritte dalla D.L. in quanto piÛ idonee alla natura del materiale, al tipo dei prodotti di alterazione ed alle dimensioni degli stessi campioni. Prima di procedere alle lavorazioni previste dal progetto l'Impresa dovrÞ verificare e documentare fotograficamente l'effettivo stato di conservazione e la consistenza del manufatto attraverso una ispezione completa effettuata preliminarmente attraverso analisi visiva integrata da semplici verifiche manuali e/o non richiedenti attrezzature specialistiche (es. battitura; verifica di inclinazioni mediante filo a piombo; verifiche di spessori e dimensioni; esecuzione di saggi con trapano; smontaggio e rimontaggio di conci in pietra per verificare la consistenza dei nuclei della muratura). Tali indagini preliminari verranno eventualmente integrate da indagini specialistiche concordate con la D.L. Tali verifiche in genere verranno condotte dopo il montaggio dei ponteggi, la pulizia e le eventuali smontaggi/demolizioni previste dal progetto (es. demolizioni di rifodere, rimozione del manto di copertura ecc..). 3 .1 .1 T
RACCIAMENTI E VERIFICHE DIMENSIONALI

SarÞ cura e dovere dell'Impresa, prima di iniziare i lavori, procurarsi presso la Direzione Lavori tutti i dati costruttivi, le misure e gli ordini particolari inerenti, ed in base a tali informazioni completare il tracciamento e le verifiche dimensionali a mezzo di picchetti, fili fissi, sagome, ecc. sottoponendoli alla Direzione Lavori per il controllo e solo dopo l'assenso di questa potrÞ darsi l'inizio alle opere relative. L'impresa dovrÞ verificare la presenza di eventuali spanciamenti, fuori piombo e fuori squadra; segnalarli alla DL ed prevedere tutti gli opportuni accorgimenti atti ad adattare le opere di progetto alle particolari situazioni rilevati nel corso delle verifiche dimensionali. Dovranno inoltre essere preliminarmente valutate tutte le eventuali problematiche legate alle possibili interferenze tra sistemi di opere strutturali, architettoniche ed impiantistiche segnalandole con congruo anticipo alla DL al fine di poter predisporre gli idonei aggiustamenti. Quantunque i tracciamenti siano fatti e verificati dalla Direzione Lavori, l'impresa resterÞ responsabile dell'esattezza dei medesimi, e quindi sarÞ obbligata a demolire e rifare a sue spese quelle opere che non risultassero eseguite conformemente ai disegni di progetto ed alle prescrizioni inerenti. Saranno a carico dell'Impresa le spese per i rilievi, tracciamenti, verifiche e misurazioni, per la messa in opera di riferimenti, per materiali e mezzi d'opera, ed inoltre per il personale ed i mezzi di trasporto occorrenti, dall'inizio delle consegne fino al collaudo compiuto

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3 .1 .2

RI

LIEV I

I rilievi topografici strumentali, consistenti nella lettura e nella rappres dell'oggetto in funzione delle specifiche finalitÞ operative, saranno ricorrendo ad apposite strumentazioni elettroniche e consegnati, nella scala previa registrazione, calcolo e restituzione computerizzata o manuale dei dati ed integrazione della griglia dei punti base; il tutto dovrÞ essere supp un'idonea veste grafica e da rilievo fotografico.

entazione effettuati richiesta, di rilievo ortato da

3.2

OPERE PROVVISIONALI

GeneralitÞ - Tutti i ponteggi, le sbadacchiature, le tamponature, le murature di rinforzo, i puntelli a sostegno ed a ritegno e le altre opere necessarie alla conservazione, anche provvisoria, del manufatto ed alla sicurezza ed incolumitÞ degli addetti ai lavori, saranno eseguiti nel rispetto delle norme di sicurezza della buona tecnica costruttiva ed ubicati secondo quanto richiesto dalla D.L.. Le opere provvisionali dovranno essere realizzate con buon materiale ed a regola d'arte, proporzionate ed idonee allo scopo; esse dovranno essere mantenute in efficienza per l'intera durata dei lavori. La Ditta appaltatrice sarÞ responsabile della progettazione, dell'esecuzione e della loro rispondenza a tutte le norme di legge in vigore nonchÈ ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle. Il sistema prescelto e le modalitÞ esecutive delle opere provvisionali dovranno essere portate alla preventiva conoscenza del Direttore dei lavori. Nella realizzazione delle opere provvisionali la Ditta appaltatrice Õ tenuta, altresË, a rispettare tutte le norme in vigore nella zona in cui saranno eseguiti i lavori. Ponteggi ed impalcature - Per i lavori da eseguire ad un'altezza superiore ai 2 metri dovranno essere adottate adeguate impalcature, ponteggi ed altre opere provvisionali atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone o di cose secondo quanto disposto dal D.P.R. 07.01.56 n. 164 e successive modificazioni. L'Appaltatore avrÞ l'obbligo di affidare ad un responsabile di cantiere la sorveglianza dei lavori di montaggio e smontaggio ed il periodico controllo delle strutture dei ponteggi e delle opere provvisionali. 3 .2 .1 PONT
EGGI METALLICI

L'Appaltatore impiegherÞ strutture metalliche munite dell'apposita autorizzazione ministeriale che avrÞ l'obbligo di tenere in cantiere, siano esse a tubi e giunti, a telai prefabbricati o a montanti e traversi prefabbricati. Nel caso di ponteggi poggianti su impalcati esistenti aventi scarsa portata potrÞ essere richiesto l'utilizzo di opere provvisionali di tipo leggero realizzate in lega di alluminio e la predisposizione di idonei sistemi di ripartizione. Le strutture saranno realizzate secondo i disegni, i calcoli e le disposizioni previste dalla legge 81/2008 e successive modificazioni. - le aste del ponteggio dovranno essere costituite da profilati o da tubi privi di saldature e con superficie terminale ad angolo retto con l'asse dell'asta; - l'estremitÞ inferiore del montante dovrÞ essere sostenuta da una piastra di base metallica, a superficie piana, di area non minore a 18 volte l'area del poligono

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circoscritto alla sezione del montante stesso e di spessore tale da resistere senza deformazioni al carico. - l'appaltatore dovrÞ verificare la portata della piano di appoggio delle piastre prevedendo tutti gli opportuni dispositivi atti a garantire una: - adeguata resistenza; - l'assenza di significativi cedimenti; - una corretta ripartizione atta ad evitare qualsiasi danno alle strutture esistenti (es. pavimentazioni); - la piastra dovrÞ avere un dispositivo di collegamento col montante atto a centrare il carico su di essa e tale da non produrre movimenti flettenti sul montante; - i ponteggi dovranno essere controventati sia in senso longitudinale che trasversale, ogni controvento dovrÞ essere atto a resistere sia agli sforzi di trazione che di compressione; - l'intera struttura dovrÞ risultare perfettamente verticale; - per ogni piano di ponte dovranno essere utilizzati due correnti di cui uno puÐ far parte del parapetto; gli intavolati andranno realizzati in materiale ignifugo; le tavole fermapiede, da collocare in aderenza al piano di calpestio, avranno un'altezza di almeno 20 cm. - immediatamente al di sotto dei piani di lavoro verrÞ posizionato un sottoponte o la rete anticaduta per preservare l'incolumitÞ del personale sottostante. Qualora lo schema cada fuori dai tipologici previsti dall'autorizzazione ministeriale tutta la struttura sarÞ sottoposta ad analisi statica, con produzione di conseguente relazione di calcolo e disegni costruttivi con relativi particolari di ancoraggio da parte di ingegnere abilitato che dovrÞ essere fornita alla direzione dei lavori con congruo anticipo prima dell'arrivo in cantiere del Ponteggio. Salvo diversa indicazione degli elaborati progettuali si intende inoltre a carico dell'impresa la verifica delle strutture di appoggio ed ancoraggio del ponteggio prevedendo i necessari saggi e prove conoscitive. In caso di dubbi sulla portata (es. ponteggi in appoggio su volte e/o impalcati con carico utile non conosciuto ecc...) si intende compresa la eventuale puntellazione delle strutture sottostanti. Inoltre dovrÞ essere prodotto e conservato in cantiere il relativo PIMUS. 3 .2 .2 PUNT
ELLI/ PONTEGGI DI FORZA

La scelta del tipo di puntellazione da adottare sarÞ fatta dall'Impresa esecutrice secondo quanto stabilito dagli elaborati di progetto o ordinato dalla D.L.. Potranno essere costruite in legname, acciaio, lega di alluminio e in calcestruzzo di cemento armato, con travi unici o multipli allo scopo di assolvere funzioni di sostegno e di ritegno. Dovranno essere previsti, ove necessario, sistemi di zavorre ed i necessari fissaggi/ancoraggi alle strutture esistenti ed al terreno. Potranno essere inoltre adottate fasciature provvisorie con nastri in poliestere ad alta resistenza complete di tenditore a cricchetto; paraspigoli, eventuali elementi di ripartizione ed ogni altro onere. In ogni caso il materiale utilizzato dovrÞ garantire una adeguata durabilitÞ per l'intero intervallo previsto per la puntellazione con un minimo di anni 2, garantendo il

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mantenimento delle prestazioni meccaniche attese e l'assenza di fenomeni di ossidazione e/o corrosione in grado di innescare eventuali forme di degrado (es. macchie di ruggine ecc...) nel manufatto esistente . Verranno utilizzati preferibilmente sistemi modulari aventi portate ammissibili certificate. Prima dell'inizio del montaggio, l'impresa dovrÞ presentare alla D.L. lo schema di montaggio dei puntelli corredato dalla certificazione delle portate ammissibili degli elementi costitutivi e della relazione di calcolo con analisi statica del sistema di puntellazione da parte di ingegnere abilitato. Lo sequenza di montaggio dovrÞ garantire in ogni sua fase la stabilitÞ del manufatto e la sicurezza degli operatori. Al piede del puntello sarÞ necessario creare una sede ampia capace di abbassare quanto piÛ possibile i carichi unitari sul terreno al fine di rendere trascurabili le deformazioni. Per ripartire adeguatamente i carichi sul terreno dovrÞ essere prevista la rimozione degli strati superficiali (es. strato vegetale) fino a raggiungere un sottofondo compatto. La fondazione potrÞ essere realizzata con cordoli in c.a. integrate da riempimenti con materiale adeguatamente compattato (es. ghiaione, stabilizzato, misto cementato). Tutte le puntellazioni saranno sottoposte da parte dell'Appaltatore ad analisi statica, con produzione di conseguente relazione di calcolo e disegni costruttivi con relativi particolari di ancoraggio da parte di ingegnere abilitato che dovrÞ essere fornita alla direzione dei lavori prima dell'arrivo in cantiere del materiale da porre in opera. Inoltre dovrÞ essere presentato il piano operativo di sicurezza per il montaggio ed il montaggio in condizioni di sicurezza. Le puntellazioni dovranno essere dotate di opportuni dispositivi di regolazione (es. dispositivi a ghiera, vite o altro idoneo dispositivo) atti a permettere un regolare controllo/verifica del contatto con la struttura da sostenere ed a compensare eventuali cedimenti non previsti del piano di posa. La verifica dovrÞ avvenire con cadenza non superiore a 10 gg nel primo mese e successivamente con cadenza mensile o inferiore. Particolare cura dovrÞ esse posta nella realizzazione degli appoggi e degli ancoraggi alle murature esistenti per evitare o comunque ridurre al minimo eventuali danneggiamenti prevedendo opportuni elementi di ripartizione dei carichi (es. interposizione di feltro e/o neoprene). Si intendono compresi eventuali sistemi attivi per il sollevamento di singole parti (es. martinetti idraulici opportunamente monitorati e controllati). Si intende a carico dell'Appaltatore il montaggio; il mantenimento per la durata necessaria; l'eventuale allestimento della segnaletica necessaria a garanzia della pubblica incolumitÞ; tutti i successivi adattamenti (con relative relazioni di calcolo e disegni strutturali) atti a rendere possibili le lavorazioni previste, la verifica della portanza dei punti di appoggio dei ponteggi; la completa rimozione al termine dei lavori; tutti gli accorgimenti atti a tutelare la sicurezza degli operai; il puntuale e scrupoloso rispetto delle normative vigenti in materia antinfortunistica nei cantieri edili ed ogni altro onere atto a dare l'opera finita a regola d'arte e a garantirne l'efficienza per tutta la durata del cantiere. Particolare cura dovrÞ essere posta durante lo smontaggio delle puntellazioni. Le operazioni di disarmo dovranno avvenire, secondo una apposita sequenza predisposta

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dall'impresa, evitando nel distribuzioni essere monit anomali. 3 .2 .3

in modo graduale (agendo in generale sui modo piÛ assoluto l'insorgere di effetti non uniformi delle tensioni. Durante lo orata e tenuta sotto continuo controllo

dispositivi a vite) ed uniforme dinamici, di vibrazioni e di smontaggio la struttura dovrÞ per valutare eventuali effetti

COPE

RTURE PROVVISORIE

Ove non esplicitamente specificato, si intendono a carico dell'Appaltatore tutti gli oneri connessi alla protezione dagli agenti meteorici delle opere durante l'esecuzione dei lavori. Tale protezione potrÞ essere attuata mediante teli in PVC opportunamente ancorati o altro dispositivo concordato con la D.L.

3.3
3 .3 .1

S C A V I E M O V I M EN TI TER R A
L
AVORAZIONI PRELIMINARI

Preliminarmente alle lavorazioni l'Appaltatore dovrÞ provvedere, esclusivamente a propria cura e spese, ad acquisire informazioni certe presso i vari Enti preposti, circa la presenza e la posizione di impianti non visibili (Telecom, Enel, ecc.). Qualunque danno arrecato ad impianti deve essere immediatamente riparato a cura e spese dell'Appaltatore esonerando il Committente da qualsiasi eventuale responsabilitÞ. L'appaltatore, prima di procedere alle successive lavorazioni del terreno, dovrÞ provvedere all'abbattimento di eventuali piante, al decespugliamento, alla eliminazione delle specie infestanti, all'estirpazione delle ceppaie ed allo spietramento superficiale. Per tutte quelle lavorazioni compensate "a misura", sia prima dell'inizio delle lavorazioni che alla fine delle lavorazioni stesse, l'Appaltatore dovrÞ provvedere, in contraddittorio con la Direzione dei Lavori ed esclusivamente a propria cura e spese, al rilievo plano-altimetrico dell'intera area che sarÞ soggetta a movimenti di terra, rilevando almeno una sezione verticale ogni 5 m. 3 .3 .2 NORM
E GENERALI

I riferimenti normativi applicabili a questa specifica categoria di lavori saranno DM 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni . Gli scavi in genere, per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e la relazione geologica e/o geotecnica di cui al DM 14 gennaio sopra citato, e allart. 59 del DPR 6.6.2001 n380, nonchÈ secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L. e dalla Soprintendenza. Per gli accertamenti relativi alla natura delle terre, del grado di costipamento e del contenuto di umiditÞ di esse, l'Impresa dovrÞ provvedere a tutte le prove necessarie ai fini della loro possibilitÞ e modalitÞ d'impiego, che verranno fatte eseguire, a spese dell'Impresa, dalla Direzione dei Lavori presso Laboratori ufficiali di sua scelta.

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Qualora i lavori si sviluppino in prossimitÞ di edifici, e quando si possa presumere che lo scavo risulti pericoloso per la loro stabilitÞ, gli scavi dovranno essere preceduti da un attento esame delle loro fondazioni, integrato da sondaggi, tesi ad accertarne la natura, consistenza e profonditÞ. Gli scavi dovranno essere eseguiti adottando tutte le cautele atte a prevenire qualsiasi disturbo ai manufatti e strutture murarie esistenti prevedendo se necessario l'esecuzione per fasi successive e le opportune opere di puntellazione. Nell'esecuzione degli scavi in genere, si dovrÞ provvedere in modo da impedire scoscendimenti, franamenti e ribaltamento di mezzi; per far ciÐ si renderÞ necessario provvedere a delimitare mediante barriere fisse e segnalazioni la zona oggetto di intervento, cosË da vietare il traffico veicolare sui bordi dello scavo che potrebbe far scaturire possibili franamenti delle pareti. L'utilizzo del nastro segnaletico (giallo-nero o bianco-rosso) dovrÞ avere esclusivamente funzione di delimitazione e non di protezione. Al fine di evitare cadute di personale all'interno dell'area di scavo sarÞ, inoltre, necessario mettere in opera dei robusti parapetti (altezza minima 100 cm, munito di tavola fermapiede minima di 20 cm, luce tra tavola superiore e fermapiede massimo 60 cm; nel caso in cui il parapetto sia ad una distanza di almeno 70-80 cm dal bordo dello scavo, la tavola fermapiede potrÞ essere omessa) disposti lungo i bordi della stessa; nelle opere di sbancamento sarÞ necessario predisporre la protezione quando lo scavo dovesse superare i 200 cm, mentre nelle trincee dovrÞ essere predisposta la protezione appena lo scavo supererÞ i 50 cm di profonditÞ. Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile della D.L.) ad altro impiego nei lavori, dovranno essere trasportate fuori dalla sede del cantiere alle pubbliche discariche, o su altre aree altrettanto idonee e disponibili. Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate in area idonea (previo assenso della D.L.) per essere in seguito riutilizzate a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno costituire un danno ai lavori, alle proprietÞ pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque che scorrono in superficie. SarÞ, oltremodo, vietato costituire depositi di materiali nelle vicinanze dei cigli degli scavi; qualora tali depositi siano necessari, per le particolari condizioni di lavoro sarÞ obbligatorio provvedere alle necessarie puntellature che dovranno presentare un sovralzo minimo oltre la quota del terreno pari a 30 cm. Il trasporto in accumulo in aree indicate dalla Direzione dei Lavori (adiacenti all'area di cantiere), incluso qualsiasi rimaneggiamento delle materie provenienti dagli scavi, Õ compreso nel prezzo di elenco degli scavi anche qualora, per qualsiasi ragione, fosse necessario allontanare, depositare provvisoriamente e quindi riprendere e portare in rilevato le materie stesse. Oltre agli obblighi particolari sopra citati, con i prezzi di elenco relativi ai vari generi di scavi l'Impresa deve ritenersi compensata anche per i seguenti oneri: - taglio e scavo, con qualsiasi mezzo, delle materie sia asciutte che bagnate e di qualsiasi consistenza (anche in roccia compatta); - allontanamento, deflusso o deviazione delle acque superficiali (o piovane) e delle acque freatiche o di falda; - estirpazione totale con trasporto a discarica di piante e arbusti di qualsiasi genere, e relative radici, nonchÈ riempimento delle buche formate in

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-

3 .3 .3

dipendenza di tali operazioni, che dovrÞ essere effettuato con materiale idoneo messo in opera a strati di conveniente spessore e costipato; interrimento di preesistenti fossi, previa espurgazione a rifiuto della fanghiglia di fondo; puntellature delle pareti e successivo disarmo; perdite parziali o totali di legnami o dei ferri; eventuali impalcature, ponti o quanto necessario per il paleggiamento e trasporto dei materiali; se non esplicitamente compensati nel computo di progetto si intendono a carico dell'impresa e compensati tutti gli oneri legati al rilevamento, protezione nel corso degli scavi ed eventuale spostamento di sottoservizi; ogni altra spesa infine necessaria per l'esecuzione completa degli scavi. S
CAVI A SEZIONE OBBLIGATA

Per scavi a sezione obbligata si intendono quelli occorrenti per l'apertura a sezione aperta su superficie limitata, ma qualsiasi profonditÞ, ove per l'allontanamento delle materie di scavo sia necessario il loro sollevamento con appositi mezzi (es. scavi incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione, scavi per dar luogo a drenaggi, condutture, fossi e cunette). Qualunque sia la natura e la qualitÞ del terreno, gli scavi per la fondazione dovranno essere spinti fino alla profonditÞ ordinata dalla D.L. all'atto della loro esecuzione. Le profonditÞ, che si troveranno indicate negli elaborati di progetto, saranno pertanto di semplice stima preliminare e potranno essere liberamente variate nella misura che la D.L. reputerÞ piÛ conveniente. AffinchÈ le armature corrispondano per robustezza alle effettive necessitÞ sarÞ consigliabile predeterminare la spinta del terreno, tenendo conto delle eventuali ulteriori sollecitazioni dovute sia al traffico veicolare, sia alla vicinanza di carichi di vario genere (gru, manufatti di vario genere ecc.), nonchÈ delle eventuali infiltrazioni d'acqua (piogge, fiumi ecc.). Nel mettere in opera le armature provvisionali sarÞ opportuno tenere in considerazione che la massima pressione d'una parete di scavo si trasmetterÞ sulla sbadacchiatura soprattutto nella zona mediana, dove questa dovrÞ, necessariamente, essere piÛ robusta; inoltre, affinchÈ sia efficace, le tavole andranno forzate contro il terreno avendo ben cura di riempire i vuoti. Nel caso specifico di scavi di trincee (scavi a sezione obbligata e ristretta) nelle vicinanze di manufatti esistenti (ad es., per opere di drenaggio perimetrali) od in presenza ovvero vicinanza di terreni precedentemente scavati e, pertanto, meno compatti o, infine, in presenza di vibrazioni causate dal traffico di autoveicoli, ovverosia in tutti quei casi dove la consistenza del terreno non fornirÞ sufficiente garanzia di stabilitÞ e compattezza, anche in funzione della pendenza delle pareti, sarÞ sempre obbligatorio (a partire da 150 cm di profonditÞ o 120 cm nel caso il lavoratore dovesse operare in posizione chinata) predisporre, man mano che procederÞ lo scavo, adeguate opere di sbatacchiamento, cosË da eludere rischi di franamento e pericoli di seppellimento degli addetti alla procedura. L'esecuzione degli scavi a sezione obbligata puÐ essere richiesta dalla Direzione dei Lavori anche a campioni di qualsiasi

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natura senza che l'Impresa possa pretendere, per ciÐ, alcun compenso o maggiorazione del relativo prezzo di elenco. Quando negli scavi in genere si fossero passati i limiti assegnati in progetto, non solo non si terrÞ conto del maggior lavoro eseguito, ma l'Impresa dovrÞ, a sue spese, rimettere in sito le materie scavate in piÛ, o comunque provvedere a quanto necessario per assicurare la regolare esecuzione delle opere. Per scavi eseguiti sotto il livello di falda dello scavo si dovrÞ provvedere all'estrazione della stessa. Compiuta la muratura di fondazione e/o le opere previste, lo scavo dovrÞ essere diligentemente riempito e costipato (fermo restando l'autorizzazione della D.L.) con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo (per maggiori specifiche si rimanda all'articolo riguardante i rinterri). 3 .3 .4 RI
LEVATI E RINTERRI

Per la formazione dei rilevati e per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti delle concavitÞ e le murature, o da addossare alle murature e fino alle quote prescritte dalla D.L., saranno impiegati, in generale e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti sul lavoro, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della D.L., per la formazione dei rilevati. Quando verranno a mancare in tutto o in parte i materiali sopra descritti, si dovrÞ provvedere a prelevarli ovunque si crederÞ opportuno, purchÈ siano riconosciuti idonei da controlli eseguiti dalla D.L. E' fatto obbligo all'Impresa di indicare alla Direzione dei Lavori le cave dalle quali essa intende prelevare i materiali costituenti i rilevati/rinterri. La Direzione dei Lavori si riserverÞ la facoltÞ di fare analizzare tali materiali presso Laboratori ufficiali ma sempre a spese dell'Impresa. Per rilevati e rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose vagliate con setacci medio-piccoli (prive di residui vegetali e sostanze organiche); resterÞ vietato in modo assoluto l'impiego di materie argillose e, in generale, di tutte quelle che con l'assorbimento d'acqua si rammolliranno o si gonfieranno generando spinte. I materiali (nello spessore di circa 30 cm) dovranno presentare, a compattazione avvenuta, una densitÞ non inferiore al 95% della densitÞ massima di compattazione individuata dalle prove eseguite in laboratorio (densitÞ riferita alla densitÞ massima secca AASHTO modificato). Nella formazione di suddetti riempimenti dovrÞ essere usata ogni attenzione affinchÈ la loro esecuzione proceda per strati orizzontali d'uguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie ben sminuzzate con la maggior regolaritÞ e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito. Ogni strato dovrÞ essere messo in opera solo dopo l'approvazione dello stato di compattazione dello strato precedente; lo spessore di ogni singolo strato dovrÞ essere stabilito in base a precise indicazioni progettuali o fornite dalla D.L. (in ogni caso non superiore ai 30 cm). Nel caso di compattazioni eseguite su aree o porzioni di terreno confinanti con murature, apparecchi murari o manufatti in genere, si dovranno utilizzare, entro una distanza pari a 2 m da questi elementi, idonee piastre vibranti o rulli azionati a mano

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(in questo caso si dovrÞ prevedere una sovrapposizione delle fasce di compattazione di almeno il 10% della larghezza del rullo stesso al fine di garantire una perfetta uniformitÞ) con le accortezze necessarie a non degradare i manufatti giÞ in opera. Ogni strato sarÞ costipato procedendo alla preventiva essiccazione del materiale se troppo umido, oppure al suo innaffiamento se troppo secco, in modo da conseguire una umiditÞ non diversa da quella ottima predeterminata in laboratorio, ma sempre inferiore al limite di ritiro. Le materie trasportate in rilevato o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza del manufatto (in area idonea prescelta dalla D.L.) per essere riprese, poi, e trasportate con carriole, barelle od altro mezzo, purchÈ a mano, al momento della formazione dei suddetti rinterri. SarÞ, inoltre, vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione. Nelle zone esterne il materiale dei rilevati/rinterri potrÞ essere messo in opera durante i periodi le cui condizioni meteorologiche siano tali, a giudizio della Direzione dei Lavori, da non pregiudicare la buona riuscita del lavoro. Se nei rilevati/rinterri avvenissero dei cedimenti dovuti a trascuratezza delle buone norme esecutive, l'Appaltatore sarÞ obbligato ad eseguire a tutte sue spese i lavori di ricarico, rinnovando, ove occorre, anche la sovrastruttura/pavimentazione. I rilevati si dovranno presentare, obbligatoriamente, con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati. La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni dovrÞ essere preventivamente scorticata (ovverosia taglio d'eventuali piante, estirpazione delle radici, degli arbusti e completa asportazione del terreno vegetale circostante), ove occorra e, se inclinata, dovrÞ essere tagliata a gradoni con leggera pendenza verso monte. 3 .3 .5 MAT
ERIALI PROVENIENTI DAGLI SCAVI

La gestione delle terre e rocce da scavo dovrÞ avvenire conformemente a quanto prescritto dal D.Lgs. n°152 del 03/04/2006 e s.m.i. e dal D.G.R.V. n°2424 del 08/08/2008 e s.m.i. e, per quanto riguarda i materiali da portare in discarica, al DM 03/ 08/ 2006. Tutti i materiali provenienti dagli scavi sono di proprietÞ del Committente. L'Appaltatore potrÞ usufruire dei materiali stessi, sempre che vengano riconosciuti idonei ed approvati dalla Direzione dei Lavori, ma limitatamente ai quantitativi necessari all'esecuzione delle opere appaltate e per quelle categorie di lavoro di cui Õ stabilito il prezzo di Elenco per materiali provenienti dagli scavi. Il trasporto in accumulo e/o lo spandimento in aree indicate dalla Direzione dei Lavori, incluso qualsiasi rimaneggiamento delle materie provenienti dagli scavi, Õ compreso nel prezzo di elenco degli scavi anche qualora, per qualsiasi ragione, fosse necessario allontanare, depositare provvisoriamente e quindi riprendere e portare in rilevato le materie stesse.

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3.4

DEMOLIZIONI E RIMOZIONI

Per manufatti storici gli interventi di demolizione o sostituzione riguarderanno esclusivamente porzioni o sistemi strutturali che risultino del tutto irrecuperabili dopo attenta campagna di rilievo e diagnosi. Ovvero tutti quei sistemi e/o subsistemi non piÛ in grado di assolvere la loro funzione statica, nemmeno mettendo in atto interventi consolidanti puntuali od estesi, in grado di lavorare in parallelo e/o in modo collaborante con gli stessi. PotrÞ essere ordinata la demolizione parziale di murature per la realizzazione di nuove aperture e/o la rimozione di tamponature in mattoni, pietre o c.a. di qualunque spessore realizzate in forature preesistenti. Si dovrÞ fare ricorso ad opere di sostituzione parziale solo quando alcune parti od elementi della struttura si presenteranno deteriorati a tal punto da non garantire la stabilitÞ dell'intera struttura. Si utilizzeranno sempre e comunque a tal scopo, materiali e tecniche idonee, possibilmente asportabili e/o sostituibili, in contrasto per forma e/o tipologia e/o materiale col manufatto esistente, pertanto nettamente identificabili e riconoscibili. Qualsiasi operazione sarÞ comunque da concordare preventivamente con la D.L. previa specifica autorizzazione degli enti preposti alla tutela del bene oggetto di intervento. Tutte le pavimentazioni potranno eventualmente essere recuperate integralmente dietro specifiche indicazioni della D.L. Durante le operazioni di demolizione l'Impresa dovrÞ evitare vibrazioni e/o l'emissione di polveri che possano arrecare qualsiasi danno al manufatto ed a persone e cose circostanti. A tale proposito si potrÞ prevedere (ove compatibile con le esigenze di conservazione) ad irrorare con acqua le murature ed i materiali di risulta e prevedendo in accordo con la DL eventuali ulteriori misure. Nello smontaggio di murature e strutture lignee particolare cura dovrÞ essere adottata al fine di permettere il recupero di mattoni e di elementi lignei non degradati. Tali elementi verranno conservati all'interno dell'area di cantiere e tenuti a disposizione della DL per un eventuale riutilizzo anche parziale. Le demolizioni e/o le asportazioni totali o parziali di murature, intonaci, solai, ecc., nonchÈ l'operazione di soppressione di stati pericolosi in fase critica di crollo, anche in presenza di manufatti di pregevole valore storico-architettonico, dovranno essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, al fine sia di non provocare eventuali danneggiamenti alle residue strutture, sia di prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro; dovranno, inoltre, essere evitati incomodi, disturbi o danni collaterali. Particolare attenzione dovrÞ essere fatta allo scopo di eludere l'eventuale formazione d'eventuali zone d'instabilitÞ strutturale. SarÞ assolutamente interdetto: gettare dall'alto i materiali, i quali dovranno essere, necessariamente, trasportati o meglio guidati a terra, utilizzando cestelli, montacarichi o attraverso idonei sistemi di canalizzazione (ad es. tubi modulari telescopici) la cui estremitÞ inferiore non dovrÞ risultare ad altezza maggiore di 2 m dal livello del piano di raccolta; l'imboccatura superiore del canale, dovrÞ, inoltre, essere protetta al fine di evitare cadute accidentali di persone o cose. Ogni elemento del canale dovrÞ imboccare quello successivo e, gli eventuali raccordi, dovranno essere opportunamente rinforzati. Il materiale di demolizione costituito da elementi pesanti

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od ingombranti (ad es. la carpenteria lignea), dovrÞ essere calato a terra con idonei mezzi (gru, montacarichi ecc.). Prima dell'inizio della procedura dovrÞ, obbligatoriamente, essere effettuata la verifica dello stato di conservazione e di stabilitÞ delle strutture oggetto di intervento e dell'eventuale influenza statica su strutture corrispondenti, nonchÈ il controllo preventivo della reale disattivazione delle condutture elettriche, del gas e dell'acqua onde evitare danni causati da esplosioni o folgorazioni. Si dovrÞ, inoltre, provvedere alle eventuali, necessarie opere di puntellamento ed alla messa in sicurezza temporanea (mediante idonee opere provvisionali) delle parti di manufatto ancora integro o pericolanti per le quali non saranno previste opere di rimozione. SarÞ, inoltre, necessario delimitare ed impedire l'accesso alla zona sottostante la demolizione (mediante tavolato ligneo o d'altro idoneo materiale) ed allestire, in corrispondenza ai luoghi di transito o stazionamento, le doverose protezioni e barriere parasassi (mantovane) disposte a protezione contro la caduta di materiali minuti dall'alto. L'accesso allo sbocco dei canali di scarico del materiale di demolizione per le operazioni di carico e trasporto dovrÞ essere consentito soltanto dopo che sarÞ sospeso lo scarico dall'alto. Preliminarmente all'asportazione ovvero smontaggio di elementi da ricollocare in situ sarÞ indicato il loro preventivo rilevamento, classificazione e posizionamento di segnali atti a facilitare la fedele ricollocazione dei manufatti. Questo tipo di procedura dovrÞ essere strettamente limitata e circoscritta alle zone ed alle dimensioni prescritte negli elaborati di progetto. Nel caso in cui, anche per l'eventuale mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero asportate altre parti od oltrepassati i confini fissati, si dovrÞ provvedere al ripristino delle porzioni indebitamente demolite seguendo scrupolosamente le prescrizioni enunciate negli articoli specifici. Tutti i materiali riutilizzabili (mattoni, pianelle, tegole, travi, travicelli ecc.) dovranno essere opportunamente calati a terra, "scalcinati", puliti (utilizzando tecniche indicate dalla D.L.), ordinati e custoditi, nei luoghi di deposito che saranno segnati negli elaborati di progetto (in ogni caso dovrÞ essere un luogo pulito, asciutto, coperto eventualmente con teli di PVC, e ben ventilato sarÞ, inoltre, consigliabile non far appoggiare i materiali di recupero direttamente al contatto con il terreno interponendovi apposite pedane lignee o cavalletti metallici), usando cautele per non danneggiarli, sia nelle operazioni di pulitura, sia in quelle di trasporto e deposito. Detti materiali, se non diversamente specificato negli elaborati di progetto, resteranno tutti di proprietÞ della stazione appaltante, la quale potrÞ ordinare all'appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati. I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e/o rimozioni dovranno sempre essere trasportati (dall'appaltatore) fuori dal cantiere, in depositi indicati ovvero alle pubbliche discariche nel rispetto delle norme in materia di smaltimento delle macerie, di tutela dell'ambiente e di eventuale recupero e riciclaggio dei materiali stessi. Per demolizioni di notevole estensione sarÞ obbligo predisporre un adeguato programma, da sottoporre all'approvazione della DL e del CSE nel quale verrÞ riportato l'ordine sia in termine di sequenza temporale che di suddivisione in successive zone di intervento delle varie operazioni.

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Nella zona sottostante le demolizioni, rimozioni e disgaggi deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti. 3 .4 .1 DE
MOLIZIONE DI STRUTTURE MURARIE

La demolizione delle murature di qualsiasi genere esse siano, dovrÞ essere preceduta da opportuni saggi per verificare la tipologia ed il reale stato di conservazione. Gli operatori addetti alla procedura dovranno lavorare su ponti di servizio indipendenti dal manufatto in demolizione: non si potrÞ intervenire sopra l'elemento da demolire se non per altezze di possibile caduta inferiore ai 2 m. Nel caso di demolizioni di murature soprastanti al perimetro di solai o strutture a sbalzo sarÞ, indispensabile attuare ogni cautela al fine di non innescare, di conseguenza alla diminuzione del grado d'incastro, eventuali cedimenti od improvvise cadute delle strutture (anche sotto carichi limitati o per solo peso proprio). Particolare attenzione dovrÞ essere fatta in presenza di tiranti annegati nella muratura oggetto di intervento; una loro involontaria rottura, o quantomeno lesione, potrebbe innescare fenomeni di dissesto non previsti in fase di progetto pertanto, in presenza di tali dispositivi, sarÞ opportuno operare con la massima cautela prevedendo le necessarie protezioni. L'appaltatore prima di dare luogo alla demolizione di canne fumarie o di parti di muratura ove Õ probabile o nota la presenza di canne fumarie deve accertarsi che tali manufatti non siano realizzati in amianto cemento. Qualora sussista tale probabilitÞ in modo incerto saranno, a cura dell'Appaltatore, prelevati ed esaminati a spese dell'Appaltatore stesso, campioni del materiale costituente. L'evidenza di un materiale contenente amianto compatto o friabile nella realizzazione o nella fasciatura delle canne fumarie deve prevedere notifica all'ente di controllo e avvio della procedura di sicurezza per la protezione dei lavoratori coinvolti. La demolizione di murature contenenti canne fumarie puÐ dare luogo allo scivolamento di macerie lungo il canale stesso oltre la quota piÛ bassa di demolizione. Allo scopo di prevenire l'accadimento l'Appaltatore provvederÞ a chiudere le canne oggetto di demolizione alla quota piÛ bassa prima dell'avvio della demolizione. Strutture portanti e/o collaboranti Previa esecuzione di tutte le procedure preliminari (saggi, puntellamenti, opere di contraffortatura ecc.) al fine di individuare esattamente tutti gli elementi che saranno direttamente od indirettamente sostenuti dalle strutture portanti o collaboranti oggetto d'intervento (al fine di eludere crolli improvvisi e/o accidentali), la demolizione di setti murari portanti in mattoni pieni, in pietra o misti dovrÞ procedere dall'alto verso il basso per successivi cantieri orizzontali di estensione limitata (cosË da controllare l'avanzare dei lavori e le loro eventuali conseguenze nelle zone limitrofe); di norma i blocchi non dovrebbero superare i quattro mattoni od analoga dimensione, quando si tratta di pietre od altro materiale (circa 10-15 Kg), cosË da consentire la rimozione e la manovrabilitÞ diretta da parte del singolo operatore. La rimozione sarÞ preferibilmente eseguita manualmente con l'ausilio di mazzetta e scalpello (ovvero punta o raschino), oppure, se l'apparecchio presenta elevata compattezza, con scalpello meccanico leggero; solo in casi particolari, e sempre sotto prescrizione della D.L., si potrÞ utilizzare il piccone.

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Altri metodi di demolizione dovranno essere previsti espressamente da progetto e/o concordati con la D.L.. Tramezzature La demolizione parziale e/o totale di tramezzature seguirÞ le modalitÞ descritte per la procedura riguardante le strutture portanti e collaboranti; spesso, infatti, semplici tramezzi in mattoni pieni od anche forati apparentemente destinati a portare esclusivamente se stessi, si possono rilevare dei rompitratta, ovverosia l'inflessione (con la conseguente deformazione) della struttura lignea del solaio sovrastante potrebbe, di fatto, aver trasformato il tramezzo devolvendogli, almeno in parte, un incarico strutturale, spesso imprevisto, ma, in certe circostanze, essenziale alla stabilitÞ del manufatto. Una demolizione arbitraria di un tramezzo di questo tipo potrebbe, pertanto, portare anche al collasso delle strutture orizzontali. 3 .4 .2 DE
MOLIZIONI DI STRUTTURE DI FONDAZIONE IN C.A.

Nel caso di demolizione parziale o totale di strutture a platea in c.a. all'interno di locali di fabbricati esistenti in muratura da preservare, dovranno essere utilizzati metodi di sezionamento e rimozione della struttura in c.a. che non ingenerino vibrazioni e danneggiamenti alle murature.

3.5
3 .5 .1

FONDAZIONI
L
AVORI PRELIMINARI

L'Appaltatore, prima di dare inizio a qualsiasi lavoro che riguarda operazioni di tipo statico e strutturale, dovrÞ in prima analisi verificare la consistenza delle strutture di fondazione oltre alla natura del terreno su cui gravano. DovrÞ successivamente eseguire piccoli scavi verticali in aderenza alle murature perimetrali. Salvo particolari disposizioni della D.L. dovranno avere dimensioni tali (almeno 110-180 cm) da permettere lo scavo a mano e un'agevole estrazione del materiale di risulta. Se il manufatto si presenterÞ gravemente compromesso, previa specifica indicazione della D.L., sarÞ necessario prima d'intervenire con qualsiasi tipo di intervento, procedere ad operazioni di preconsolidamento mediante iniezione di cemento o parziali ricostruzioni della tessitura muraria e di fondazione. Gli scavi si eseguiranno sino al piano di posa delle fondazione e dovranno essere opportunamente sbadacchiati in relazione alla natura e composizione del terreno e alla profonditÞ raggiunta, seguendo le indicazioni fornite dalla D.L. Effettuato lo scavo sarÞ possibile analizzare le caratteristiche costruttive del manufatto e delle sue fondazioni, l'utilizzo dei vari materiali e la loro natura oltre a permettere il rilievo delle dimensioni e dello stato conservativo delle fondazioni stesse. Informazioni utili si potranno ricavare sulla natura del terreno utilizzando opportuni mezzi di indagine, utilizzando tecniche di trivellazione e carotaggio. La profonditÞ di indagine sarÞ rapportata al carico ed alla larghezza delle fondazioni in modo da accertare se l'eventuale cedimento sia da rapportare alla resistenza a

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compressione dello strato superficiale, dalla consistenza degli strati sottostanti, dalla subsidenza del terreno, dalla presenza di falde freatiche o da altre cause ancora. I risultati forniti all'esame dei campioni potranno essere integrati mediante l'esecuzione di indagini geofisiche entro le perforazioni (carotaggio sonico, misura diretta di velocitÞ tra coppie di fori. In casi particolari sarÞ possibile utilizzare metodi geofisici di superficie (sismica a rifrazione, sondaggi elettrici, radar) senza l'esecuzione di scavi e perforazioni, per la eventuale ricerca di sottomurazioni, platee, plinti, ecc. 3 .5 .2 CONS
OLIDAMENTO MEDIANTE RINFIANCO DELLE FONDAZIONI

I lavori di rinfianco non dovranno in alcun modo turbare la stabilitÞ del sistema murario da consolidare nÈ quella degli edifici adiacenti. L'Appaltatore dovrÞ pertanto adottare tutti quegli accorgimenti e quelle precauzioni utili alla messa in sicurezza del manufatto nel rispetto della normativa vigente. Le dimensioni degli scavi dovranno essere quelle strettamente necessarie alla esecuzione dei lavori, in modo comunque da consentire una buona esecuzione del rinfianco. Si effettueranno fino alla quota del piano di posa del rinfianco. Una volta raggiunta la quota d'imposta della fondazione si eseguirÞ il getto di spianamento con magrone di calcestruzzo secondo quanto prescritto negli elaboratori di progetto. L'appaltatore dovrÞ quindi procedere alla realizzazione degli inghisaggi tra la fondazione attuale e qulla di rinfianco secondo le tavole di progetto realizzando al passo e nelle misure previste gli inghisaggi con barra e resina epossidica (vedi alla voce inghisaggi); gli scassi per l'alloggiamento dei profili di connessione che dovranno essere delle dimensioni minime necessarie all'alloggiamento del profilo e al corretto getto della malta delbolemente espansiva; le superfici dei fori di inghisaggio e degli scassi dovranno essere adeguatamente pulite, prive di polveri, liquidi o materiali non aderenti alla fondazione esistente. L'appaltatore dovrÞ quindi procedere alla posa delle armature di progetto del rinfianco di fondazione e dell'eventuale soletta (vedi alle relative voci) ed infine al getto del rinfianco previsto. Sono a cura dell'appaltatore tutti gli accorgimenti atti a garantire la continuitÞ delle armature come prevista dalle attuali norme tecniche e dalle tavole di progetto.

3.6

MURATURE E STRUTTURE VERTICALI ­ LAVORI DI
COSTRUZIONE

La costruzione di murature, siano esse formate da elementi resistenti naturali o artificiali, dovrÞ essere eseguita secondo la normativa e le raccomandazioni tecniche vigente ed in particolare secondo le prescrizioni di cui al DM 14 gennaio 2008 Norme tecniche per le costruzioni. Nelle costruzioni delle murature in genere verrÞ curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle voltine, piattabande, archi e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi canne e fori:

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per ricevere le chiavi e i capichiavi delle volte, gli ancoraggi delle catene e travi a doppio T, le testate delle travi in legno ed in ferro, le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante la formazione delle murature; - per il passaggio dei tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufa e camini, vasi, scarichi, lavandini, ecc.; - per condutture elettriche di campanelli, di telefoni e di illuminazione; - per le imposte delle volte e degli archi; - per gli zoccoli, arpioni di porte e finestre, zanche, soglie, inferriate, ringhiere, davanzali ecc. Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature giÞ eseguite. La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le varie parti di esse, evitando nel corso dei lavori, la formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione. La muratura procederÞ a filari rettilinei, con i piani di posa normali alle superfici viste o come altrimenti venisse prescritto. All'innesto con i muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato. I lavori in muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, devono essere sospesi nel periodo di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga per molte ore, al di sotto di zero gradi centigradi. Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purchÈ al distacco del lavoro vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno. Le facce delle murature in malta dovranno essere mantenute bagnate almeno per 15 giorni dalla loro ultimazione od anche piÛ se sarÞ richiesto dalla Direzione dei Lavori. Le canne, le gole da camino e simili, saranno intonacate a grana fine. Si potrÞ ordinare che tutte le canne, le gole ecc., nello spessore dei muri siano lasciate aperte sopra una faccia temporaneamente, anche per tutta la loro altezza; in questi casi, il tramezzo di chiusura si eseguirÞ posteriormente. Le imposte per le volte, gli archi, ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con addentellati d'uso, sia col costruire l'origine degli archi e delle volte a sbalzo mediante le debite sagome, secondo quanto verrÞ prescritto. La direzione stessa potrÞ ordinare che sulle aperture di vani, di porte e finestre siano collocati degli architravi in cemento armato delle dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo spessore del muro ed al sopracarico. In situazioni particolari (es. architravi, cordoli sommitali ecc...) potrÞ essere richiesto l'inserimento di armature annegate nei letti di malta. Quando venga ordinato, sui muri delle costruzioni, nel punto di passaggio fra le fondazioni entroterra e la parte fuori terra, sarÞ disteso uno strato di asfalto formato come quello dei pavimenti, esclusa la ghiaietta, dell'altezza in ogni punto di almeno cm 2. La muratura su di esso non potrÞ essere ripresa che dopo il suo consolidamento.

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3 .6 .1

MURAT

URE DI PIETRAME CON MALTA

La muratura in pietrame cosË detta lavorata a mano sarÞ eseguita con scapoli di pietrame, delle maggiori dimensioni consentite dalla grossezza della massa muraria, spianati grossolanamente nei piani di posa e allettati di malta. Le pietre, prima di essere collocate in opera, saranno diligentemente ripulite dalle sostanze terrose ed ove occorra, a giudizio della Direzione dei Lavori, accuratamente lavate. Saranno poi bagnate, essendo proibita la bagnatura dopo di averle disposte sul letto di malta. Tanto le pietre quanto la malta saranno disposte a mano, seguendo le migliori regole d'arte, in modo da costituire una massa perfettamente compatta nel cui interno le pietre stesse ben battute col martello risultino concatenate fra loro e rivestite da ogni parte di malta, senza alcun interstizio. La costruzione della muratura dovrÞ progredire a strati orizzontali di conveniente altezza, concatenati nel senso della grossezza del muro, disponendo successivamente ed alternativamente una pietra trasversale (di punta) dopo ogni due pietre in senso longitudinale, allo scopo di ben legare la muratura anche nel senso della grossezza. DovrÞ sempre evitarsi la corrispondenza nelle connessure fra due corsi consecutivi. Gli spazi vuoti che verranno a formarsi per la irregolaritÞ delle pietre saranno riempiti con piccole pietre che non si tocchino mai a secco e non lascino mai spazi vuoti, colmando con malta tutti gli interstizi. Nelle murature senza speciale paramento si impiegheranno per le facce viste le pietre di maggiori dimensioni, con le facce esterne rese piane e regolari in modo da costruire un paramento rustico a faccia a vista e si disporranno negli angoli le pietre piÛ grosse e piÛ regolari. Detto paramento rustico dovrÞ essere piÛ accurato e maggiormente regolare nelle murature di elevazione di tutti i muri dei fabbricati. Qualora la muratura avesse un rivestimento esterno, il nucleo della muratura dovrÞ risultare, con opportuni accorgimenti, perfettamente concatenato col detto rivestimento nonostante la diversitÞ del materiale, di struttura e di forma dell'uno e dell'altro. Le facce viste delle murature in pietrame, che non debbono essere intonacate o comunque rivestite, saranno sempre rabboccate diligentemente con malta idraulica mezzana. Riprese di muratura Nei punti ove la muratura di nuova costruzione si affianca a quella esistente deve essere garantito l'ingranamento tra i 2 paramenti operando con il metodo di scuci e cuci, gli elementi adiacenti all'apertura da chiudere dovranno essere rimossi a strati alterni e i blocchi del nuovo paramento dovranno ingranarsi negli spazi che si verranno cosi a creare. Particolare attenzione dovrÞ essere tenuta nelle porzioni faccia a vista per garantire la continuitÞ visiva della matrice muraria sia in termini di tessitura che in termini cromatici; sono quindi a carico dell'appaltatore il maggiore onere per la giusta apposizione dei blocchi, l'utilizzo di una malta di stuccatura con colorazione compatibile con l'esistente. Al fine di garantire la continuitÞ e l'uniformitÞ delle riprese Õ consentito l'uso di blocchi di pietra ottenuti dalle demolizioni eseguire in cantiere su murature omogenee a quella da riprendere, previo scarto del materiale inadeguato per caratteristiche meccaniche, geometriche, fisiche o chimiche del materiale e approvazione della DL.

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3 .6 .2

MURAT

URE DI MATTONI

I mattoni prima del loro impiego dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione. Essi dovranno mettersi in opera con le connessure alternate in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta refluisca all'interno e riempia tutte le connessure. La larghezza delle connessure non dovrÞ essere maggiore di 15 nÈ minore di mm 5 (tali spessori potranno variare in relazione alla natura delle malte impiegate). I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od alla stuccatura con il ferro. Le malte da impiegarsi per la esecuzione di questa muratura dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato. Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente ammorsate con la parte interna. Se la muratura dovesse eseguirsi a paramento visto (cortina) si dovrÞ avere cura di scegliere per le facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore piÛ uniforme, disponendoli con perfetta regolaritÞ e ricorrenza nelle connessure orizzontali alternando con precisione i giunti verticali. In questo genere di paramento le connessure di faccia vista non dovranno avere grossezza maggiore di 5 millimetri e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta idraulica e di cemento (o di tipo e colore indicato dalla DL), diligentemente compresse e lisciate con apposito ferro, senza sbavatura. Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte, dovranno essere costruite in modo che i mattoni siano sempre disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso e le connessure dei giunti non dovranno mai eccedere la larghezza di mm 5 all'intradosso e mm 10 all'estradosso. 3 .6 .3
TI DI UNA TESTA ED IN FOGLIO CON MATTONI PIENI E FORATI O BLOCCHI DI CLS VIBRO COMPRESSO

PARE

Le pareti di una testa ed in foglio verranno eseguite con mattoni scelti, esclusi i rottami, i laterizi incompleti e quelli mancanti di qualche spigolo. Tutte le dette pareti saranno eseguite con le migliori regole dell'arte, a corsi orizzontali ed a perfetto filo, per evitare la necessitÞ di forte impiego di malta per l'intonaco. Nelle pareti in foglio, quando la Direzione dei Lavori lo ordinasse, saranno introdotte nella costruzione intelaiature in legno attorno ai vani delle porte, allo scopo di poter fissare i serramenti del telaio, anzichÈ alla parete, oppure ai lati od alla sommitÞ delle pareti stesse, per il loro consolidamento, quando esse non arrivano fino ad un'altra parete od al soffitto. Quando una parete deve eseguirsi fin sotto al soffitto, la chiusura dell'ultimo corso sarÞ ben serrata, se occorre, dopo congruo tempo, con scaglie e cemento.

3.7

OPERE DA CARPENTIERE

Tutti i legnami da impiegarsi in opere permanenti da carpentiere (grossa armatura di tetto, travature per solai, impalcati, ecc.), devono essere lavorati con la massima cura e

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precisione, secondo ogni buona regola d'arte e in conformitÞ alle prescrizioni date dalla Direzione dei Lavori. Tutte le giunzioni dei legnami debbono avere la forma e le dimensioni prescritte, ed essere nette e precise in modo da ottenere un perfetto combacia mento dei pezzi che devono essere uniti. Non Õ tollerato alcun taglio in falso, nÈ zeppe o cunei, nÈ qualsiasi altro mezzo di guarnitura o ripieno. Tutte le parti dei legnami che rimangono incassate nella muratura devono, prima della posa in opera, essere convenientemente spalmate di catrame vegetale o di carbolineum e tenute, almeno lateralmente e posteriormente, isolate in modo da permettere la permanenza di uno strato di aria possibilmente ricambiabile. I legnami prima della loro posizione in opera e prima dell'esecuzione della spalmatura di catrame o della coloritura, se ordinata, debbono essere congiunti in prova nei cantieri, per essere esaminati ed accettati provvisoriamente dalla D.L. L'impresa dovrÞ prevedere tutte le opere provvisionali necessarie a garantire la stabilitÞ delle strutture in fase di montaggio. In particolare dovranno essere inseriti controventamenti provvisori in corrispondenza delle capriate fino all'avvenuto montaggio delle falde di copertura.

3.8

S TR U TTU R E I N A C C I A I O

Le strutture in acciaio dovranno rispondere alle norme tecniche per le costruzioni, D.M. 14 gennaio 2008, e a tutte le norme UNI vigenti applicabili. I materiali impiegati nella costruzione di strutture in acciaio dovranno essere «qualificati»; la marcatura dovrÞ risultare leggibile ed il produttore dovrÞ accompagnare la fornitura con l'attestato di controllo e la dichiarazione che il prodotto Õ qualificato. L'Appaltatore Õ tenuto a presentare, a sua cura e spese e con la firma del progettista e propria, prima della fornitura dei materiali e in tempo utile per l'esame e l'approvazione del Direttore dei Lavori i disegni costruttivi di officina delle strutture, nei quali, in conformitÞ a quanto riportato negli elaborati forniti dal Progettista, dovranno essere completamente definiti tutti i dettagli di lavorazione, ed in particolare: - i diametri e la disposizione dei chiodi e dei bulloni, nonchÈ dei fori relativi; - le coppie di serraggio dei bulloni ad alta resistenza; - le classi di qualitÞ delle saldature; - il progetto e le tecnologie di esecuzione delle saldature e specificatamente: le dimensioni dei cordoni, le caratteristiche dei procedimenti, le qualitÞ degli elettrodi; - gli schemi di montaggio e controfrecce di officina; - particolari costruttivi delle opere di fondazione e degli apparecchi di appoggio della struttura; - la relazione di calcolo (comprensiva delle verifiche delle opere di fondazione e degli apparecchi di appoggio della struttura) in cui devono essere indicate

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OPERE CIVILI E STRUTTURALI
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le modalitÞ di montaggio dell'opera e specificato il funzionamento statico della struttura nelle diverse fasi di montaggio. Sui disegni costruttivi di officina dovranno essere inoltre riportate le distinte dei materiali nelle quali sarÞ specificato numero, qualitÞ, tipo di lavorazione, grado di finitura, dimensioni e peso teorico di ciascun elemento costituente la struttura. L'Impresa dovrÞ, inoltre, far conoscere per iscritto, prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare, la loro provenienza con riferimento alle distinte di cui sopra. õ facoltÞ della Direzione Lavori di sottoporre il progetto delle saldature e le loro tecnologie di esecuzione alla consulenza dell'Istituto Italiano della Saldatura o di altro Ente di sua fiducia. La Direzione Lavori stabilirÞ il tipo e l'estensione dei controlli da eseguire sulle saldature, sia in corso d'opera che ad opera finita, in conformitÞ a quanto stabilito dal D.M. in vigore e tenendo conto delle eventuali raccomandazioni dell'Ente di consulenza. Consulenza e controlli saranno eseguiti dagli Istituti indicati dalla Direzione Lavori; i relativi oneri saranno a carico dell'Impresa. 3 .8 .1 E
LEMENTI STRUTTURALI IN ACCIAIO

L'Appaltatore dovrÞ comunicare per iscritto al D.L., prima dell'approvvigionamento, la provenienza dei materiali, in modo tale da consentire i controlli, anche nell'officina di lavorazione, secondo quanto prescritto dal D.M. 14 gennaio 2008, dalle norme UNI e da altre norme eventualmente interessanti i materiali di progetto. Il D.L. si riserva il diritto di far eseguire un premontaggio in officina per quelle strutture o parti di esse che riterrÞ opportuno, procedendo all'accettazione provvisoria dei materiali entro 10 giorni dalla comunicazione dell'Appaltatore di ultimazione dei vari elementi. Prima del collaudo finale l'Appaltatore dovrÞ presentare una relazione dell'I.I.S (del R.I.N.A. o di altro laboratorio certificato) che accerti i controlli effettuati in corso d'opera sulle saldature e le relative modalitÞ e strumentazioni. Durante le varie fasi, dal carico, al trasporto, scarico, deposito, sollevamento, e montaggio, si dovrÞ avere la massima cura, affinchÈ non vengano superati i valori di sollecitazione, sia generali, sia locali, indotti dalle varie operazioni rispetto a quelli verificati nel progetto per ciascuna singola fase, ad evitare deformazioni che possano complicare le operazioni finali di messa in opera. Particolari cautele saranno attuate ad evitare effetti deformativi dovuti al contatto delle funi e apparecchi di sollevamento. Le controfrecce da applicare alle strutture a travata andranno eseguite secondo le tolleranze di progetto. I fori che risultino disassati andranno alesati, e qualora il diametro del foro risulti superiore anche alla tolleranza di cui al D.M. 9 gennaio 1996 e succesive modificazioni, si avrÞ cura di impiegare un bullone di diametro superiore. Nei collegamenti in cui l'attrito contribuisce alla resistenza di calcolo dell'elemento strutturale si prescrive la sabbiatura a metallo bianco non piÛ di due ore prima dell'unione. Nelle unioni bullonate. l'Appaltatore effettuerÞ un controllo di serraggio sul 10% del numero dei bulloni alla presenza del D.L.

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L'impresa Õ tenuta ad eseguire lavorazioni in cantiere e smontaggi di pezzi per ulteriori lavorazioni in officina, allo scopo di adattare la struttura metallica alle irregolaritÞ locali della struttura alla quale vanno collegate o addossate, secondo le modalitÞ richieste in ogni specifica applicazione. Nel caso di strutture realizzate con metalli di diversa qualitÞ e/o addossate ad elementi metallici di diversa natura (es. accoppiamento struttura in acciaio ordinario/acciaio inox) l'impresa Õ tenuta ad adottare tutti gli accorgimenti (es. interposizione di materiale isolante ecc..) atti ad evitare la corrosione elettro-chimica. L'Impresa dovrÞ attenersi alle seguenti disposizioni: - Il raddrizzamento e lo spianamento, quando necessari, devono essere fatti preferibilmente con dispositivi agenti per pressione. - Possono essere usati i riscaldamenti locali (caldo), purchÈ programmati in modo da evitare eccessive concentrazioni di tensioni residue e di deformazioni permanenti. - E' ammesso il taglio a ossigeno purchÈ regolare. - I tagli irregolari devono essere ripassati con la smerigliatrice; - Negli affacciamenti non destinati alla trasmissione di forze possono essere tollerati giochi da 2 a 5 mm di ampiezza, secondo il maggiore o minore spessore del laminato; - I pezzi destinati ad essere chiodati o bullonati in opera devono essere montati in modo da poter riprodurre nel montaggio definitivo le posizioni stesse che avevano in officina all'atto dell'esecuzione dei fori; - Non sono ammesse al montaggio in opera eccentricitÞ, relative a fori corrispondenti, maggiori del gioco foro-chiodo (o bullone) previste dalle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5/11/1971 n. 1086 (D.M. in vigore). Entro tale limite Õ opportuna la regolarizzazione del foro con utensile adatto; - L'uso delle spine d'acciaio Õ ammesso, in corso di montaggio, esclusivamente per richiamare i pezzi nella giusta posizione; - I fori per chiodi e bulloni devono essere eseguiti col trapano con assoluto divieto dell'uso della fiamma e presentare superficie interna cilindrica liscia e priva di screpolature e cricche; per le giunzioni con bulloni (normali e ad alta resistenza), le eventuali sbavature sul perimetro del foro dovranno essere asportate mediante molatura locale; - Di regola si dovranno impiegare bulloni sia normali che ad alta resistenza dei seguenti diametri: D = 12, 14, 16, 18, 20, 22, 24, 27 mm; - I bulloni ad alta resistenza non dovranno avere il gambo filettato per l'intera lunghezza; la lunghezza del tratto non filettato dovrÞ essere in generale maggiore di quella delle parti da serrare e si dovrÞ sempre far uso di rosette sotto la testa e sotto il dado; Õ tollerato che non piÛ di mezza spira del filetto rimanga compresa nel foro; - Nelle unioni di strutture normali o ad attrito che potranno essere soggette a vibrazioni od inversioni di sforzo, dovranno essere sempre impiegati controdadi, anche nel caso di bulloni con viti 8.8 e 10.9. Montaggio L'Impresa sottoporrÞ al preventivo benestare della Direzione Lavori il sistema e le modalitÞ esecutive che intende adottare, ferma restando la piena responsabilitÞ

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dell'Impresa stessa per quanto riguarda l'esecuzione delle operazioni di montaggio, la loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle. Il sistema prescelto dovrÞ essere comunque atto a consentire la realizzazione della struttura in conformitÞ alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo. Nell'impiego delle attrezzature di montaggio, l'Impresa Õ tenuta a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente fossero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata ed in particolare: - per l'ingombro degli alvei dei corsi d'acqua; - per le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, e tramvie, ecc.; - per le interferenze con servizi di soprassuolo e di sottosuolo. Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito e il montaggio delle strutture, si dovrÞ porre la massima cura per evitare che siano deformate o soprasollecitate. Le parti a contatto con funi, catene ed altri organi di sollevamento dovranno essere opportunamente protette, tenuto conto tra l'altro che tutte le strutture, prima di essere trasferite a piÕ d'opera, devono essere trattate in officina con sabbiatura ed una mano di primer. Il montaggio sarÞ eseguito in modo che la struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto. In particolare, per quanto riguarda le strutture a travata, si dovrÞ controllare che la contro-freccia ed il posizionamento sugli apparecchi di appoggio siano conformi alle indicazioni di progetto, rispettando le tolleranze previste. La stabilitÞ delle strutture dovrÞ essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari dovrÞ essere fatta solo quando essi risulteranno staticamente superflui. Nei collegamenti con bulloni si dovrÞ procedere alla alesatura di quei fori che non risultino centrati e nei quali i bulloni previsti in progetto non entrino liberamente. Se il diametro del foro alesato risulta superiore al diametro nominale del bullone oltre la tolleranza prevista dal D.M. in vigore, si dovrÞ procedere alla sostituzione del bullone con uno di diametro superiore. Le superfici di contatto al montaggio, nei collegamenti ad attrito con bulloni ad alta resistenza devono presentarsi pulite, prive di olio, vernice, scaglie di laminazione, macchie di grasso e sabbiate a metallo bianco non piÛ di due ore prima dell'unione. õ ammesso il serraggio dei bulloni con chiave idraulica purchÈ questo sia controllato con chiave dinamometrica, la cui taratura dovrÞ risultare da certificato rilasciato da Laboratorio Ufficiale in data non anteriore a tre mesi. Per ogni unione con bulloni l'Impresa effettuerÞ, alla presenza della Direzione Lavori, un controllo di serraggio sul numero di bulloni indicato dalla Direzione Lavori e comunque non inferiore al 10% del totale ed in ogni caso su non meno di quattro; se anche un solo bullone non rispondesse alle prescrizioni di serraggio, il controllo dovrÞ essere esteso a tutti i bulloni. Dopo il completamento della struttura e prima della esecuzione della prova di carico, l'Impresa dovrÞ effettuare la ripresa della coppia di serraggio di tutti i bulloni costituenti le unioni dandone preventiva comunicazione alla Direzione Lavori.

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3 .8 .2

ZI

NCATURA

Profilati, lamiere e tubi d'acciaio, di qualsiasi sezione, spessore o diametro, tanto in elementi singoli quanto assemblati in strutture composte, quando previsto nel computo e/o nelle tavole di progetto dovranno essere zincati per immersione in zinco fuso, nel rispetto delle prescrizioni della norma d'unificazione Progetto SS UNI E 14.07.000 (rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo - rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi, fabbricati in materiale ferroso). Lo strato di zincatura, inteso come massa di zinco, espressa in grammi al metro quadrato, presente complessivamente su ciascuna faccia della lamiera, se non diversamente specificato, non dovrÞ essere inferiore a:1 90 g/m² 3 .8 .3 VE
RNICIATURE PROTETTIVE ANTIRUGGINE

Tutte le strutture in acciaio andranno protette contro la corrosione mediante un ciclo di verniciatura, previa spazzolatura meccanica o sabbiatura di tutte le superfici, fino ad eliminazione di tutte le parti ossidate. Un ciclo di verniciatura sarÞ costituito da un minimo di tre strati di prodotti vernicianti mono o bicomponenti indurenti per filmazione chimica e filmazione fisica. Particolare cura dovrÞ essere posta nel trattamento delle superfici in corrispondenza delle giunzioni ad attrito per impedire qualsiasi infiltrazione all'interno dei giunti. Non saranno accettati prodotti vernicianti che non siano rispondenti alle caratteristiche ed ai requisiti prescritti, restando a totale ed esclusivo carico dell'Impresa l'asportazione e la sostituzione di verniciature che non risultassero idonee. Le verniciature dovranno essere eseguite in condizioni d'ambiente idonee alle caratteristiche dei prodotti impiegati. Non si dovrÞ procedere ai trattamenti quando temperatura ed umiditÞ dell'aria superano le soglie minima e massima proprie di ciascun prodotto. Non si dovrÞ procedere all'applicazione di uno strato fino a che quello precedente non sia perfettamente essiccato. Tutti gli strati dovranno essere protetti da pioggia o bagnatura in genere per un periodo minimo di 18 h dall'applicazione. Gli strati dovranno avere tonalitÞ di colore diverse per consentire il controllo della loro applicazione. Per entrambi i cicli: quello per le superfici in vista e quello per le superfici interne, l'applicazione dovrÞ essere effettuata secondo lo schema che segue, salvo diverse disposizioni formalmente impartite dalla Direzione Lavori: a) in officina, a lavorazione ultimata: - sabbiatura di tutte le superfici; - applicazione del primo strato: antiruggine a base di resina alchidica oleofenolica e minio di piombo resistente agli alcali, agli attacchi chimici ed atmosferici, con applicazione a pennello, a spruzzo o airless; b) in opera, ad avvenuto completamento del montaggio: - spazzolatura dei punti da ritoccare; - ritocchi del primo strato di antiruggine; - applicazione dello strato intermedio; - applicazione dello strato di finitura.

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3.9

CONGLOMERATI CEMENTIZI SEMPLICI E ARMATI

Nell'esecuzione delle opere in cemento armato o precompresso l'Appaltatore dovrÞ attenersi strettamente a tutte le norme contenute nel D.M. 14 gennaio 2008, Norma tecniche per le costruzioni, e alle norme UNI applicabili vigenti. Per le opere in zona sismica l'Appaltatore dovrÞ attenersi alle prescrizioni di cui al DM 14 gennaio 2008 ed alle norme tecniche vigenti in esso previste. Tutte le opere in cemento armato facenti parte dell'opera appaltata saranno eseguite in base ai calcoli di progetto, secondo le indicazioni delle tavole grafiche ad esso allegate e secondo le indicazioni della DL. L'esame e la verifica da parte della Direzione dei Lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non esonerano in alcun modo l'appaltatore dalle responsabilitÞ a lui derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere eseguiti dalla D.L. nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione, l'Appaltatore stesso rimane unico e completo responsabile delle opere per la qualitÞ dei materiali e la loro esecuzione; di conseguenza egli dovrÞ rispondere degli inconvenienti che avessero a verificarsi, di qualunque natura, importanza e conseguenza essi potessero risultare. 3 .9 .1 RE
SISTENZA DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI

Per ciascuna determinazione in corso d'opera delle resistenze caratteristiche a compressione dei conglomerati cementizi, dovranno essere eseguite due serie di prelievi da effettuarsi in conformitÞ alle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della Legge 1086 del 5/11/1971 (D.M. del in vigore). I prelievi, eseguiti in contraddittorio con l'Impresa, verranno effettuati separatamente per ogni opera, per ogni singola parte di essa e per ogni tipo e classe di conglomerato cementizio previsti negli elaborati progettuali. Per ogni prelievo eseguito dovranno essere confezionati minimo 4 provini, per le strutture in c.a. e minimo 6 provini per le strutture in c.a.p.. Di tali operazioni, eseguite a cura e spese dell'Impresa e sotto il controllo della Direzione Lavori, secondo le Norme UNI vigenti, verranno redatti appositi verbali numerati progressivamente e controfirmati dalle parti. I provini, contraddistinti col numero progressivo del relativo verbale di prelievo, verranno custoditi a cura e spese dell'Impresa in locali ritenuti idonei dalla Direzione Lavori, previa apposizione di sigilli e firma del Direttore dei Lavori, o del Responsabile Controllo QualitÞ Materiali da lui incaricato e dell'Impresa, nei modi piÛ adatti a garantire la autenticitÞ e la corretta stagionatura (UNI 6127). Con i provini della prima serie (coppia) di prelievi, verranno effettuate presso i Laboratori della Direzione Lavori, alla presenza dell'Impresa, le prove atte a determinare le resistenze caratteristiche. Potranno inoltre essere confezionati e sottoposte a prova ulteriori quantitÞ di provini secondo le disposizioni che al riguardo saranno impartite dalla Direzione Lavori. I risultati delle prove di rottura, effettuati sui provini della prima serie (coppia) di prelievi, saranno presi a base per la contabilizzazione provvisoria dei lavori, a condizione che il valore della resistenza caratteristica a compressione a 28 d di

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maturazione accertato per ciascun tipo e classe di calcestruzzo, non risulti inferiore a quello della classe indicata negli elaborati progettuali. Nel caso che, la resistenza caratteristica ricavata dalle prove della prima serie di prelievi, risultasse essere inferiore a quella prevista, la Direzione Lavori, nell'attesa dei risultati ufficiali, potrÞ a suo insindacabile giudizio ordinare la sospensione dei getti dell'opera interessata senza che l'Impresa possa accampare per questo alcun diritto. I provini della seconda serie di prelievi dovranno essere sottoposti a prove presso Laboratori Ufficiali. Se dalle prove eseguite presso Laboratori Ufficiali, sui provini della seconda serie di prelievi, risultasse un valore (fck o Rck) inferiore di non piÛ del 10% rispetto a quello della classe indicata negli elaborati progettuali, la Direzione Lavori, d'intesa con il Progettista, effettuerÞ una determinazione sperimentale della resistenza meccanica del conglomerato cementizio in opera e successivamente una verifica della sicurezza. Nel caso che tale verifica dia esito positivo, il conglomerato cementizio verrÞ accettato, ma verrÞ applicata una penale. Qualora, poi, la resistenza caratteristica risultasse minore di quella richiesta di piÛ del 10%, l'Impresa sarÞ tenuta, a sua totale cura e spese, alla demolizione e rifacimento dell'opera oppure all'adozione di quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere formalmente approvati dal Progettista. Nulla sarÞ dovuto all'Impresa se la resistenza (fck o Rck) risulterÞ maggiore a quella indicata negli elaborati progettuali. Saranno a carico dell'Impresa tutti gli oneri relativi alle prove di Laboratorio, sia effettuate presso i laboratori della Direzione Lavori, sia presso i Laboratori Ufficiali, comprese le spese per il rilascio dei certificati. Il D.L. potrÞ, a suo insindacabile giudizio, e a complete spese dell'Appaltatore, disporre tutte le prove che riterrÞ necessarie, e in particolare le seguenti: a) prova del cono di cui all'App. E della UNI 6394-79; b) prova del dosaggio di cemento di cui alla UNI 6393-72 e alla UNI 6394-69; c) prova del contenuto d'aria di cui alla UNI 6395-72; d) prova del contenuto d'acqua; e) prova di omogeneitÞ in caso di trasporto con autobetoniera; f) prova di resistenza a compressione su campioni cilindrici prelevati con carotaggio da strutture giÞ stagionate; g) prova di resistenza a compressione con sclerometro. h) prove di pull-out i) misurazione della densitÞ per calcestruzzi leggeri 3 .9 .2 POS
A IN OPERA

I getti dovranno essere iniziati solo dopo la verifica degli scavi, delle casseforme e delle armature metalliche da parte della Direzione Lavori. La posa in opera sarÞ eseguita con ogni cura ed a regola d'arte, dopo aver preparato accuratamente e rettificati i piani di posa, le casseforme, i cavi da riempire e dopo aver posto le armature metalliche. Nel caso di getti contro terra, roccia, ecc., si deve controllare che la pulizia del sottofondo, il posizionamento d'eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o

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di collegamento, siano eseguiti in conformitÞ alle disposizioni di progetto e delle presenti Norme. I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto ed alle prescrizioni della Direzione Lavori. Si avrÞ cura che in nessun caso si verifichino cedimenti dei piani d'appoggio e delle pareti di contenimento. Le casseforme sia temporanee che del tipo a perdere dovranno essere atte a garantire superfici di getto regolari ed a perfetta regola d'arte; in tal senso l'Impresa provvederÞ, a sua cura e spese, alla posa d'opportuni ponteggi ed impalcature, previa presentazione ed approvazione da parte della Direzione Lavori dei relativi progetti. Dovranno essere impiegati prodotti disarmanti aventi i requisiti di cui alle specifiche della Norma UNI 8866; le modalitÞ d'applicazione dovranno essere quelle indicate dal produttore evitando accuratamente aggiunte eccessive e ristagni di prodotto sul fondo delle casseforme. La Direzione Lavori eseguirÞ un controllo della quantitÞ di disarmante impiegato in relazione allo sviluppo della superficie di casseforme trattate. DovrÞ essere controllato inoltre che il disarmante impiegato non macchi o danneggi la superficie del conglomerato. A tale scopo saranno usati prodotti efficaci per la loro azione specifica escludendo i lubrificanti di varia natura. Dal giornale lavori del cantiere dovrÞ risultare la data d'inizio e di fine dei getti e del disarmo. Le casseforme del tipo a perdere sia orizzontali che verticali devono essere in grado di contenere il getto e eventuali carichi accidentali che vi possano gravare prima della presa; dovranno essere realizzati in materiale plastico, adeguato al contatto con ambiente umido e non deve rilasciare sostanze inquinanti. Se il getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l'Impresa dovrÞ tenere registrati giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro. Il conglomerato cementizio sarÞ posto in opera e assestato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce e compatte, omogenee e perfettamente regolari ed esenti anche da macchie o chiazze. Per la finitura superficiale delle solette Õ prescritto l'uso di staggie vibranti o attrezzature equivalenti; la regolaritÞ dei getti dovrÞ essere verificata con un'asta rettilinea della lunghezza di 2,00 m, che in ogni punto dovrÞ aderirvi uniformemente nelle due direzioni longitudinale e trasversale; saranno tollerati soltanto scostamenti inferiori a 10 mm. Eventuali irregolaritÞ o sbavature dovranno essere asportate mediante bocciardatura e i punti incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta cementizia a ritiro compensato immediatamente dopo il disarmo; ciÐ qualora tali difetti o irregolaritÞ siano contenuti nei limiti che la Direzione Lavori, a suo insindacabile giudizio, riterrÞ tollerabili fermo restando in ogni caso che le suddette operazioni ricadranno esclusivamente e totalmente a carico dell'Impresa. Quando le irregolaritÞ siano mediamente superiori a 10 mm, la Direzione Lavori ne imporrÞ la regolarizzazione a totale cura e spese dell'Impresa mediante uno strato di materiali idonei che, secondo i casi e ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori potrÞ essere costituito da:

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- malte o betoncini reoplastici a base cementizia a ritiro compensato; - conglomerato bituminoso del tipo usura fine, per spessori non inferiori a 15 mm. Eventuali ferri (filo, chiodi, reggette) che con funzione di legatura di collegamento casseri od altro, dovessero sporgere da getti finiti, dovranno essere tagliati almeno 0,5 cm sotto la superficie finita e gli incavi risultanti saranno accuratamente sigillati con malta fine di cemento espansivo. õ poi prescritto che, dovunque sia possibile, gli elementi dei casseri siano fissati nell'esatta posizione prevista utilizzando fili metallici liberi di scorrere entro tubetti di materiale PVC o simile, di colore grigio, destinati a rimanere incorporati nel getto di conglomerato cementizio, armato o non armato. Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto dovrÞ avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad evitare la segregazione. A questo scopo il conglomerato dovrÞ cadere verticalmente al centro della cassaforma e sarÞ steso in strati orizzontali di spessore limitato e comunque non superiore a 50 cm misurati dopo la vibrazione. õ vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l'impiego del vibratore; Õ altresË vietato lasciar cadere dall'alto il conglomerato cementizio per un'altezza superiore ad un metro; se necessario si farÞ uso di tubi getto o si getterÞ mediante pompaggio. Gli apparecchi, i tempi e le modalitÞ per la vibrazione saranno quelli preventivamente approvati dalla Direzione Lavori. L'Impresa dovrÞ porre particolare cura nella realizzazione dei giunti di dilatazione o contrazione di tipo impermeabile (waterstop), o giunti speciali aperti, a cunei, secondo le indicazioni di progetto. Tra le successive riprese di getto non dovranno aversi distacchi o discontinuitÞ o differenze d'aspetto e la ripresa potrÞ effettuarsi solo dopo che la superficie del getto precedente sia stata accuratamente pulita, lavata e spazzolata; gli eventuali giunti di costruzione saranno sigillati, cosË come previsto nelle presenti Norme Tecniche. La Direzione Lavori avrÞ la facoltÞ di prescrivere, ove e quando lo ritenga necessario, che i getti siano eseguiti senza soluzione di continuitÞ cosË da evitare ogni ripresa, anche se ciÐ comporta che il lavoro debba essere condotto a turni, durante le ore notturne ed anche in giornate festive, senza che all'Impresa non spetti nulla di piÛ di quanto previsto contrattualmente. In alternativa la Direzione Lavori potrÞ prescrivere l'adozione di riprese di getto di tipo monolitico. Queste saranno realizzate mediante spruzzatura d'additivo ritardante sulla superficie del conglomerato cementizio fresco; dopo che la massa del conglomerato sarÞ indurita si provvederÞ all'eliminazione della malta superficiale non ancora rappresa, mediante getto d'acqua, ottenendo una superficie di ripresa scabra, sulla quale si potrÞ disporre all'atto della ripresa di getto una malta priva di ritiro immediatamente prima del nuovo getto di conglomerato cementizio. Quando il conglomerato cementizio deve essere gettato in presenza d'acqua, si dovranno adottare gli accorgimenti approvati dalla Direzione Lavori, necessari per impedire che l'acqua lo dilavi e ne pregiudichi la normale maturazione. La temperatura del conglomerato cementizio all'atto del getto dovrÞ essere compresa tra 278 e 303 K.

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3 .9 .3

S

TAGIONATURA E DISARMO

Prevenzione delle fessure da ritiro plastico A getto ultimato dovrÞ essere curata la stagionatura dei conglomerati cementizi in modo da evitare un rapido prosciugamento delle superfici esposte all'aria dei medesimi e la conseguente formazione di fessure da ritiro plastico, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi piÛ idonei allo scopo, fermo restando che il sistema proposto dall'Impresa dovrÞ essere approvato dalla Direzione Lavori. A questo fine le superfici del conglomerato cementizio non protette dalle casseforme dovranno essere mantenute umide il piÛ a lungo possibile e comunque per almeno 7 d, sia per mezzo di prodotti antievaporanti (curing), da applicare a spruzzo subito dopo il getto, sia mediante continua bagnatura, sia con altri sistemi idonei. I prodotti antievaporanti (curing) ed il loro dosaggio dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori. Le loro caratteristiche dovranno essere conformi a quanto indicato nella Norma UNI 8656 : t i pi 1 e 2. La costanza della composizione dei prodotti antievaporanti dovrÞ essere verificata, a cura della Direzione Lavori ed a spese dell'Impresa, al momento del loro approvvigionamento. In particolare per le solette, che sono soggette all'essiccamento prematuro ed alla fessurazione da ritiro plastico che ne deriva, Õ fatto obbligo di applicare sistematicamente i prodotti antievaporanti di cui sopra. õ ammesso in alternativa l'impiego, anche limitatamente ad uno strato superficiale di spessore non minore di 20 cm, di conglomerato cementizio rinforzato da fibre di resina sintetica di lunghezza da 20 a 35 mm, di diametro d'alcuni millesimi di millimetro aggiunti nella betoniera e dispersi uniformemente nel conglomerato cementizio, in misura di 0,5Â1,5 kg/m¨. Nel caso che sulle solette si rilevino manifestazioni di ritiro plastico con formazione di fessure d'apertura superiore a 0,3 mm, l'Impresa dovrÞ provvedere a sua cura e spese alla demolizione ed al rifacimento delle strutture danneggiate. Disarmo e scasseratura Durante il periodo della stagionatura, i getti dovranno essere riparati da possibilitÞ d'urti, vibrazioni e sollecitazioni d'ogni genere. La rimozione delle armature di sostegno dei getti dovrÞ essere effettuata quando siano state sicuramente raggiunte le prescritte resistenze e comunque mai prima di 48 (quarantotto) ore. I getti destinati a travi collaboranti acciaio calcestruzzo devono rimanere casserai e le travi devono rimanere puntellate fino alla piena maturazione del getto di calcestruzzo (28gg) In assenza di specifici accertamenti, l'Impresa dovrÞ attenersi a quanto stabilito nelle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della Legge 5/11/1971 n. 1086 (D.M. in vigore). Avvenuto il disarmo potrÞ essere richiesta la regolarizzazione della superficie delle opere con malta cementizia . L'applicazione si effettuerÞ previa pulitura e lavatura delle superfici delle gettate e la malta dovrÞ essere ben conguagliata con cazzuola e frattazzo, con aggiunta di opportuno spolvero di cemento.

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DISCIPLINARE DESCRITTIVO

Protezione dopo la scasseratura Si richiama integralmente il punto 10.6 della Norma UNI ENV 206-1; al fine di evitare un prematuro essiccamento dei manufatti dopo la rimozione delle casseforme, a seguito del quale l'indurimento Õ ridotto e il materiale risulta piÛ poroso e permeabile, si dovrÞ procedere ad una stagionatura da eseguire con i metodi sopra indicati. La durata della stagionatura, intesa come giorni complessivi di permanenza nei casseri e di protezione dopo la rimozione degli stessi, va determinata in base alle indicazioni del punto 10.6.3, prospetti XII e XIII, della Norma UNI 9858. 3 .9 .4 PRE
DISPOSIZIONE DI FORI, TRACCE, CAVITþ, AMMORSATURE, ONERI VARI

L'Impresa avrÞ a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso d'esecuzione quanto Õ previsto nei disegni costruttivi o sarÞ successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla Direzione Lavori, circa fori, tracce, cavitÞ, incassature ecc. nelle solette, nervature, pilastri, murature, ecc., per la posa in opera d'apparecchi accessori quali giunti, appoggi, smorzatori sismici, pluviali, passi d'uomo, passerelle d'ispezione, sedi di tubi e di cavi, opere d'interdizione, sicurvia, parapetti, mensole, segnalazioni, parti d'impianti. Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni cosË prescritte dalla Direzione Lavori, saranno a totale carico dell'Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le demolizioni d'opere di spettanza dell'Impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere d'adattamento d'infissi o impianti, i ritardi, le forniture aggiuntive di materiali e la maggiore mano d'opera occorrente da parte dei fornitori. Quando previsto in progetto, le murature in conglomerato cementizio saranno rivestite sulla superficie esterna con paramenti speciali in pietra, laterizi od altri materiali da costruzione; in tal caso i getti dovranno procedere contemporaneamente al rivestimento ed essere eseguiti in modo da consentire l'adattamento e l'ammorsamento. Qualora la SocietÞ dovesse affidare i lavori di protezione superficiale dei conglomerati cementizi a ditte specializzate, nulla Õ dovuto all'Impresa per gli eventuali oneri che dovessero derivarle dalla necessitÞ di coordinare le rispettive attivitÞ. 3 .9 .5 ARM
ATURE PER C.A.

Nella posa in opera delle armature metalliche entro i casseri Õ prescritto tassativamente l'impiego d'opportuni distanziatori prefabbricati in conglomerato cementizio o in materiale plastico; lungo le pareti verticali si dovrÞ ottenere il necessario distanziamento esclusivamente mediante l'impiego di distanziatori ad anello; sul fondo dei casseri dovranno essere impiegati distanziatori del tipo approvato dalla Direzione Lavori. L'uso dei distanziatori dovrÞ essere esteso anche alle strutture di fondazione armate. In assenza di tali distanziatori la Direzione lavori non darÞ il proprio assenso all'inizio delle operazioni di getto. Copriferro ed interferro dovranno essere dimensionati nel rispetto del disposto di cui alle Norme d'esecuzione per c.a. e c.a.p., contenute nelle "Norme Tecniche per

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l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche "(D.M. in vigore) emanate in applicazione dell'art. 21 della Legge 5 .1 1 .1 9 7 1 n . 1 0 8 6 . Lo spessore del copriferro, in particolare, dovrÞ essere correlato allo stato limite di fessurazione del conglomerato, in funzione delle condizioni ambientali in cui verrÞ a trovarsi la struttura e comunque non dovrÞ essere inferiore a 3 cm. Per strutture ubicate in prossimitÞ di litorali marini o in presenza d'acque con componenti di natura aggressiva (acque selenitose, solforose, carboniche, ecc.), la distanza minima delle superfici metalliche delle armature dalle facce esterne del conglomerato dovrÞ essere di 4 cm. Le gabbie d'armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in corrispondenza di tutti i nodi dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto di diametro non inferiore a 0,6 mm, in modo da garantire l'invariabilitÞ della geometria della gabbia durante il getto. In presenza di ferri d'armatura zincati od in acciaio inox, il filo utilizzato per le legature dovrÞ avere le stesse caratteristiche dell'acciaio da sottoporre a legatura. L'Impresa dovrÞ adottare inoltre tutti gli accorgimenti necessari affinchÈ le gabbie mantengano la posizione di progetto all'interno delle casseforme durante le operazioni di getto. õ a carico dell'Impresa l'onere della posa in opera delle armature metalliche, anche in presenza d'acqua o fanghi bentonitici, nonchÈ i collegamenti equipotenziali.

3.10 ALLESTIMENTO DEL CANTIERE
Nei prezzi sono compresi gli oneri di formazione cantiere (spese di trasporto, montaggio e smontaggio apparecchiature, spostamenti interni, attrezzature ed oneri di accantieramento) relativi a: - trasporto ed installazione in loco di tutti i macchinari ed ogni altra attrezzatura o materiale necessario per l' esecuzione delle opere; - trasporto montaggio e smontaggio, nolo per tutta la durata dei lavori dei baraccamenti necessari al cantiere, previsti nel piano della sicurezza e coordinamento, per il personale delle Imprese e della Direzione dei Lavori; - recinzione di cantiere secondo le indicazioni contenute nel piano di sicurezza e coordinamento; - movimentazione all'interno del cantiere di impalcature, macchinari, materiali e, in generale, - sistemazione e movimentazione di tutte le attrezzature indicate dalla Direzione Lavori; - allacciamenti di cantiere ai servizi energia elettrica, acqua, etc. e relative forniture; - protezione dei macchinari, con idonei accorgimenti, al fine di non arrecare danno alle attrezzature di proprietÞ dell'Ente Appaltante. Nell'importo sono inoltre compresi forfetariamente tutti i danni diretti e indiretti subiti dall'Impresa dovuti a ritardi, ripetizioni di categorie di lavori, spostamento di macchinari, rallentamenti, ecc, richiesti dalla Direzione Lavori e dal Coordinatore della Sicurezza in fase di esecuzione, al fine di coordinare le attivitÞ di varie Imprese

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eventualmente operanti contemporaneamente all'interno dello stesso cantiere oppure necessarie per il funzionamento anche parziale dell'impianto. Tale situazione si potrÞ verificare in caso di interferenze con attivitÞ diverse da quella oggetto del presente progetto e relative a sistemazioni di macchinari, ad interventi sui sottoservizi, a sistemazioni diverse oppure alla necessitÞ di permettere l'accesso temporaneo ai visitatori di parte dell'area di cantiere. Per la durata del cantiere l'impresa dovrÞ mettere a disposizione della DL e dei visitatori i DPI, inclusi imbrachi ecc...

3.11 LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI
Per l'esecuzione di categorie di lavoro non previste e per le quali non siano stati convenuti i relativi prezzi, o si procederÞ al concordamento dei nuovi prezzi secondo quanto stabilito nel D. Lgs. 12 aprile 2006 N° 163, ovvero si provvederÞ in economia con operai, mezzi d'opera e provviste fornite dall'Appaltatore (a norma dello stesso Regolamento) o da terzi. Gli operai forniti per le opere in economia dovranno essere idonei ai lavori da eseguirsi e provvisti dei necessari attrezzi. Le macchine ed attrezzi dati a noleggio dovranno essere in perfetto stato di servibilitÞ e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Saranno a carico dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine e le eventuali riparazioni, in modo che essi siano sempre in buono stato di servizio. I mezzi di trasporto per i lavori in economia dovranno essere forniti in pieno stato di efficienza.

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